Nella parte mediana e fino al Delta, tra le piante nascono le splendide NINFEE e, com fiori piu' piccoli, il MORSO DI RANA DI MARE. Nel Delta e' molto diffusa la CANNELLA PALUSTRE, una pianta che ha grande importanza, perche' consolida i terreni e costituisce un habitat favorevole per la nidificazione di molti uccelli. I suoi fusti, infine, vengono usati in molte lavorazioni di cui tratteremo in seguito. Nel Delta, un po' distante dal mare, crescono folti cespugli di GINEPRO COCCOLONE e di TAMERICI. Lungo tutto il corso del Fiume fino a 2000 m di altezza si incontrano il PIOPPO BIANCO, il SALICE DA CESTA, il SALICE NERO, il SALICE ODOROSO. Per quanto riguarda la Fauna Ittica, nel tratto montano si trova la TROTA; un po' piu' a valle vivono il TEMOLO, il CAVEDANO, la LAMPREDA. Tra gli anfibi, il piu' diffuso e' al RANA VERDE (quella commestibile) anche se i diserbanti e gli altri prodotti chimici usati in agricoltura la stanno decimando. Sono presenti anche le RAGANELLE, i ROSPI, i TRITONI e nelle zone di montagna la RANA ROSSA e il TRITONE ALPINO. Tra i rettili vanno ricordati la BISCIA D'ACQUA e la TESTUGGINE MARINA (difficilissima a scoprirsi). Numerosissima e' la colonia degli uccelli. Nelle zone piu' fitte di cannella palustre si trovano la FOLAGA e la GALLINELLA D'ACQUA, il BUFFETTO e lo SVASSO MAGGIORE. Presenti lungo tutto il fiume sono l'USIGNOLO DI FIUME, il BECCAMOSCHINO, il PENDOLINO e il MARTIN PESCATORE che nidifica nelle rive sabbiose. Nell'Alto Po troviamo soltanto il MERLO ACQUAIOLO. Tra i mammiferi sono presenti il TOPO RAGNO D'ACQUA, l'ARVICOLA D'ACQUA e il TOPOLINO DI RISAIA. Nel Gran Bosco della Mesola (Ferrara), che costituisce una riserva naturalistica, flora e fauna conservano l'aspetto originario, quello che si poteva ammirare lungo il corso del Po prima di molti discutibili interventi dell'uomo. Al fiume, alle sue risorse, alla sua flora e alla sua fauna, sono legati alcuni mestieri tipici, molti ormai scomparsi, altri in via di estinzione o profondamente trasformati. Uno dei piu' curiosi e' la RICERCA dell'ORO, che si effettua setacciando la sabbia del fiume. La sabbia e i ciottoli del fiume sono usati da sempre nell'ATTIVITA' EDILIZIA. Un mestiere tipico legato a una delle tante risorse del fiume e' la LAVORAZIONE della CANNELLA PALUSTRE. Scomparsa e' la produzione di STRUMENTI in LEGNO per i campi che oggi si trovano soltanto nei negozi degli antiquari. Un tempo era anche molto diffusa la LAVORAZIONE dell'ORO, per produrre orecchini e spille con cui le donne si ornavano nei giorni di festa. Per le ARTI POPOLARI va, ricordata la produzione di ex voto e di stampe (soggetti religiosi, fatti di cronaca, proverbi, predizioni ecc.). Una delle attività' fondamentali che si svolgono lungo il fiume e' ovviamente la PESCA, sia sportiva che professionale. La pesca delle anguille che ha, per cosi' dire, COMACCHIO come capitale, negli ultimi 25 anni e' diminuita del 70% per effetto degli inquinamenti e dei prosciugamenti dovuti alle bonifiche. Un'attività' tradizionale legata alla pesca e' la conservazione delle anguille, le quali vengono prima arrostite e poi rinchiuse in vasi colmi di aceto insaporito con erbe aromatiche. Legata all'acqua e' la COLTIVAZIONE del RISO, introdotta circa alla meta' del 1400 questa attività' e' concentrata soprattutto in LOMELLINA, nel VERCELLESE, nel NOVARESE, e in alcune zone del MANTOVANO e del POLESINE. Legata all'allevamento bovino e' l'INDUSTRIA CASEARIA(che va dal famoso PARMIGIANO, al GORGONZOLA, allo STRACCHINO, alla ROBIOLA). Il PO e' anche ZONA di CACCIA, che ha caratteristiche diverse nella zona del DELTA e nel corso medio del fiume.
