Dr Fabio Del Pidio

Med. Omeopatica - Agopuntura Tr. Cin. - Mesoterapia - Med. Estetica - Dietoterapia

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Convenzione S.S.N. Per la Medicina Generale

MEDICINA GENERALE

Insonnia

LE FASI DEL SONNO

ALLA RICERCA DEL SONNO PERDUTO

NON SOLO INSONNIA

QUEL FASTIDIOSO RUSSARE...SIETE GUFI O ALLODOLE?

Durante il sonno il corpo si riposa. Il cervello no. Lavora, ma in modo più rilassato, prendendosi il tempo che gli occorre per riordinare le idee, ricostituire le scorte di energia consumate durante il giorno e verificare che tutto funzioni a dovere.
Ma che cos'è in realtà il sonno?
"A questa domanda non sono state ancora date risposte definitive" spiega il professor Salvatore Smirne, direttore della Clinica neurologica, Dipartimento di Scienze neuropsichiche dell'Ospedale San Raffaele di Milano e presidente dell'Associazione Italiana di Medicina del Sonno. "Sicuramente serve a recuperare le energie, ma non solo. Le ipotesi in proposito sono molte. Potrebbe essere un mezzo attraverso cui l'organismo riesce a risparmiare energie, poiché durante il sonno si consuma di meno. Alla luce delle più recenti acquisizioni scientifiche, il sonno serve probabilmente anche a consolidare le tracce mnesiche. In altre parole, durante il riposo notturno, il cervello riesamina le esperienze acquisite durante il giorno, elimina quelle inutili e fissa nella memoria le più importanti. Questo lavoro di pulizia viene svolto nei momenti in cui il sonno è più leggero, cioè durante le fasi chiamate REM".

Quella che a tutti noi sembra solo una "bella dormita" è in realtà un alternarsi di periodi caratterizzati da spiccate modificazioni dell'attività cerebrale e del tono muscolare. Quando ci addormentiamo scivoliamo in un sonno via via più profondo che dura circa 80-90 minuti a cui segue una fase di sonno più leggero che dura, in genere, una ventina di minuti. Poi il ciclo riprende dall'inizio. Lo stadio che coincide con il sonno leggero è denominato REM (Rapid eyes movement) perché caratterizzato dalla presenza di rapidi movimenti dei bulbi oculari. In questo periodo i muscoli sono completamente rilassati; il cervello, al contrario, lavora alacremente, tant'è vero che questa è proprio la fase in cui sogniamo. I ricercatori non sono ancora riusciti a stabilire la durata del sonno ideale perché quest'ultima varia ampiamente in relazione a numerosi fattori tra i

quali spicca, in primo piano, l'età. Un neonato, infatti, dorme in media quindici ore, l'adolescente circa nove, mentre all'adulto ne dovrebbero bastare sette, otto. Bisogna però considerare anche un altro aspetto: il dormire, come tante altre attività, risente di fattori squisitamente individuali. Non meravigliatevi quindi se la vostra vicina si sente in perfetta forma dopo appena cinque ore di sonno, mentre voi siete letteralmente a pezzi se non riuscite a dormire almeno nove ore.

