Dr Fabio Del Pidio

Med. Omeopatica - Agopuntura Tr. Cin. -Mesoterapia - Med. Estetica - Dietoterapia

Terapia Sclerosante - Mesoterapia senza aghi

Iscritto al Registro degli Omeopati Ordine dei Medici di Roma

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Medicina Omeopatica

OMEOPATIA

In genere, nella medicina moderna il concetto

di lotta contro la malattia significa in realtà

'lotta contro i sintomi'; è abbastanza raro che la medicina indaghi sui motivi di fondo per cui la gente si ammala. Nella costituzione fisica, mentale e emotiva dell'uomo, che cosa fa sì che alcuni vengano colpiti da alcune malattie e altri no? E come è possibile rafforzare questo sconosciuto potenziale di resistenza alle malattie?

L'omeopatia è un sistema terapeutico che parte dalla considerazione dello stato di salute del paziente e dei modi specifici in cui è possiblle sfruttare i poteri di guarigione intrinsechi dell'organismo.

Il simile cura il simile

La differenza tra omeopatia e medicina ortodossa, che gli omeopatici chiamano allopatia, e ampiamente riflessa nei due termini: 'omeopatia',che significa 'simlle alla malattia' e 'allopatia',che significa 'diverso dalla malattia'. Nell'omeopatia, i medicamenti simulano i sintomi della malattia, invece, in genere, i trattamenti allopatici hanno lo scopo di ottenere l'effetto opposto. Il principio su cui si basa l'omeopatia è 'i simili si curano con i simili' (similia similibus curantur).

La medicina omeopatica è stata sviluppata nel XIX secolo da Samuel Hahnemann (1755-1843),uno stimato medico tedesco, deluso dalle tecniche terapeutiche in uso a quel tempo: pratiche come il salasso e la somministrazione di dosi massicce di sostanze chimiche pure. Dopo aver abbandonato la pratica della medicina, si guadagnò da vivere come traduttore. Mentre lavorava all'edizione tedesca di un importante erbario britannico, Materia Medica di Cullen, si interessò al modo in cui la corteccia della Cinchona — l'albero della china — allevia la malaria. Scoprì anche che, ingerendo quel medicamento, si manifestavano i sintomi della malaria.

Dopo 14 anni di ricerche, 1-Iahnemann concluse che i sintomi erano le manifestazioni esterioti della lotta del corpo contro la malattia. Se il primo effetto di un medicamento era di far peggiorare i pazienti, cioè di esacerbare i sintomi, ll secondo sarebbe stato quello di farli migliorare. Dedusse che, quando una persona malata prendeva un medicamento, questo creava una 'malattia artificiale', che si manifestava come aggravamento dei sintomi. Dovrebbe trattarsi di un fenomeno limitato e impercettibile, soprattutto se in quel momento la malattia è acuta. Tuttavia, ll risultato dell'aggravamento dovrebbe essere la guarigione.

'Sperimentazione' dei rimedi omeopatici

Le ricerche di Hahnemann gli suggerirono che il metodo per individuare il campo di azione di un medicamento era di farlo ingerire a una persona sana e di osservare i sintomi che comparivano.

Questo processo viene chiamato 'sperimentazione' o prova (proving) e le persone che lo attuano si chiamano 'sperimentatori' (provers). Hahnemann usò se stesso come cavia e si procurò l'aiuto di famigliari, amici e colleghi per sperimentare

tutti i medicamenti allora disponibili.

Le sostanze usate nelle prove vengono ingerite in forma molto diluita o 'dinamizzata', la stessa usata nei rimedi omeopatici. L'insieme dei sintomi che comparivano nella sperimentazione fornisce

il 'quadro sintomatologico' di un rimedio.

I sintomi rientrano in tre categorie: sintomi manifestati da tutti gli sperimentatori, sintomi presentati da un'alta percentuale di essi e sintomi abbastanza rari. Questi gruppi indicano l'importanza dei sintomi riscontrati nei pazienti. Se per esempio, per un particolare rimedio, in un gruppo di sintomi addominali predomina la diarrea, questa

stessa caratteristica deve essere presente nei sintomi manifestati dal paziente.

Il quadro dei sintomi non indica solo i sintomi fisici (per esempio, un'eruzione cutanea o il dolore) ma comprende anche molti altri dettagli come le impressioni e le sensazioni degli sperimentatori.

Perciò, questi ultimi descrivono dettagliatamente i sintomi che si manifestano dopo l'ingestione del rimedio (soprattutto i mutamenti dello stato di salute fisico, lo stato mentale, le preferenze alimentari, il tipo di sonno, i rapporti personali, il temperamento) e addirittura la loro reazione alle condizioni atmosferiche.