Osserviamone ora alcuni aspetti per meglio valutarne l'importanza:FLORA E FAUNA
MESTIERI
TRADIZIONI
NAVIGAZIONE
Assai diffusa e' la LENTICCHIA DI MARE che si sviluppa molto rapidamente fino a coprire l'intera superficie delle acque e costituisce la riserva di cibo per molte specie di uccelli.
Piu' vicino alle sponde fiorisce L'IRIS.
Nella fascia costiera s'innalza il PINO MARINO, che si accompagna spesso al LECCIO e a un sottobosco di arbusti sempreverdi.
Il Fiume inoltre trasporta a valle arbusti tipicamente alpini, che attecchiscono anche nelle zone di pianura, come la BETULLA e la GINESTRA.
In pianura compaiono la CARPA, la TINCA, il BARBO.
Il LUCCIO (detto il predone del Po), che puo' superare i 10 Kg di peso e 1 metro di lunghezza, percorre tutto il fiume in cerca di cibo.
Nel medio corso del Po incontriamo anche il PESCE PERSICO.
Caratteristiche diverse hanno i pesci del Delta, perche' sono costituiti da specie che possono vivere sia in acqua salata che in acqua dolce, o che vivono nell'una e nell'altra a seconda dell'eta' e del ciclo di riproduzione.
Ne fanno parte la famiglia dei CEFALI, il lATTERINO, l'ORATA, la SPIGOLA, il ROMBO,e la PASSERA DI MARE.
Il pesce tipico e' pero' l'ANGUILLA, che si riproduce nell'Oceano Atlantico; le sue larve impiegano cirga due anni per raggiungere le nostre coste, da dove cominciano la risalita del fiume nelle cui acque risiedono fino alla maturita', quando riprendono la via dell'Atlantico.
Un ciclo inverso a quello delle ANGUILLE hanno invece le LAMPREDE, che depongono le uova nel fiume e completano la loro maturazione in mare.
Infine ecco lo STORIONE, il gigante del PO. Puo'(arrivare fino a 2 metri di lunghezza e 4 quintali di peso) che risale il fiume per deporre le uova.
L'inquinamento delle acque ha fatto del tutto scomparire il GAMBERO DI FIUME e anche lo STORIONE e il TEMOLO sono in forte diminuzione per lo stesso motivo.
Procedendo dalla foce verso la sorgente compaiono il FRATINO e la quasi scomparsa BECCACCIA DI MARE ; piu' all'interno , nelle valli, il CAVALIERE D'ITALIA, il GABBIANO REALE e quello comune, la RONDINE DI MARE, il FRATICELLO il MIOGNATTINO.
Tra le erbe e gli stagni vivono il GERMANO REALE e la MORETTA TABACCATA (anche essa in estinzione).
Nel Delta nidificano gli AIRONI di diverse specie, MARZAIOLE e CODONI.
In via di estinzione, per la caccia spietata che ne viene fatta e' la LONTRA.
Sono mestieri che dimostrano l'intenso legame esistente fra l'uomo e il particolare ambiente del Po; testimoniano, cioé, un modo di usare il fiume e le sue risorse senza abusarne in maniera distruttiva.
La ricerca ha, pero', dato da sempre risultati modesti e i cercatori d'oro diminuiscono sempre piu'.
Un tempo la loro estrazione veniva fatta prevalentemente a mano e con attrezzi rudimentali da cavatori: i carichi venivano poi trasportati in barconi spinti da remi trainati da cavalli lungo le rive.
Oggi, invece, si usano escavatrici meccaniche e camion per il trasporto.
L'estrazione di sabbia e dei ciottoli e' cosi' diventata eccessiva, provoca gravi danni alla fisionomia del fiume ed all'ambiente ecologico.
Strettamente intrecciata serviva un tempo a fabbricare incannicciati per i soffitti delle abitazioni.
Oggi impiegata per produrre stuoie.
