Dr Fabio Del Pidio

Med. Omeopatica - Agopuntura Tr. Cin. -Mesoterapia - Med. Estetica - Dietoterapia

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Medicina Generale

MEDICINA GENERALE

Osteoporosi

Una malattia tipicamente femminile

Alle ossa nessuno pensa. O meglio, ci pensiamo quando è troppo tardi. Eppure dovremmo preoccuparci di tenere nella giusta considerazione il nostro apparato scheletrico: in fin dei conti ci sosterrà per tutta la vita...
Per avere ossa sane e resistenti è fondamentale nutrirle in modo adeguato. Ma di quali alimenti hanno bisogno in particolare le nostre ossa e, soprattutto, perché? L'elemento indispensabile per un sano sviluppo del tessuto osseo è il calcio, un prezioso minerale di cui sono ricchi il latte e i suoi derivati. Fin dall'infanzia, e per tutta la vita, si dovrebbe seguire una dieta ricca di calcio. Infatti, qualsiasi condizione che riduca la presenza di questo minerale nell'organismo ha una ripercussione diretta sulla robustezza delle ossa e può favorire la comparsa precoce di osteoporosi.
Osteoporosi significa, letteralmente, "ossa porose". "Questa malattia – spiega la dottoressa Maria Luisa Bianchi, segretario generale della Lega Italiana Osteoporosi – colpisce particolarmente le donne ed è caratterizzata da un aumento della fragilità dell'osso per la progressiva diminuzione del suo contenuto minerale. È una malattia tipica della terza età ed è la causa principale di fratture negli anziani".
Il guaio è che si tratta di una malattia "silenziosa" in quanto si sviluppa senza provocare particolari disturbi e diventa evidente solo quando intervengono modificazioni della struttura scheletrica: le vertebre, per esempio, tendono a deformarsi sotto il peso del corpo provocando incurvamenti della schiena e dolori; inoltre, aumenta il rischio di fratture, anche nel caso di una caduta banale. Tuttavia, questa malattia non deve essere considerata una condanna inevitabile. L'osteoporosi, infatti, può essere prevenuta. "Vi sono due vie: aumentare quello che si chiama picco di massa ossea, cioè accrescere la mineralizzazione delle ossa quando si è giovani, e diminuire la perdita di osso durante l'età adulta – chiarisce la dottoressa Laura Rossi, dell'Istituto Nazionale della Nutrizione di Roma. – Poiché durante l'infanzia e l'adolescenza si ha il maggior accumulo di massa ossea è importante che già da questa età ci si preoccupi di quei fattori ambientali, quali per esempio l'attività fisica e un adeguato apporto di calcio e altri minerali e micronutrienti, volti a rinforzare la massa ossea". Le ossa, quindi, in quanto tessuto vivo, vanno nutrite seguendo semplici regole alimentari, come il consumo regolare di latte, yogurt e formaggi, alimenti ricchi di calcio. Ma anche attività fisiche come camminare o la ginnastica, la sospensione, o perlomeno la riduzione, del consumo di alcool e caffè e l'esposizione ai raggi solari, che permette la sintesi della vitamina D, contribuiscono a ritardare il più possibile l'insorgenza della malattia. Ricordare alle proprie figlie o nipoti di "pensare alle ossa" è il miglior consiglio per evitare che si ammalino.

