Dott. Massimo Pasquale Cogliandro

 

Medico Chirurgo

 

 

 

 

“Neuroanatomia dell’orecchio esterno”

 

 

 

 

L’orecchio è la più importante struttura del sistema dell’udito. Esso si compone di tre parti fondamentali:

 

1.    orecchio esterno;

2.    orecchio medio;

3.    orecchio interno.

 

L’orecchio esterno comprende il padiglione auricolare, quello che usualmente chiamiamo orecchio e che ci permette di stabilire da dove giunge un suono, e  il condotto uditivo esterno.

Il padiglione auricolare è costituito da una struttura fibrocartilaginea, legamenti e muscoli rivestiti da cute e si compone di due facce: una faccia mediale e una faccia laterale.

Ad una prima osservazione dell’orecchio, possiamo osservare i seguenti rilievi in direzione postero-anteriore:

 

1.    elice;

2.    antielice;

 

Dall’elice in posizione antero-mediale si diparte la cosiddetta radice dell’elice che scende in una profonda depressione denominata conca e situata superiormente all’antitrago e anteriormente alla porzione mediana dell’antielice.

L’elice è diviso dall’antielice da due depressioni: la prima, comunemente denominata solco dell’elice, è situata in posizione postero-superiore, mentre la seconda, chiamata fossa triangolare per la sua forma caratteristica, è compresa tra la porzione antero-superiore dell’antielice e il bordo posteriore della porzione antero-mediale dell’elice.

Inferiormente alla radice dell’elice e anteriormente all’imbocco del condotto uditivo esterno, troviamo un piccolo rilievo chiamato trago.

Di fronte al trago, inferiormente all’antielice, vi è un rilievo, denominato antitrago, dalle dimensioni e dalle caratteristiche morfologiche simili a quelle del trago, che va a circoscrivere la porzione postero-inferiore della conca.

Il trago è separato dall’antitrago da una piccola depressione, che si apre nel meato acustico esterno e che si chiama incisura intertragica.

Inferiormente all’antitrago e anteriormente alla porzione inferiore dell’elice, vi è il cosiddetto lobulo, una struttura del tutto priva di scheletro fibro-cartilagineo.

Nel padiglione auricolare vi sono alcuni muscoli, che rivestono una notevole importanza in alcune specie animali caratterizzate da una notevole motilità del padiglione auricolare, ma che nell’uomo hanno una funzione estremamente limitata. Tali muscoli sono il:

 

1.    grande muscolo dell’elice;

2.    piccolo muscolo dell’elice;

3.    muscolo del trago;

4.    muscolo dell’antitrago;

5.    muscolo traverso del padiglione;

6.    muscolo obliquo del padiglione

 

Il padiglione auricolare è innervato anteriormente dal nervo auricolotemporale, cioè dalla 3^ branca del V° nervo cranico, posteriormente dal nervo grande auricolare e inferiormente dal ramo auricolare del vago.

Se arriva un paziente che presenta all’esame obbiettivo una certa dolorabilità alla trazione della porzione anteriore dell’elice e alla pressione sul trago, noi sapremo con certezza che il paziente presenta una otite esterna in cui sono maggiormente interessate dalla flogosi le pareti del meato acustico esterno innervate dai rami del nervo auricolotemporale; se invece il paziente presenta all’esame obbiettivo una certa dolorabilità alla trazione della porzione posteriore ed inferiore dell’elice e alla trazione del lobulo, noi sapremo che il paziente presenta una otite esterna in cui sono maggiormente interessate dalla flogosi le aree del c.u.e. innervate dai rami del nervo grande auricolare.

Nell’otite esterna la sintomatologia dolorosa interessa l’elice, l’antielice, il lobulo e il condotto uditivo esterno, ma non la conca. Il motivo è semplice: la conca è innervata dal ramo auricolare del nervo vago, cioè dal parasimpatico, che presenta un’azione inibitoria sulla sintomatologia algica mediata dai nervi auricolotemporale e grande auricolare.