Simile e' anche la lavorazione del salice e dei vimini. Con i loro rami intrecciati, i "CAVAGNE'"(che significa "cestai", perché' la cavagna é la cesta) producevano ceste, culle, gabbie, museruole per buoi ecc.
Oggi la loro attività' e' limitata alla produzione di ceste e di nasse per la pesca.
Questa antica tradizione e' stata raccolta da una città' situata lungo le rive del fiume,
La pesca professionale, che ha come preda principale l'anguilla, viene esercitata soprattutto nel Delta, dai pescatori che sfruttano la conoscenza dei luoghi, delle correnti e delle abitudini del pesce.
Si usano i seguenti metodi: recinti di canna o di rete sostenuti da pali che vengono collocati nei luoghi più' opportuni per costringere le anguille a percorsi obbligati, al termine dei quali vengono catturate facilmente; reti che finiscono con grandi nasse dove le anguille entrano e non possono piu' uscire; palamiti: lenze con molti ami che si depositano sul fondale; fiocine: lunghi bastoni con terminale a tridente per infilzare pesci e gamberi.
Importante e' anche la pesca dei cefali e delle altre specie marine effettuata con le reti.
Lungo le rive del fiume si allineano numerosi pescatori sportivi, per lo più' con la canna, ma anche con la bilancia o il bilancino che, in certi periodi, permette di catturare buone quantità' di pesce.
La coltura del riso, oggi effettuata meccanicamente e con diserbanti, che hanno un alto potere inquinante, in epoche precedenti era basata sul lavoro manuale delle MONDINE.
Le Mondine ci hanno tramandato un ricco canzoniere: molti sono i canti di protesta; altri servivano invece per comunicare informazioni e notizie, perché' durante il lavoro, le mondine avevano la proibizione di parlare.
All'ALLEVAMENTO suino e' connessa l'industria degli insaccati (SALAME, PROSCIUTTO, SALSICCE, ecc.) che da' luogo a produzioni tipiche come le SALAMELLE di Mantova o lo ZAMPONE di Modena.
A livello artigianale questa attività' e' svolta dai MAZZOLARI che a colpi di mazza uccidono e confezionano il maiale, girando da paese a paese.
Nel DELTA si caccia prevalentemente in "BOTTE" cioè' in ripari galleggianti nei quali il cacciatore si nasconde e richiama la selvaggina con animali finti o versi particolari.
Si cacciano in questo modo: ANATRE, FOLAGHE, PAVONCELLE e BECCACCINI.
Nel medio corso del fiume la caccia si effettua prevalentemente "all'aspetto", cioe' attendendo che gli stormi di uccelli si posino per mangiare.
Un tempo era diffusa la caccia con al SPINGARDA; una barca su cui era montata l'arma portava il cacciatore al centro del fiume, dove riposavano gruppi di anatre a riparo di cacciatori delle rive e ne faceva strage.
La caccia per il modo distruttivo come viene praticata, causa notevoli danni alla fauna, sia stanziale che di passo.
"PASA PO' CAVAL UNA BUSCA" (passare il Po a cavallo di un fuscello, o in altro senso: fare qualche azione molto rischiosa). Ecco due esempi di proverbi direttamente legati alla vita del fiume. Le feste di paese si svolgevano attorno alla balera, una piattaforma circolare coperta da un telo sulla quale si intrecciano i balli. Al consumo dei cocomeri (che nella bassa Valle del Po si chiamano ANGURIE) era legata un'altra tradizione, in molti luoghi tuttora diffusa: il proprietario del campo piantava e coltivava i cocomeri; quando i frutti erano maturati il campo veniva affittato a chi si dedicava per diversi mesi alla vendita della frutta. Moltissimi sono i canti tramandati di generazione in generazione, ora raccolti da cultori di tradizioni popolari. L'architettura agricola permette di notare tante omogeneità' e differenze.
"AL PO' AL VA' 'NDEE' CAL VO'"(il Po va dove vuole, e anche: puo' quindi va dove vuole).
Ma il Po ha sempre costituito una fonte assai ricca per la nascita di tradizioni, di abitudini e di costumi.
Esaminiamone alcuni:
Nella grande famiglia contadina il capo era chiamato REGIO'(in Lombardia) o RASDOR(in Emilia).
