Sezzadio – ABBAZIA DI SANTA GIUSTINA
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Nella
facciata domina la torre innalzata sulla prima campata della navata
centrale. È ben visibile ancora la struttura originaria a doppio saliente
e la decorazione ad archetti binati che nello scomparto centrale è
sostituita da cinque archetti.
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SEC. VIII |
Viene fondata da re Liutprando (712-743) la prima chiesa in onore di S.Giustina. |
1030 |
Atto di fondazione dell'abbazia voluta dal Marchese
Ottoberto, della
celebre famiglia degli Aleramici. L'iscrizione del pavimento della cripta
ricorda “OTBERTVS reparator et
ornator”. |
SEC.XI |
I Benedettini, dopo la metà del secolo, costruiscono il monastero e
riedificano la chiesa. |
26 dicembre 1397 |
La chiesa è danneggiata da un terremoto. |
1460 |
L'edificio subisce pesanti modifiche. Risalgono a questo periodo la
torre della facciata e gli affreschi absidali. |
1582 |
Gregorio XIII annette S.Giustina alla Congregazione degli Oblati di
Milano. |
25 aprile 1810 |
Napoleone sopprime la Congregazione degli Oblati e S.Giustina è
destinata a campo di veterani. |
1815 |
Viene abolito il campo dei veterani dal re di Sardegna Vittorio
Emanuele I e il complesso religioso è incamerato dall'Economato Regio. |
1815 |
Viene diviso orizzontalmente e verticalmente. I locali ricavati al piano terreno vengono destinati a deposito di carri e di attrezzi agricoli, quelli del piano superiore a magazzino delle granaglie. |
1839 |
Vengono adibiti al culto, per volontà del cappellano della tenuta
agricola, il transetto settentrionale, dove viene aperto un ingresso, e la
zona del presbiterio, cui si accede mediante due scale laterali munite di
parapetto. L'altare è sistemato contro il muro innalzato a sud tra le due
rampe. Una scala scende alla cripta. Il transetto destro continua a essere
adibito a rustico. |
1863 |
Il senatore Angelo Frascara acquista il complesso dal demanio. |
1912 |
Il proprietario fa pulire e restaurare gli affreschi dell'abside. |
1956 |
La
contessa Idarica Gazzoni Frascara, figlia del senatore, fa riportare la
chiesa e la cripta alle sue forme originali, assumendosi l'intero onere
delle spese. Il lavoro è affidato all'arch. Ercole Cecchi. Vengono demoliti
gli ambienti costruiti nelle navate. Viene abbassato il pavimento. Si chiude
la finestra aperta nell'abside maggiore nel 1585. Viene riportato
all'altezza originaria il transetto meridionale. Si attua la ricostruzione
del tetto a capriate visibili. Vengono chiuse le finestre, aperte in epoca
posteriore nel transetto e nelle navate, e vengono riaperte le monofore
originali. Viene eliminato il rivestimento in stucco delle colonne della
cripta risalente all'Ottocento |
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ABBAZIA DI SANTA GIUSTINA - Absidi
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INTERNO
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La
cripta, del secolo XI, seminterrata, si estende in corrispondenza del
presbiterio. A
pianta pressoché quadrata, è divisa in tre navate da due serie di
colonne di granito, non uniformi e di reimpiego, con capitelli da cui è
stata asportata la decorazione. E' coperta da volte a crociera. Due
strette monofore, con strombatura verso l'interno, permettevano ai fedeli
di venerare anche dall'esterno le reliquie poste nella cripta. Il
pavimento ha una decorazione a mosaico, con tasselli in marmo bianco e
nero, e con disegni floreali fortemente stilizzati. |