[1] Si tratta, in realtà, di una preferenza condizionata: il primo metodo offre maggiori garanzie di portabilità, mentre il secondo presenta i vantaggi di una maggiore velocità e di un codice eseguibile più compatto (soprattutto se la routine è scritta direttamente in linguaggio assembler). Le nuove schede grafiche introdotte sul mercato (EGA, VGA) hanno eliminato il problema dello "sfarfallio" (effetto neve) provocato, in alcune circostanze, dall'accesso diretto in scrittura alla memoria video con schede poco evolute (CGA).

[2] Si tratta di una semplificazione piuttosto notevole, che consente, peraltro, di alleggerire (almeno in parte!) il discorso. Ci limitiamo a sottolineare che la sua rimozione comporta l'analisi di due situazioni possibili: il TSR potrebbe modificare la modalità video attraverso il servizio 00h dell'int 10h, oppure adattare il proprio comportamento alla modalità video rilevata, con l'evidente vantaggio di potere in ogni caso effettuare il pop­up. Quanto alla prima strategia, va osservato che il servizio 00h dell'int 10h cancella il video: ciò avrebbe conseguenze estetiche certamente poco desiderabili. D'altra parte, la scelta del secondo metodo complicherebbe notevolmente la vita al programmatore, in quanto richiederebbe la realizzazione di routine di output a video molto flessibili e parametriche, senza perdere di vista, naturalmente, le consuete esigenze di compattezza ed efficienza.

[3] D'altra parte non sarebbe la prima volta (né l'ultima...): abbiamo visto che è quasi impossibile scrivere codice residente efficiente e compatto senza l'aiuto di alcune estensioni del linguaggio, peraltro non sempre portabili verso tutti i compilatori, quale è, appunto, lo inline assembly.

[4] In effetti, il paragone è azzardato. Chi non sa nuotare immagina certo molte spiacevoli situazioni in cui la presenza dell'acqua nella suddetta piscina non sarebbe, comunque, di conforto.

[5] Buffer utilizzati dalle prime versioni di DOS per tenere traccia dei file gestiti dalle applicazioni. Uno dei limiti da essi presentati è che consentono di operare unicamente su file nella directory corrente (la versione 1.0 del DOS non implementa le directory: in ogni disco ne esiste una sola, la root).

[6] Introdotti con il DOS 2.0. Quando un'applicazione apre un file, il DOS associa ad esso un valore a 16 bit (lo handle, appunto) al quale l'applicazione fa riferimento per tutte le operazioni relative a quel file.