Egli disponeva di pieni poteri per decisioni che riguardavano il lavoro dei campi e aveva, inoltre, la rappresentanza esterna della famiglia.
In casa comandava la REGIURA (in Lombardia) o RASDORA (in Emilia), che guidava le faccende domestiche ed era la sola ad avere la disponibilità' di tutte le chiavi.
Queste strutture familiari sono ormai scomparse e anche i nomi (che letteralmente significano "reggitore", "reggitora"), sopravvivono solo più in alcune zone.
La balera veniva smontata e portata da paese in paese, seguendo il calendario delle feste.
Allora al margine del campo sorgeva una baracca (l'ANGURIERA), con una tettoia, tavolini e sedie che diventava meta di consumatori e luogo di incontro, di ballo e di giochi.
Sono canzoni legate alla vita dei campi, a fatti religiosi o di cronaca, canti politici e di protesta.
Possiamo raggruppare gli edifici agricoli in quattro tipi principali:
tutti gli edifici ( quello padronale, quello dei lavoratori, le stalle, i fienili ecc.) sono collegati fra loro e fanno parte di un unico fabbricato che circonda un cortile quadrato.
Si entra nel cortile attraverso un portico.
Questo tipo di cascina e' diffuso dal Piemonte fino a Cremona.
i diversi edifici sorgono l'uno vicino all'altro, se non da aie e cortili.
Questo tipo di abitazione e' diffuso da Cremona fino all'inizio del Delta.
unico fabbricato che comprende la stalla, la casa del proprietario e talora dei lavoranti e un solaio-fienile.
Diffusa in tutta la Pianura Padana, ma soprattutto nella bassa valle.
edificio di modeste dimensioni, all'origine costruito o coperto con la tradizionale cannella, poi sostituita da mattoni e tegole.
Diffuso nella zona da Rovigo al Delta (e, oltre, nella laguna fino a Trieste).
La navigazione commerciale, cioè le merci, e' possibile nel Po da PIACENZA al mare, per un percorso di 382 km, a natanti fino a 1000 tonnellate: in questo tratto sono presenti le segnalazioni, che indicano quando occorre cambiare sponda per non uscire dalla zona dove il fondale e' mantenuto (a cura di personale specializzato: i cosiddetti "MEATORI") alla profondità' di non meno di 150 metri anche nei periodi estivi di magra. La navigazione turistica con piccole imbarcazioni e' possibile su quasi tutto il fiume, tranne l'alto corso, e sui tratti finali di molti affluenti. Una manifestazione ormai tradizionale, il raid Pavia-Venezia, porta ogni anno centinaia di imbarcazioni sul tratto terminale del Ticino, sul Po, e infine, attraverso le grandi conche di VELTA GRIMANA e dell'ADIGE, sulla LAGUNA VENETA e al mare. Parlare della navigazione sul Po significa affrontare anche la questione delle idrovie, cioè dell'insieme di canali che collegano varie zone della PIANURA PADANA al Po e quindi al mare. Il sistema idroviario padano e' molto modesto in confronto a quelli esistenti in Olanda, in Francia e nella REPUBBLICA FEDERALE TEDESCA. Ma se l'attuale rete dei canali e' insufficiente, i progetti per estenderla sono numerosissimi e riguardano la costruzione di un sistema di vie d'acqua per collegare varie zone della pianura e i laghi al Po e per aprire nuovi collegamenti al mare (Po di Levante). Un sistema idro-viario é importante perché' il trasporto delle merci per via d'acqua, anche se più' lento, e' più' conveniente di quello per strada o per ferrovia, specialmente per il trasporto di grandi quantitativi (olio combustibile per le centrali termoelettriche; sostanze chimiche per le industrie della pianura). Le caratteristiche navi fluviali, dette "BETTOLINE", già' oggi percorrono di giorno e di notte il Po e i principali canali di collegamento (Venezia, Ferrara, Mantova). Inoltre le industrie tendono a collocarsi lungo i canali, per avere piu' facile accesso ai natanti, con gravi pericoli di inquinamento.
Costruire questo imponente sistema di canali, tuttavia, non e' affatto semplice perché' fa sorgere problemi di idraulica e di uso delle acque.