IL TEMPO

l tempo, una materia sfuggente, un concetto di difficile definizione.
Non si ha cognizione del tempo, solamente dopo che questo è passato lo si può definire; se non ci fossero riferimenti come il giorno e la notte, non si avrebbe la stessa percezione razionale immediata.
Il succedersi delle giornate, il moto continuo del sole, le stagioni, scandiscono con un ritmo ripetitivo la nostra vita, ma il tempo è anche oggettivo, non può essere accelerato come noi rischiamo di fare col nostro tempo umano e sociale.
Possiamo descrivere il tempo in maniera più interiore ed istintiva, ricorrendo al ritmo, alla unità ritmica che si ripete, come il battito del cuore o la musica.
Questa misura del tempo, più consona ai ritmi vitali, è la più vicina al nostro inconscio, la più profonda, già in noi ancora prima di nascere scandisce il nostro tempo "personale".
In contrapposizione al tempo "personale" è necessario un tempo "civile", misurato in modo il più possibile uniforme per tutti. Misurare il tempo comunque, affascina ed intriga l'uomo da secoli, anche se, maggiormente lo si scandaglia più si ricava un senso di inquietudine.
Le prime civiltà, si preposero questo obiettivo, intuendo la straordinaria importanza che poteva avere una convenzionalità del tempo, per lo sviluppo e la sopravvivenza della stessa comunità.
Con il progredire della vita sociale quindi, sempre più il tempo si trovò a scandire le attività umane nell'arco della giornata e dell'anno, come quelle legate alla caccia, al lavoro nei campi, ai commerci, etc.
Tutti abbiamo osservato come un oggetto, illuminato dal sole, proietti un'ombra molto lunga al mattino quando la nostra stella sorge; mentre il sole sale in cielo l'ombra diventa sempre più corta fino a raggiungere la minima altezza sull'orizzonte per riprendere poi ad allungarsi nuovamente man mano che il sole tramonta.
I primi uomini, quando presero coscienza di questo fatto, divisero il giorno in due parti, mattino e pomeriggio.
Furono quindi in grado di determinare quando era il tempo di andare a caccia, oppure di ritornare ai loro rifugi o villaggi per ripararsi dal freddo notturno: impararono a misurare il tempo.
Tuttavia l'evoluzione degli strumenti per la misurazione del tempo, fu conseguente all'approfondimento delle conoscenze astronomiche, le quali iniziarono a sottomettere il tempo alla scienza.
Pensare il tempo inquieta poiché indagarlo vuol dire, in fondo, indagare la vita ed il suo mistero, ogni giorno lo combattiamo con diversi strumenti e non soltanto con gli orologi:
la qualità della vita, la conservazione della natura, è particolarmente influenzata dal proprio rapporto con il tempo.
Quindi, si è pensato di intraprendere questo lavoro, sensibilizzando in qualche modo la nostra cultura moderna, la quale attraverso una ricerca di armonia con la vita, non riesce a ristabilire quell'idea di tempo
evasivo
che accorda il nostro tempo umano con gli altri ritmi.