Med. Omeopatica - Agopuntura Tr. Cin. - Mesoterapia - Med. Estetica - Dietoterapia
Tel. - fax 069397766 - Tel. Cell. 348-3419985 -
Convenzione S.S.N. Per la Medicina Generale
Dr Fabio Del Pidio
Med. Omeopatica - Agopuntura Tr. Cin. -Mesoterapia - Med. Estetica - Dietoterapia
Iscritto al Registro degli Omeopati Ordine dei Medici di Roma
Iscritto al Registro degli Agopuntori Ordine dei Medici di Roma
Terapia Sclerosante - Fleboterapia Rigenerativa
St.: v. E. Imbastari, 18 - Genzano di Roma
Tel.-Fax 069397766 - Tel. Cell. 348-3419985
Convenzione S.S.N. Per la Medicina Generale
Medicina Generale
L'endoscopia del tratto digestivo superiore
MEDICINA GENERALE
Scheda L'endoscopia del tratto digestivo superiore
La parte superiore dell'apparato digerente è costituita,
nell'ordine, dalla bocca, dal faringe, dall'esofago, dallo stomaco e dal duodeno.
La visione diretta (dall'interno) di questi organi è possibile con un esame
endoscopico chiamato, appunto, esofago-gastro-duodenoscopia (a volte per semplicità
abbreviato in "gastroscopia").
L'indagine viene effettuata con uno strumento costituito da un tubo flessibile,
con struttura analoga a quello utilizzato per la colonscopia, lungo circa 110 cm
e con diametro inferiore a un cm, che viene introdotto dalla bocca e sospinto lungo
tutto l'esofago, fino alla cavità dello stomaco e, oltrepassata quest'ultima,
fino al duodeno, cioè al tratto iniziale dell'intestino tenue.
A che cosa serve l'esame?
L'esame viene richiesto per molti motivi: può essere necessario per ricercare la causa di uno o più disturbi riferibili allo stomaco o all'esofago: disfagia (cioè difficoltà o dolore alla deglutizione), dolore addominale o toracico, bruciori, difficoltà digestive di vario tipo, nausea o vomito; a volte invece può essere utile per controllare l'evoluzione o la guarigione di malattie già diagnosticate (ulcera gastrica o duodenale, esofagite, gastrite, infezione da Helicobacter pylori, ecc.), oppure per chiarire dubbi diagnostici.
Come devo prepararmi?
Non è necessaria alcuna preparazione particolare. È sufficiente essere a digiuno da almeno otto ore; è consigliabile anche non bere nelle ore immediatamente precedenti l'esame.
Quanto dura l'esame?
L'esame dura pochi minuti, in genere non più di 10 o 15. La durata può però variare a seconda della necessità o meno di effettuare, nel corso dell'endoscopia, altre manovre o procedure (per esempio, prelievo di un piccolo frammento di mucosa per l'esecuzione di una biopsia oppure trattamento sclerosante di varici esofagee).
Sentirò male? Mi faranno l'anestesia?
L'esame è praticamente indolore. La mucosa del tratto che
viene esplorato, se si eccettuano i primi centimetri, corrispondenti al faringe,
è priva di innervazione sensitiva, quindi è insensibile al dolore.
Il faringe, d'altra parte, viene reso insensibile mediante qualche spruzzo di anestetico
locale. Inoltre viene praticata una premedicazione per via endovenosa con un antispastico
e un sedativo: lo scopo non è tanto o soltanto quello di tranquillizzare,
bensì quello di favorire una buona distensione dello stomaco e una riduzione
degli spasmi muscolari esofagei, gastrici e duodenali, per consentire una visione
ottimale.
Nel corso dell'esame possono essere effettuati prelievi di tessuto mucoso, cioè
delle biopsie: anche questa procedura, che avviene con apposite pinze che "pizzicano"
un piccolo frammento di tessuto e lo asportano con i loro margini taglienti, è
del tutto indolore e priva di rischi.
Mi verrà voglia di vomitare? Mi sentirò soffocare? Ci sono altri rischi?
Il passaggio dello strumento in faringe può, in alcuni
casi, in soggetti particolarmente sensibili, indurre uno o più conati di
vomito, per stimolazione diretta della parete mucosa: questi sintomi sono di brevissima
durata (una volta che la punta dell'endoscopio è passata, il conato scompare)
e facilmente controllabili con alcuni atti respiratori profondi.
La sensazione di "soffocamento" è del tutto assente: il condotto percorso
dallo strumento (l'esofago) è ben distinto e separato da quello attraverso
cui passa l'aria che respiriamo (la trachea).
Le complicanze più serie e frequenti, anche se rarissime (molto meno di 1
caso su 1000 endoscopie), sono la perforazione, il sanguinamento e la possibilità
di infezioni. Con le attuali procedure questi rischi sono trascurabili, per cui
l'esofagogastroduodenoscopia può essere definita una procedura diagnostica
sicura.
Come starò dopo l'esame?
A seguito della somministrazione endovenosa del sedativo, non
si deve guidare per almeno 6 ore: è quindi utile recarsi nel centro dove
verrà praticato l'esame accompagnati da una persona che potrà guidare
al ritorno.
Poiché l'anestetico spruzzato in gola annulla la sensibilità faringea,
è raccomandabile rimanere a digiuno fino al totale ripristino della sensibilità
stessa (cosa che avviene nel giro di poche decine di minuti) per evitare che qualsiasi
alimento ingerito, solido o liquido, "vada di traverso".
Se nel corso dell'esame è stata effettuata una biopsia, oppure si è
verificato un sanguinamento, viene prescritta l'assunzione di un farmaco che forma
una barriera protettiva sulla parete (per esempio, il sucralfato); è inoltre
consigliabile rimanere a digiuno per alcune ore e, per almeno 24 ore, ingerire alimenti
e bevande a temperatura ambiente (assolutamente da evitare cibi e bevande caldi).
Poiché, sempre per effetto della sedazione, potrebbe essere difficile capire
bene quanto viene detto dopo l'esame, è utile richiedere che qualsiasi avviso
o istruzione vengano forniti per iscritto.