Le statistiche non lasciano spazio ai dubbi: gli italiani che dormono poco o male sono in costante aumento. Difficoltà ad addormentarsi (insonnia iniziale), risvegli precoci (insonnia mattutina) oppure forme in cui sono presenti entrambi questi aspetti, possono trasformare l'ora di andare a letto in un vero e proprio calvario. Per non parlare di come ci si può sentire il giorno dopo. Questo disturbo che ci disorienta e contro cui spesso non riusciamo a opporre che una compressa di sonnifero, può essere affrontato efficacemente solo a una condizione: scoprirne le cause.
"L'insonnia - afferma il professor Smirne - non è una malattia. Nel 25% dei casi è legata a un'anomalia costituzionale caratterizzata da uno squilibrio dei centri che controllano il ritmo sonno-veglia, per il resto dipende da problemi identificabili come, per esempio, i disturbi d'ansia o psichiatrici. In questi casi non è pensabile utilizzare solo i sonniferi: se una persona non dorme perché è depressa è necessario innanzitutto curare la depressione; i sonniferi andranno usati, per brevi periodi di tempo, solo se l'antidepressivo non dovesse bastare. In altri casi l'insonnia dipende da malattie mediche con sintomi che si accentuano soprattutto durante le ore notturne, come avviene nel dolore da reumatismi, nel prurito, nelle crisi asmatiche oppure nell'ulcera gastrica. È ovvio che anche in questi casi il problema può essere risolto in modo radicale solo curando la malattia di base".
In definitiva, quindi, chi soffre d'insonnia deve guardarsi bene dall'affrontare in modo autonomo il proprio disturbo. Meglio rivolgersi al medico che possiede le conoscenze necessarie per scoprire che cosa si nasconde dietro le nostre "notti bianche". Questo però non vuole essere un invito ad assumere un atteggiamento passivo nei confronti dell'insonnia. Gli spazi per agire ci sono e possono dare buoni risultati, soprattutto nei casi non legati a una causa fisica o psichica. Non servono grandi strategie, basta adottare con costanza alcune semplici regole igieniche: andare a letto e svegliarsi sempre alla stessa ora, evitare i pasti troppo abbondanti, non impegnarsi in attività mentali o fisiche troppo coinvolgenti ed evitare le bevande eccitanti.

L'insonnia è solo una delle numerose facce dei disturbi del sonno. C'è anche chi ha il problema opposto, cioè quello di dormire troppo. In termini medici questo disturbo si chiama narcolessia ed è caratterizzato da attacchi di sonno invincibili che durano pochi minuti, ma che tendono a ripetersi più volte nell'arco della giornata. Anche in questo caso, ovviamente, è indispensabile il ricorso al medico, ma si può ugualmente tentare di limitare il problema facendo, per esempio, un sonnellino pomeridiano.
Ci sono poi le parasonnie, fenomeni che, pur manifestandosi durante il sonno, non ne disturbano complessivamente l'architettura. È il caso, per esempio, del sonnambulismo che colpisce prevalentemente i bambini e scompare da solo nell'arco di qualche anno; oppure del bruxismo, termine utilizzato per indicare un digrignamento dei denti durante il sonno. Questa abitudine, più frequente di quanto non si pensi, ha cause ancora oscure. Ma una cosa è certa: a lungo andare sono i denti a risentirne di più. E per salvaguardarli bisogna rassegnarsi a indossare una protezione di gomma.

Per alcune persone il russare non è solo causa di litigi furibondi con il partner, ma un segnale d'allarme sintomatico di uno stato di salute alterato che richiede il tempestivo intervento del medico.
"In questi casi - spiega il professor Smirne - il respiro si interrompe perché la parte molle del palato si rilascia e cade all'indietro determinando una temporanea ostruzione delle alte vie respiratorie. Nell'80% dei casi questo disturbo è legato alla presenza di fosse nasali ristrette per cause diverse come, per esempio, deviazioni del setto nasale oppure adenoidi troppo sviluppate. Altri difetti che possono favorire le apnee notturne sono una lingua Ôingombrante' oppure tonsille ingrossate o una mandibola troppo piccola oppure spostata all'indietro. Durante l'inspirazione, il flusso d'aria che passa attraverso queste zone ristrette diventa più rapido. Vengono così a crearsi vortici che fanno vibrare la parte molle del palato e, al tempo stesso, la stirano verso il basso aggravando ulteriormente l'ostruzione".
Nei brevi periodi in cui le vie respiratorie sono ostruite si verifica un temporaneo arresto del respiro il quale, a sua volta, innesca una serie di meccanismi che fanno svegliare il russatore per qualche secondo. Egli, solitamente, non si rende conto di questi continui micro-risvegli che possono invece essere seguiti dal partner: prima si sente russare sonoramente, poi si ha una pausa di arresto a cui segue un profondo respiro accompagnato, di solito, da bruschi movimenti del corpo. Poi il russamento riprende.
Ora provate a immaginare come vi sentireste al mattino se il telefono avesse squillato per tutta la notte svegliandovi ogni 10-15 minuti!
"In questi casi - aggiunge il professor Smirne - possono essere utili alcuni consigli igienici, come evitare gli alcolici alla sera, non assumere sonniferi e cercare di dormire un numero sufficiente di ore per evitare la sonnolenza diurna. Ovviamente tutto questo allevia il problema, ma non lo risolve. Quando la situazione peggiora, bisogna intervenire chirurgicamente sulle cause, correggendo l'ostruzione nasale oppure il difetto mandibolare. Dato che spesso questo disturbo colpisce le persone obese, è chiaro che in questi casi una dieta dimagrante può essere di grande aiuto. Ma c'è un ultima possibilità: l'uso di un'apparecchiatura chiamata CPAP (Continuous positive air pressure). Si tratta, in pratica, di un compressore collegato con una mascherina attraverso la quale l'aria viene sospinta nelle vie aree con una pressione tale da impedirne l'occlusione".