Poiché i rimedi omeopatici sono attivi per molto tempo, i sintomi possono essere presenti anche per 12 mesi. Per essere sicuri della precisione della sperimentazione, gli sperimentatori devono essere sani, avere un'alimentazione regolata ed evitare gli sforzi fisici e la tensione nervosa.

Le prove condotte da Hahnemann furono ampliate da altri grandi omeopati della fine del XIX secolo. Molti rimedi omeopatici individuati allora vengono tuttora usati. Un importante omeopata moderno, George Vithoulkas, ha modificato il linguaggio usato in questi primi testi e ha condotto altre sperimentazioni. Tuttavia, il 'quadro dei

sintomi' sperimentato lo scorso secolo non è mutato perché la natura del rimedio è ancora la stessa.

La natura della malattia

In seguito alle sue ricerche, Hahnemann iniziò ad acquisire una maggiore conoscenza del funzionamento dell'organismo e di come venga colpito dalla malattia.

Registrando tutti i sintomi che si manifestavano durante le sperimentazioni, Hahnemann e i suoi seguaci giunsero a considerare il corpo come un tutto unico invece che un insieme di parti distinte, come lo considera la maggior parte dei medici

allopatici. Essendo un tutto unico vivo e completo, quando viene disturbato o colpito in qualsiasi modo, il corpo inizia un'azione coordinata per proteggere o ripristinare l'equilibrio armonioso (che in medicina viene chiamato omeostasi) che costituisce il suo stato naturale.

E' 'intelligenza' che presiede a questa azione coordinata viene chiamata dagli omeopati 'forza vitale' ed è visibile solo attraverso le sue azioni, soprattutto la manifestazione di sintomi nel tentativo di riportare il corpo allo stato di equilibrio.

Quindi, per un omeopata la 'malattia' è il complesso dei sintomi prodotti dal corpo nel tentativo di guarire. Scopo dell'omeopatia è rafforzare queste reazioni naturali (sintomi) per favorire la guarigione.

I sintomi sono considerati il modo in cui l'organismo esterna la malattia. Come le increspature sulla superficie di uno stagno, essi disperdono l'energia della malattia, consentendo il ripristino dell'armonia. Secondo i principi dell'omeopatia, se

qualcosa ostacola il libero flusso dei sintomi, la malattia si prolunga. Questo modo di considerare le malartie fisiche è simile ai principi della psicoterapia. Secondo quest'ultima, infatti, i disturbi psicologici si risolvono meglio se si lasciano esprimere le emozioni forti; se vengono interiorizzate,

continuano a danneggiare il paziente.

Quadri individuali delle malattie

Nella maggior parte delle malattie, è presente un quadro specifico di sintomi. Per esempio, un'eruzione cutanea da morbillo compare dapprima sul volto e sul collo e poi si diffonde al resto del corpo. Per quanto questi sintomi evidenti siano simili in tutte le persone che contraggono la malattia

— e la fisiologia e l'anatomia di ogni individuo siano più o meno le stesse — ogni persona ha le proprie intrinseche debolezze per quanto riguarda la capacità del corpo di guarirai.

La presenza di queste debolezze indica che ogni persona che contrae una malattia ha un'esperienza leggermente diversa di essa. Questa osservazione è il risultato della grande quantità di dettagli riferiti dai collaboratori di Hahnemann nellosperimentare i rimedi. E essenziale per il modo in cui si fanno le prescrizioni omeopatiche: l'omeopata cerca sempre i sinromi individuali.

Nel trattamento omeopatico, i sintomi lamentati dal paziente vengono fatti corrispondere al quadro dei sintomi prodotti dal rimedio. Più il rimedio corrisponde al quadro complessivo del paziente, più è efficace. Un chiaro esempio è il trattamento omeopatico del semplice raffreddore. Qua-

si certamente, il medico allopatico può consigliare di prendere acido acetilsalicilico (aspirina), bere molto e riposare. Un omeopata pone invece moltissime domande sulla natura precisa dei sintomi e, in base a ciò, sceglie un rimedio tra molti.

Per esempio, se starnutite in continuazione, vi lacrimano gli occhi, siete rauco, tossite molto, vi duole la testa, vi cola il naso provocando un senso di bruciore al labbro superiore e state meglio in ambienti freddi, vi può venire prescritto Allium cepa, un rimedio fatto di cipolle rosse.