 

 

E’ proprio l’innervazione parasimpatica della conca che a volte induce il riflesso tussigeno quando il medico esegue l’esame otoscopico.

Non deve dunque stupirci che certe forme di auricoloterapia utilizzino la stimolazione della conca del padiglione auricolare esterno per indurre un riflesso parasimpatico con un effetto curativo su diversi tipi di patologie del cuore e dell’albero respiratorio.

In particolare, la stimolazione della innervazione parasimpatica della conca mediante la digitopressione locale può indurre un effetto bradicardizzante in pazienti tachicardici o fibrillanti e può essere usata per il controllo di tali stati patologici insieme alle tecniche di pressione dei bulbi oculari e di massaggio carotideo già in uso.

La stimolazione del ramo auricolare del nervo vago può essere utilizzata anche per indurre un riscaldamento della superificie corporea, mediante l’induzione parasimpatica di vasodilatazione periferica.

Per ottenere questo effetto si può utilizzare la seguente tecnica:

 

1.    prendo il padiglione auricolare del paziente e lo piego in direzione postero-anteriore;

2.    sulla porzione anteriore della faccia mediale del padiglione auricolare, in corrispondenza della conca, pratico un massaggio rotatorio con il palmo della mano in direzione postero-anteriore.

 

Il massaggio dell’elice, dell’antielice e del lobulo dell’orecchio con il pollice e con l’indice in direzione supero-inferiore ha un effetto antalgico nei confronti della cefalea. Tale effetto antalgico è dovuto in larga misura alla stimolazione dei rami del nervo auricolo-temporale, che è un ramo del trigemino le cui fibre afferiscono centralmente al corrispondente nucleo pontino, e alla stimolazione del nervo grande auricolare, ramo del nervo faciale.

La assenza di dolore in alcuni pazienti, soprattutto anziani, affetti da otite esterna, può essere legata ad una desensitizzazione del nervo auricolo-temporale, dovuta a problemi centrali di tipo ischemico, a livello del nucleo sensitivo pontino del V° nervo cranico da cui trae origine, o ad ostacoli di varia natura, cui può andare incontro la via nervosa di conduzione centripeta dell’impulso.

I vasi arteriosi che irrorano il padiglione auricolare sono tutti rami dell’arteria carotide esterna; tra di essi vanno ricordati in particolare l’arteria occipitale e l’arteria auricolare posteriore, che irrorano la porzione postero-inferiore del padiglione e l’arteria temporale superficiale che invece irrora la porzione anteriore del padiglione.

Il condotto uditivo esterno si divide in due parti: una porzione laterale dotata di scheletro cartilagineo, pari ad 1/3 circa del c.u.e., e una porzione mediale provvista di uno scheletro osseo, pari a 2/3 circa del c.u.e..

La parte cartilaginea del c.u.e. è unita alla cartilagine del padiglione auricolare dall’istmo; nella sua porzione anteriore presenta le incisure del Santorini, cioè delle fessure ripiene di tessuto fibroso, che hanno una certa importanza nel rendere mobile il c.u.e..

 

 

Lo scheletro osseo è costituito da:

 

1.    osso timpanico superiormente;

2.    squama dell’osso temporale, che chiude in alto la squama del temporale;

3.    spina suprameatum, una piccola lamella ossea della squama dell’osso temporale, che fissa la parte cartilaginea del condotto.

 

Il c.u.e. è rivestito da cute, che si assottiglia mano a mano che si passa dalla porzione laterale alla porzione mediale del condotto.

Non bisogna scordare, infine, per le sue importanti implicazioni di ordine fisiopatologico, che lo strato epidermico del meato acustico esterno presenta un maggiore grado di corneificazione rispetto alle altre zone cutanee dell’orecchio esterno.

 


HOME PAGE - FORUM - CHAT - SONDAGGI