Perché l'incidenza dell'osteoporosi è maggiore nella donna rispetto all'uomo? "Le ragioni – spiega Maria Luisa Bianchi – sono due: il picco di massa ossea raggiunto intorno ai 30-35 anni è minore nelle donne rispetto agli uomini, che hanno la fortuna di avere ossa più robuste, e con la menopausa si ha un improvviso declino dei livelli degli ormoni femminili, gli estrogeni". La carenza di questi ormoni è una delle più comuni cause di osteoporosi nelle donne in menopausa. "Uno degli effetti fisiologici degli estrogeni – dice ancora la dottoressa Bianchi – è di inibire il processo di perdita di sali minerali dall'osso. Ovviamente quando cala drasticamente (togliere drasticamente) la produzione di estrogeni, come avviene dopo la menopausa, questo effetto si riduce e la perdita tende ad aumentare: la riduzione dei livelli di estrogeni causata dalla cessazione della funzione ovarica determina quindi un'accelerazione della perdita di massa ossea". Tanto più precoce sarà la menopausa (prima dei 45 anni), tanto più a lungo la donna sarà esposta al calo degli estrogeni". Oltre a questi, vi sono altri fattori che contribuiscono ad accelerare l'insorgenza dell'osteoporosi: la carnagione chiara, la costituzione minuta e con basso peso corporeo, la carenza di calcio, la sedentarietà, l'assunzione elevata di alcool, tabacco e caffè. "Si calcola – continua Maria Luisa Bianchi – che circa il 40% delle donne europee e di razza bianca sopra i 50 anni rischino di sviluppare questa malattia. Inoltre, con l'aumento della longevità l'osteoporosi colpirà sempre più donne nei prossimi 20-30 anni".
Queste affermazioni non devono però allarmare troppo. È vero che l'osteoporosi è una malattia ad alta incidenza, ma è altrettanto vero che con questa si può convivere, che si può curare e che si può tenere sotto controllo.

È consigliabile che una donna, una volta entrata in menopausa, si sottoponga all'esame della densità minerale ossea. Questo esame, irrinunciabile per le donne che abbiano avuto una menopausa precoce o chirurgica, dovrebbe essere effettuato una prima volta uno-due anni dopo l'inizio della menopausa e successivamente dopo circa due anni, per misurare la presenza e l'entità della perdita di tessuto osseo.
Per quanto riguarda i farmaci, il medico può contare su numerosi prodotti che agiscono rallentando la perdita di massa ossea. È bene sottolineare, come afferma la dottoressa Bianchi, che "la scelta del tipo di farmaco, il dosaggio e il tempo di trattamento possono essere stabiliti soltanto dal medico, che dovrà considerare le condizioni generali del paziente e dello stato del metabolismo osseo. La terapia deve quindi essere personalizzata". I farmaci a disposizione possono essere suddivisi in due categorie: quelli che inibiscono il riassorbimento osseo (estrogeni, calcitonina e bifosfonati) e quelli che aiutano la formazione ossea (sali di calcio, vitamina D e sali di fluoro).
Per quanto riguarda la prima categoria, un discorso a parte meritano gli estrogeni. Per riequilibrare il livello di estrogeni nell'organismo è bene, dietro prescrizione del medico o del ginecologo, ricorrere alla terapia ormonale sostitutiva, soprattutto nelle donne che hanno avuto una menopausa precoce, in quelle con una bassa massa ossea e in quelle che presentano i fattori di rischio di cui abbiamo già parlato. "Tuttavia – afferma Maria Luisa Bianchi – quando si intraprende questo tipo di terapia vanno valutati attentamente i possibili rischi a cui si potrebbe andare incontro, tra i quali, per particolari categorie di donne, c'è quello di tumore al seno. La terapia ormonale sostitutiva, quindi, richiede regolari controlli medici". Ecco perché, prima di iniziare questo tipo di trattamento sostitutivo, il medico di solito prescrive una serie di accertamenti tra cui vi è anche la mammografia. Per quanto riguarda la seconda categoria, oltre ai sali di calcio e di fluoro, va sottolineata l'importanza della vitamina D: in sua assenza, il calcio non può essere assorbito dal nostro organismo. Per sintetizzare la vitamina D abbiamo bisogno del sole. "Alle nostre latitudini – afferma Laura Rossi, titolare del Dottorato di ricerca in auxologia e fisiopatologia della crescita – è raro che manchi la vitamina D poiché l'insolazione stagionale è sufficiente a stimolare una sintesi adeguata di questa vitamina. Inoltre, l'abitudine di svestire i bambini durante il periodo estivo favorisce l'effetto benefico del sole e soddisfa i bisogni del nostro organismo. La vitamina D è carente nelle zone in cui, pur essendoci una insolazione sufficiente, donne e bambini, soprattutto per motivi culturali, non espongono il corpo ai benefici raggi del sole". Inoltre, anche due micronutrienti, boro e manganese, contribuiscono al sano sviluppo del tessuto osseo. Questi elementi, così come il calcio, sono normalmente presenti nella nostra alimentazione. Meglio ci si nutre, soprattutto nella prima parte della vita, e maggiore sarà la quantità di "capitale osseo" di cui potremo disporre in età avanzata.
L'osteoporosi, quindi, è una malattia seria, che può causare parecchi problemi, ma è anche una malattia che può essere tenuta sotto controllo e, spesso, curata. L'importante è che non ci si dimentichi di "pensare alle ossa".