Se invece non rtuscite a dormire perché vi sentite ansioso e irrequieto, avete la febbre, il mal di testa e una sete continua, una sensazione di bruciore agli occhi e al naso e (anche in questo caso, stranamente) state meglio in ambienti caldi, vi potrò essere prescritto Arsenicum album.

Malattie acute e croniche

Vengono chiamate acute le malattie che si manifestano improvvisamente e migliorano rapidamente, con o senza l'aiuto di un rimedio. Le forme croniche hanno invece lunga durata.

Tipiche condizioni acute sono i raffreddori, le

febbri e il vomito, che vengono considerati manifestazioni dell'attività della forza vitale nella lotta contro la malattia. I rimedi omeopatici sono efficaci perché stimolano i meccanismi stessi di guarigione del corpo.

Le affezioni croniche sono in genete il risultato di predisposizioni congenite e comprendono forme di debolezza generale di apparati come quello respiratorio, che può provocare la tendenza a prendere la tosse. In omeopatia, questi stati cronici di malattia vengono chiamati 'miasmi' o 'disturbi

miasmici'. Dai tre tipi di miasmi si possono trarre molti diversi tipi costituzionali. I rimedi costituzionali vengono somministrati per eliminare queste tendenze e mIgliorare la salute in generale.

Se, quando un paziente ingerisce un rimedio

omeopatico, compare una condizione acuta, è un segno positivo chiamato 'aggravamento' o 'crisi di guarigione', che passa rapidamente e non è di gravità tale da non poter essere affrontata dalla vitalità del paziente. Un esempio comune di 'crisi di guarigione' è quella che si verifica durante il digiuno quando, man mano che il corpo si ripulisce

dalle tossine, può comparire mal di testa.

Gerarchia dei sintomi

Prima di sotroporre una persona al rrattamento omeopatico, i suoi sintomi devono essere disposti in un quadro sintomatologico completo. I singoli

sintomi vengono valutati inserendoli in una gerarchia alla sommità della quale ci sono i sintomi 'strani, rari o peculiari'. Più un sintomo è raro, più esattamente corrisponde al quadro sintomatologico di un rimedio.

Il secondo livello della gerarchia è rappresentato dalle caratteristiche 'mentali ed emotive', che riguardano il temperamento del paziente. Sono particolarmente importanti per gli omeopati perché le condizioni mentali ed emotive indicano lo stato complessivo di salute e di equilibrio.

Nella categoria successiva rientrano i sintomi 'generali', termine che indica i sintomi manifestati dalla persona nel complesso e comprende l'appetito, il sonno e le mestruazioni. Quando il paziente afferma: 'Sono stanco/ho freddo/ho caldo', questi

vengono considerati sintomi 'generali'.

La quarta categoria detta dei 'particolari' indica i sintomi riguardanti una specifica parte del corpo. Essi comprendono tutti i segni evidenti di una malattia, come un'eruzione cutanea, un malessere intestinale o la febbre. Per quanto possano rappresentare il motivo che spinge una persona a recarsi dal medico, in genere sono meno importanti degli altri sintomi. La radice del problema è la disfunzione interna del processo di guarigione

del corpo, che non si vede.

La dose minima

Gli omeopati non differiscono dai medici allopatici solo per i rimedi prescritti, ma anche per il modo con cui fanno le prescrizioni. Quasi sempre, inizialmente prescrivono i rimedi in una sola

dose e poi osservano e valutano i mutamenti nei sintomi del paziente.

Se un rimedio deve eliminare una condizione acuta (per esempio, il mal di testa) deve avere un effetto immediato. Quando si verifica un cambiamento, ciò indica che il rimedio ha avviato il processo di guarigione e non occorre ripeterlo.

Nelle condizioni croniche, una sola dose può continuare ad agire per mesi e in questo periodo di tempo si tengono sotto controllo i mutamenti dei sintomi del paziente per valutare come procede il processo di guarigione. Una volta valutato il nuovo quadro dei sintomi, si può ripetere o modificare la prescrizione.

La 'legge della guarigione'

Nel processo di guarigione dell'organismo, le prime azioni mirano a proteggere gli organi vitali e la vita stessa. Analogamente, nel trattamento omeopatico si può osservare il quadro dei sintomi spostarsi dagli organi vitali, come i polmoni, a parti meno vitali, come la pelle o la gola.

Inoltre, i sintomi si spostano dall'interno all'esterno del corpo. Le tossine possono essere eliminate sorto forma di escrezioni (diarrea, foruncoli,catarro) mentre le lacrime possono essere indice della liberazione da un trauma emotivo. Talvolta, i sintomi si spostano dall'alto in basso; per esempio, prima di lasciare il corpo, i disturbi della pel-

le possono diffondersi a un arto.

