SCHEDE BIOGRAFICHE DELLE MERENDINE

 

WALDO JEFFERS' QUARTET

I Valdo Jeffers’ Quartet, presenti sulla scena da circa tre anni, mescolano varie influenze del rock italiano ed internazionale, unendo una certa psichedelia degli anni ’60 e ‘70 statunitense alle tendenze del rock dell’ultimo decennio, ispirandosi per esempio a gruppi quali Quicksilver e Grateful Dead, John Spencer Blues Explosion e Pavement. Il loro primo e (per ora) unico demotape si chiama Yalta Conference Tour.

I Valdo Jeffers’ Quartet sono:

Stefano Benassi al basso
Giacomo Dazzi, voce e chitarra
Filippo Ghirardi, batteria
Armando Minuz, chitarra

Hanno partecipato ad alcuni concorsi, suonando al Fuori Orario, al Fillmore di Cortemaggiore e al circolo ARCI Onirica, per la rassegna Rock Targato Italia (edizione 2002). Svolgono concerti principalmente fra Parma e Reggio Emilia.


Alcuni titoli di brani dei Valdo Jeffers’ Quartet:
Vanto e vergogna,
Uomini 3,
La notte.



PECKSNIFF

Mr. Pecksniff: un perfetto ipocrita che non ammette mai la realtà delle sue intenzioni, nemmeno con se stesso. Questo secondo Charles Dickens. Pecksniff: fantasioso mondo di montagne e nuvole, amore e campane, scimmie e giocattoli. Questo secondo Stefano Poletti e Filippo Bergonzi, nucleo iniziale del gruppo, nato nel settembre 1998 con Stefano al basso e voce e Filippo alla chitarra. Al duo si aggiunge Marcello, fratello del cantante, alla batteria, rigorosamente suonata in piedi, prima per necessità poi sempre mantenuta così come scelta. Subito produttivi all´inverosimile, la musica è strana, spigolosa e originale con pezzi che durano dai dieci secondi al minuto e mezzo. Composizioni scarne e minimali, una sorta di punk che nessun punk suonerebbe mai. "Easy music for uneasy listening", il motto, tradotto in musica dal demo Happy burning guy. I concerti sono l´espressione della stranezza espressa dalla musica. Nel ’99 partecipano a uno dei concorsi indie più importanti del norditalia “Musicattiva” organizzato dal mitico locale Renfe di Ferrara e lo vincono. Portandoli a una notorietà di nicchia e all’appellativo di gruppo “Culto”. Nello stesso anno due pezzi vengono inclusi nella compilation “Atomic Milk Throwers” dell’ etichetta underground per eccellenza Snowdonia. Nel 2000 è tempo del primo cd omonimo e autoprodotto, seguito da una serie di buone recensioni su Blow-up e Rumore. Il 2001 vede un appannamento temporaneo del gruppo, seguito però da una sorta di rinascita: la musica diventa meno aspra, più acustica e nel 2002 la formazione cambia, con Massimo Morini al posto di Marcello alla batteria. Il processo di cambiamento è però lungo e la formazione si allarga prima a 4 componenti con Patrizia Dall´Argine alla voce, poi a 5 ed infine 6 con Simone Sommi e Fabrizio Battistelli ai giocattoli. Il suono è ormai totalmente diverso dalle origini, ma lo spirito e l´originalità immutati, forse amplificati. La chitarra acustica è l´elemento portante di quasi tutti i brani, una sorta di folk a bassa fedeltà e l´animo è come sempre rivoluzionario. Nel 2002 partecipano al concorso “Winter Festival” di Medesano (PR) dove partecipano le migliori Band di PR e provincia e vincono un'altra volta. L´ultimo parto del mondo Pecksniff è "Elementary Watson", secondo cd del gruppo, edito nel gennaio 2003.



VANCOUVER


I Vancouver sono una band nata nel 2001 che suona un genere che le convenzioni (internazionali?) etichettano col nome di "post-rock". L'etichetta serve per definire la scelta impervia di praticare musica strumentale badando ad affrontare sentieri melodici che possano incontrare anche, eventualmente, i consensi di un pubblico composto non solo da addetti ai lavori. La band è composta da musicisti di diversa provenienza, (Luca Ori chitarra ed effetti, Nicola Rossi chitarra, effetti e nontastiera, Marco Berciga batteria, Lorenzo Pietralunga basso, effetti analogici, rumori) che rappresentano elementi di tre formazioni parmensi impegnate precedentemente nel noise o nell'indie-rock. Dettaglio importante, per scelta unanime eseguono solo pezzi di loro "fabbricazione". La filosofia che anima il progetto Vancouver è forte della consapevolezza che oggi, quella che genericamente definiamo la nuova musica italiana, sta finalmente uscendo dai suoi ghetti, trovando numerosi consensi tra un pubblico sempre più numeroso. Rispetto all'esplosione degli anni '94-'95 che portò alla ribalta nomi come Afterhours, Marlene Kuntz, Africa Unite ecc. ecc. e che era, però, legata a doppia mandata alle sovvenzioni promozionali delle major discografiche, oggi notiamo che i nuovi progetti (Giardini di Mirò, One Dimensional Man, Yuppie Flu e molti altri) sono promossi dalle etichette indie nazionali (Gammapop, Homesleep, Toast Records) che si sono rigenerate, dopo la crisi degli anni passati, conquistando grande credibilità nel difficilissimo mercato estero.
I Vancouver cercano così di far propria questa attitudine indipendente in un modo inusuale: creare attorno alla band e alle sue idee un vero e proprio laboratorio dove possano interagire tutti coloro che, interessati alle nostre sonorità, intendano consigliare o seguire in prima persona l'evoluzione di una delle mille sfaccettature del gruppo.
Apertura a 360°, dunque. Non solo musica suonata ma, forse ancor più, musica pensata e condivisa, musica per la musica.
Ed è in quest'ottica che la band ha scelto di esibirsi, al momento, solo all'interno di festival o in locali che consentissero la presenza di almeno una formazione di supporto.

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