Lo scheletro umano è formato da più di 200 ossa. Oltre a sostenere il corpo, le ossa proteggono gli organi vitali, permettono il movimento e immagazzinano il calcio e gli altri minerali essenziali. Le ossa sono composte per il 25% di acqua e contengono sangue e milioni di cellule che producono senza sosta nuovo tessuto osseo. Durante tutta la vita, l'osso va incontro a continue modificazioni, che comportano un equilibrio tra le fasi di distruzione (riassorbimento) e di costruzione (formazione). La fase di sviluppo e di rafforzamento del tessuto osseo si esaurisce verso il trentacinquesimo anno di età. Dopo i quarantacinque-cinquanta anni, ha inizio l'inevitabile declino. Questo fenomeno è un normale evento dell'invecchiamento, ma in alcune persone la perdita è molto più veloce e consistente, dando così origine all'osteoporosi. In questa malattia, il ciclo fisiologico osseo viene alterato e il riassorbimento prevale sulla formazione. Il risultato di questo sbilanciamento è un progressivo assottigliamento della parte più esterna dell'osso e una rarefazione della sua parte interna.

L'osteoporosi può essere prevenuta. Ma come comportarsi quando ci si accorge che, nonostante tutto, stiamo perdendo qualche centimetro di statura, la schiena si incurva e i polsi diventano più fragili? Prima di tutto bisogna reagire, è ovvio. Accettare la situazione è necessario, ma ciò non significa rassegnarsi. Tutt'altro. Vi sono molti accorgimenti che possiamo consigliare a che è anziano.

Uno stile di vita sano ed equilibrato, da iniziare in giovanissima età, aiuta, e molto, ad allontanare il rischio che insorga l'osteoporosi. Ecco alcune precauzioni per ritardare il più possibile la comparsa della malattia:

La Lega Italiana Osteoporosi (Lios) è stata fondata nel 1981. È una Associazione senza fini di lucro promossa da privati cittadini per favorire la conoscenza e stimolare l'interesse sociale e scientifico per le malattie demineralizzanti delle ossa, e in particolare per l'osteoporosi. Oltre a incrementare la divulgazione di notizie riguardanti l'osteoporosi e la promozione di studi sulla diffusione della malattia, la Lios cerca di aiutare concretamente la ricerca scientifica, istituendo borse di studio per medici e biologi che operano nel settore delle malattie metaboliche dell'osso. La quota annua di iscrizione alla Lios è libera, a partire da un minimo di 10.000 lire. Per avere ulteriori informazioni sulla Lios, ci si può rivolgere presso la sede che si trova in via Durini, 20, 20122 MIlano, tel. 02/76015866 – Fax 02/76015989. Il numero di conto corrente postale è : 16680209, intestato a: Lega Italiana Osteoporosi, Milano.

Per misurare la densità minerale e l'entità della perdita ossea nel tempo sono oggi impiegate molte tecniche, che non provocano alcun dolore:

In questi centri è possibile eseguire indagini per la diagnosi dell'osteoporosi. Non è un elenco completo: per avere informazioni più dettagliate, rivolgersi alla Lega Italiana Osteoporosi, via Durini, 20, Milano, tel: 02/76015866.

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Daniele Magni

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