I sintomi scompaiono in ordine inverso rispetto a quello di comparsa, cioè scompaiono per primi i sintomi comparsi per ultimi. Se un paziente, nel corso della sua vita, soffre di molti problemi di salute, durante il trattamento costituzionale alcuni

di questi sintomi possono ripresentarsi per breve tempo in ordine cronologico inverso. Poi scompariranno per sempre, sempre in ordine inverso rispetto a quello di comparsa. Per esempio, una donna in trattamento per bronchite può manif estare per breve tempo sintomi di cisrite, una malattia precedente, che rientrano nel processo di guarigione costituzionale.

La legge della guarigione è uno strumento diagnostico importante per valutare il processo di risanamento e stabilire il trattamento successivo. Solo se il mutamento dei sintomi o il loro movimento cessa, è necessario un ulteriore trattamento. Se

la prima dose ha esaurito la sua energia di guarigione, si può ripetere lo stesso rimedio o prescriverne un altro, a seconda del nuovo quadro dei sintomi.

Omeopatia e altri sistemi terapeutici

I suoi sostenitori considerano l'omeopatia un sistema terapeutico completamente diverso dall'allopatia perché affronta la diagnosi e la prescrizione dei medicamenti tenendo presente uno scopo diverso. Tuttavia accade che alcuni pazienti consultino volentieri medici allopatici per alcuni disturbi e omeopatici per altri. Tuttavia, quando medici con formazione tradizionale offrono anche un trattamento nmeopatico, c'è il pericolo che la loro preparazione omeopatica sia insufficiente a sfruttare al meglio questo sistema di cura.

Sia l'agopuntura che l'erboristeria trattano i pazienti in modo olistico (cioè globale), cercando di affrontare i fattori costituzionali profondi che molto spesso contribuiscono a provocare le malattie. E, come nell'omeopatia, anche nell'agopuntura il trattamento si basa sullo sfruttamento dell"energia' intrinseca del corpo. Tuttavia, poiché l'erboristeria, l'agopuntura e 1' omeopatia hanno obbiettivi simili, raramente è necessario combinarle. Inoltre, l'omeopatia ha metodi di valutazione del processo di guarigione ben definiti.

Quindi, se viene combinata con altre modalità di trattamento, può essere difficile stabilire a quale trattamento si debba attribuire un determinato effetto e ciò, a sua volta, rende difficile un'ulteriore diagnosi. Inoltre, combinare i trattamenti è un'operazione non priva di rischi.

L'omeopatia può essere utilizzata con successo insieme alle terapie di manipolazione (come la terapia chitopratica e l'osteopatia) non solo per alleviate il dolore o l'infiammazione, ma anche per sostenere la costituzione del paziente dopo il trattamento di manipolazione.

Nei casi di urgenza, l'omeopatia può essere una misura molto efficace di pronto soccorso e qui ha ottenuto forse i maggiori consensi. Può essere utilissimo tenere a casa una confezione di pronto soccorso omeopatico per gli incidenti e i disturbi lievi. È preziosa soprattutto per i più comuni disturbi infantili. I rimedi vanno somministrati con prudenza e, se un disturbo non migliora rapidamente, occorre rivolgersi a uno specialista.

La consultazione inizia con un'intervista che comincia appena l'omeopata vede o sente il paziente. La voce, le patole usate, la postura, l'abbigliamento, l'aspetto e il comportamento entrano tutti a far parte della valutazione. Anche una semplice stretta di mano assume un certo significato perché indica le condizioni della pelle del paziente (secca, sudata, morbida o callosa) e inoltre rivela

qualcosa del carattere della persona.

La forma dell'intervista dipende dallo specialista e dalle necessità del paziente. Se una malattia è un disturbo dello stato normale, è necessario scoprire quale sia questa situazione normale per il paziente. Gli omeopati ritengono che il terapista debba preoccuparsi della sofferenza del paziente e di quello che prova a tutti i livelli oltre a quello

fisico. Ciò è più facile a livello fisico perché l'anatomia e la fisiologia umana possiedono schemi limitati. Quindi, per ogni sintomo l'omeopata vuole conoscere le modalità di comparsa, la sede, le sensazioni che provoca e la frequenza e annota eventuali elementi insoliti.