Se incontrate notevoli difficoltà ad addormentarvi, ma una volta a letto dormite saporitamente fino a mattina inoltrata, siete probabilmente... gufi. Non c'è nulla di preoccupante: il vostro orologio interno è programmato per dormire dalle tre alle undici del mattino. Se, al contrario, alle dieci di sera iniziate a crollare dal sonno, e alle quattro del mattino vi sentite freschi come una rosa, siete... allodole. Quelli che hanno più problemi sono sicuramente i gufi, a meno che non scelgano un lavoro notturno. Se questo non è possibile non rimane che una cosa da fare: riprogrammare l'orologio. A questo proposito può risultare utile la melatonina, un farmaco recentemente al centro dell'attenzione per i suoi presunti effetti anti-invecchiamento.
"La melatonina - precisa il professor Smirne - serve a correggere le alterazioni dei ritmi del sonno-veglia ed è utile soprattutto alle persone che si addormentano a notte inoltrata e si svegliano in tarda mattinata. La sua efficacia come sonnifero è, invece, controversa. La melatonina, infatti, ha una durata d'azione troppo breve per poter agire bene nell'insonnia. Recentemente sono stati messi a punto dei derivati a lento rilascio che allungano la durata d'azione della melatonina. Tuttavia le esperienze acquisite con questi nuovi preparati non sono sufficienti per poter stabilire le loro possibilità d'impiego nell'insonnia. La prima indicazione della melatonina rimane quindi sempre quella relativa ai disturbi del ritmo sonno-veglia con fase del sonno ritardata".
Per i gufi, quindi, il rimedio c'è ed è un rimedio che funziona davvero, ma che deve sempre essere prescritto dal medico. Le allodole, invece, si devono rassegnare: dopotutto, come dicevano le nostre nonne, le ore del mattino hanno l'oro in bocca!

SCHEDE


CURARSI VA BENE, MA...

I disturbi del sonno possono, in molti casi, essere prevenuti o perlomeno minimizzati, rispettando semplici regole igieniche. Viva le buone abitudini. Andare a letto e alzarsi sempre alla medesima ora aiuta a regolare il ritmo interno del corpo. A volte può essere anche utile compiere la stessa serie di gesti prima di andare a letto in modo da comunicare all'organismo che è ora di dormire. Il silenzio è d'oro. Assicuratevi che l'ambiente in cui dormite sia confortevole. Se dividete il letto con un partner che russa o si agita durante il sonno, l'unica soluzione è ...la fuga in un'altra stanza.

Vestirsi per la notte. Indossate indumenti ampi perché il sonno migliora quando ci si può muovere liberamente. Al buio è meglio. Oscurate completamente la camera da letto: le luci della strada possono rendere più difficile la fase di addormentamento.

