[1] Il token è un'entità minima riconoscibile dal compilatore come parte a se stante di una istruzione.

[2] Proprio per questo, quindi, non possono essere applicati alle costanti.

[3] Qualcuno, probabilmente, se ne domanda il perché. Ebbene, il motivo non è legato ad una improbabile mania del compilatore di convertire tutto quello che gli capiti a tiro, bensì esclusivamente alla natura tecnica del passaggio di parametri ad una funzione, sempre effettuato tramite una particolare area di memoria, lo stack, organizzata e gestita in word.

[4] In C un dato on può mai occupare una frazione di byte.

[5] Detti bit, per farla breve, vengono "spinti fuori" dallo spazio a loro disposizione e si perdono nel nulla.

[6] L'estensione del segno dipende dal processore e non dal compilatore. Questo si limita infatti a utilizzare le istruzioni assembler di shift su bit per codificare opportunamente le istruzioni C che coinvolgono gli operatori di shift. Come è noto, ogni processore ha il "proprio" assembler, pertanto il comportamento della macchina dipende dal significato che tali istruzioni assembly hanno per quel particolare processore. I processori Intel effettuano l'estensione del segno.

[7] Una decisione davvero insignificante? No. Vedremo tra poco il perché.

[8] E' l'unico operatore C a presentare tale modalità di utilizzo.