Agli altri livelli, le informazioni vengono raccolte con pazienza incoraggiando il paziente a parlare dei suoi problemi. In tal modo, l'omeopata viene a conoscenza di una grande quantità di dati soggettivi, fatto che può essere contemporaneamente una debolezza e una forza delfomeopatia. Gli er-

tori di giudizio vengono ridotti attraverso il metodo di sperimentazione dei rimedi omeopatici perché le sensazioni e i pensieri degli sperimentatori vengono registrati e possono essere confrontati con quelli del paziente. Per ottenere ciò, la tecnica usuale dell'intervista non comprende domande dirette (tranne per eventuali chiarimenti);

in questa fase, la cosa più importante per l'omeopaia è ascoltare. Perciò, l'intervista richiede almeno un'ora.

ESAME

Per i motivi che abbiamo appena illustrato, gran parte dell'esame del pazienre da parte dell'omeopata consiste nell'osservare e ascoltare attentamente. Fattori significativi sono la postura del paziente e addirittura il modo di vestire, che possono essere molto rivelatori del carattere (artistico, tradizionale, ordinato, dimesso o informale, entusiasta, calmo o praticol. Inoltre, il modo di parlare del paziente può essere vivace, espansivo, pe-

dante, brusco o nervoso.

Se necessario, lomeopata può utilizzare le tecniche dell'esame medico convenzionale e servirsi degli strumenti della medicina ortodossa come lo sfigmomanometro, che serve a misurare la pressione arteriosa. Talvolta, al paziente possono venire prescritti diversi esami.

DIAGNOSI

Una volta raccolto il massimo numero di dati, l'omeopara li ordina e li analizza per stabilire quale sia il più importante e cosa abbia provocato il disturbo del paziente. Secondo la teoria omeopatica, qualcosa a cui il paziente è sensibile (per esempio, il dolore o la delusione) ha tanto disturbato la forza vitale (l'armonia della persona) che il corpo ha reagito per correggere la situazione manife-

stando dererminati sintomi.

I sintomi possono scomparire senza bisogno di aiuto o costituire la base di un trauma profondo che crea un disturbo più evidente, Per esempio, il dolore può provocare disturbi gastrici e digestivi di origine nervosa. Quindi, l'analisi del caso rappresenta la parte più importante della diagnosi omeopatica perché individua cosa in realtà non funzioni e vada trattato. Il quadro clinico del disturbo indica il rimedio da prescrtvere.

TRATTAMENTO

Scopo del trattamento è, una volta identificata la causa di un disturbo, ripristinare la salute somministrando un rimedio che abbia effetti simili a quelli del processo morboso. Il trattamento consiste nell'eliminare la causa, non nel limitarsi a ri-

muoverne per il momento gli effetti. Perciò, nel corso del trattamento ogni caso viene valutato nuovamente per assicurarsi che i sintomi siano mutati nella giusta direzione e verificate che la causa venga eliminata a una velocità adeguata.

Alcune malattie vanno eliminate rapidamente,

mentre altre, più croniche o gravi, devono scomparire più lentamente e in profondità.

Ogni paziente possiede diversi livelli di energia individuali di cui occorre tenere conto. Talvolta, il trattamento omeopatico può essere paragonato a spingere un masso su per una collina. Se la potenza del rimedio scelto è insufficiente, il masso non raggiunge la cima; il problema non viene risolto e ci sarà una ricaduta. Una ricaduta parziale può rendere necessario un altro colpetto dello stesso rimedio alla stessa potenza; una ricaduta completa richiede una maggiore potenza dello stesso medicamento.

Talvolta, quando un rimedio comincia a fare effetto, risulta evidente che il problema era più complesso di quanto apparisse inizialmente ed è possibile individuare l'intera sindrome. Una volta rivelatasi, essa può portare con sé un gruppo diverso di sintomi, che vanno anche essi trattati. Il caso viene nuovamente analizzato sotto questa nuova luce e si sceglie un rimedio appropriato

(sempre procedendo a nuove valutazioni di controllo). Dopo ogni trattamento, il livello di salute del paziente dovrebbe migliorare, sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo, perché viene riportata una maggiore armonia.

Talvolta, nel corso del trattamento dei disturbi cronici, i sintomi possono aggravarsi per breve tempo o può ricomparire un disturbo che aveva colpito il paziente precedentemente. Poiché l'aggravamento dei sintomi rientra nel normale processo di guarigione (indica che la forza vitale è at-

tiva), questi sintomi vengono considerati positivi e normalmente non richiedono alcun trattamento. I pazienti preoccupati della loro condizione dovrebbero consultarsi con il loro omeopata.

Di solito, i rimedi vengono prescritti sotto forma di compresse da sciogliere lentamente sotto la lingua. Ai pazienti viene raccomandato di evitare il caffè, la menta e i prodotti al mentolo (compreso il dentifricio alla menta) per tutta la durata del trattamento perché essi possono influire negativamente su alcuni rimedi.

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