Soprattutto moderazione. Prima di andare a letto, evitate di bere alcolici, birra e vino compresi. L'alcool è un vero nemico del sonno. Evitate anche di dedicarvi ad attività impegnative. Può essere utile, invece, leggere un romanzo "leggero" o seguire un programma televisivo divertente. Assolutamente controindicate le bevande contenenti caffeina. Evitate anche di fumare. Eliminare la tensione. Se non riuscite a dormire, alzatevi e dedicatevi a qualcosa di divertente fino a quando non vi sentite assonnati. Non restate a letto con la preoccupazione di non riuscire a dormire. E soprattutto non saccheggiate il frigorifero.

Muoversi con regolarità. Passeggiate, escursioni in bicicletta o qualsiasi altro sport aiutano a dormire meglio, a patto che l'esercizio fisico non sia fatto immediatamente prima di andare a letto. Evitare i pisolini. Se non avete problemi di narcolessia, dormire di giorno può mettere in confusione l'orologio interno e creare difficoltà al momento di andare a letto. Una boccata d'aria fresca. Secondo alcuni studi, sembra che l'esposizione alla luce solare durante il giorno possa contribuire ad assicurare notti serene. Una breve passeggiata all'aria aperta, quindi, può essere d'aiuto.

Ogni cosa al suo posto. La camera da letto serve per dormire e non per guardare la televisione, ascoltare la radio, lavorare o, ancora peggio, mangiare.

I COLORI DEL SONNO

La cromoterapia sfrutta a fini curativi la luce e il colore, impiegati per trattare svariati disturbi tra cui l'ansia e l'insonnia.

Il rosso: svolge un effetto stimolante generalizzato. Gli insonni devono quindi evitare di coricarsi tra lenzuola rosse oppure in stanze con pareti rosa.

Il blu: svolge un effetto calmante generalizzato e favorisce il rilassamento. È quindi una tinta da non usare sulle pareti del salotto (gli ospiti forse si addormenterebbero), ma da utilizzare abbondantemente in camera da letto, specie se si soffre d'insonnia

SIETE AMMALATI O SOLO RUMOROSI?

Basandovi sulla seguente scala di valutazione, rispondete alle domande segnando il punteggio che più si avvicina al vostro caso (facendovi ovviamente aiutare dal partner).
    O mai
    1 raramente
    2 a volte
    3 spesso
    4 sempre o quasi sempre
    5 sì

DOMANDE

    Quante volte vi è stato riferito che russate?
    Quando russate disturbate il vostro partner?
    Quando russate disturbate disturbate gli occupanti della stanza accanto?
    Il vostro russare è peggiorato progressivamente?
    Russate solo in posizione supina?
    Russate in qualunque posizione
    Vi è stato riferito che smettete di respirare per qualche momento tra una russata e l'altra?
    Durante il russamento vi siete mai svegliati improvvisamente.
    Il vostro partner è mai stato costretto a lasciare la stanza per dormire altrove?
    Il russare vi ha mai messo in imbarazzo durante un periodo di vacanza o in occasione di pernottamenti in alberghi o in casa di conoscenti?

IL PUNTEGGIO

  • Se nelle domande 1, 2, 3, avete totalizzato omplessivamente più di 4 punti, è probabile che siate tanto rumorosi da creare dei problemi a chi vi vive accanto; è pertanto bene correre ai ripari.
  • Se nelle domande 4, 7, 8, avete totalizzato più di 4 punti, è piossibile che si verifichino episodi di apnea durante il sonno ed è quindi bene consultare il medico.
  • Se nella domanda 5, vete totalizzato più di 2 punti, probabilmente il vostro russare è dovuto all'effetto della gravità sui tessuti molli delle vie aeree superiori e non a un'ostruzione anatomica. Cercate di adottare accorgimenti che vi impediscano di dormire in posizione supina.
  • Se nella domanda 6, avete totalizzato più di 3 punti, probabilmente il vostro russare è causato da un'ostruzione delle vie respiratorie ed è bene consultare uno specialista. ¤
  • Se nelle domande 7, 8, 9, 10, avete totalizzato più di 6 punti, le probabilità di crisi di apnea notturna sono elevate e dovete correre ai ripari senza indugi.

Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista "Consigli Pratici"

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