Dott. Massimo Cogliandro
Medico Chirurgo
Medico Agopuntore
De Medicina
Animae secundum Manichaicos
LIBER
PRIMUS
Sede e
trattamento dell’anima Hun alla luce della Medicina Manichea di Tradizione Cinese (VII°- XVI°
secolo p. Chr. n.)
I.
Introduzione
La Medicina Manichea Cinese ha
avuto il suo massimo splendore nei secoli successivi alla caduta del Regno
Manicheo dell’Orkhon (IX°
secolo p. Chr. n.) nella Cina Nord Occidentale,
quando il manicheismo si è diffuso in numerose regioni della Cina, al punto che
nel XIV° secolo nell’Impero Cinese si contavano circa
cinque o sei milioni di Cristiani Manichei.
Quando si parla di anima Hun
nella Medicina Manichea Cinese, ci si riferisce a
quella entità energetica che sopravvive alla morte insieme all'anima e che in
Occidente è stata chiamata rispettivamente "perispirito"
da A. Kardec e dallo spiritismo moderno,
"spirito di opposizione" dagli gnostici di Pistis Sophia, "spirito
corporeo" dalle altre comunità gnostiche antiche e dalla Grande Chiesa fino
al IV° secolo p. Chr. n..
I punti di agopuntura di cui si parla nei prossimi capitoli
utilizzando il linguaggio tipico della Tradizione Medica Manichea
Cinese erano noti anche a Mani, che nel corso del suo viaggio in India aveva
studiato in maniera approfondita il Suchi Veda e i
Quattro Tantra della Medicina del Buddha Shakyamuni,
cioè i più antichi testi sacri indiani che trattano sistematicamente il tema
dell’agopuntura ayurvedica.
Non è un caso che i Cinque Elementi di cui parla Mani
(Vento, Etere, Fuoco, Acqua e Luce) siano sostanzialmente i Cinque Elementi
della più antica Medicina Ayurvedica anche se Mani
attribuisce all’Elemento Etere le caratteristiche dell’Elemento Vento e
viceversa.
La Medicina Ayurvedica, fusa in
un unico sistema con le antiche Tradizioni Mediche Egiziane ed Essene, era anche la Medicina praticata da Gesù. E’ noto, infatti, che, dopo l’invasione Macedone
della Persia e dell’India Occidentale, i Testi Sacri della Medicina Ayurvedica, tra i quali spicca il Suchi
Veda, si erano diffusi anche in Persia, in Palestina e nell’Egitto Tolemaico,
dove la Medicina Ayurvedica si è rapidamente fusa con
le Grandi Tradizioni Mediche locali. Questo è il motivo per cui gli studiosi
hanno scoperto, non senza sorpresa, che l’agopuntura veniva praticata anche in
Egitto e in Persia.
La riscoperta della antica Medicina Ayurvedica
da parte di Mani nel III° secolo p. Chr. n. gli ha permesso di comprendere a fondo la Medicina
Fisica e Spirituale praticata da Gesù e di rivelarne
il Significato Profondo ai membri della Chiesa della Luce.
II
La Patologia Medica Manichea dell’Anima
In un frammento riscoperto a Turfan
troviamo la differenziazione posta da Mani tra l’anima propriamente detta e lo
Spirito Corporeo o anima Hun:
“L’anima è essenzialmente distinta
dal corpo, però nel corpo si è mescolata, fusa e legata con lo spirito del
corpo (o anima Hun),
che è collera, concupiscenza e sensualità” (p. 300 Andreas-Henning).
Per Mani le anime Hun che risiedono nel Fegato e nel suo Meridiano sono tre,
proprio a immagine e somiglianza delle
Tre Persone che costituiscono la Trinità Divina.
Ognuna delle tre anime Hun
governa uno dei tre Focolari (superiore, medio e inferiore) del Triplice
Riscaldatore.
Nella Antropologia
Gnostica Manichea l’anima Hun
che governa il Riscaldatore Superiore corrisponde allo Spirito Santo e trae la
proprio Luce (Qi) dalla Luce di Dio, cioè dal Qi del Cielo. L’anima Hun che
governa il Riscaldatore Medio corrisponde al Padre. L’anima Hun
che governa il Riscaldatore Inferiore corrisponde al Verbo, ma i Reni, l’Organo
Principale del Riscaldatore Inferiore,
producono il Fuoco Ministeriale, che, tramite il Ming
Men, alimenta la Vita nei Tre Focolari, cioè in tutti
gli Organi (Zang) e i Visceri
(Fu) del Corpo Umano. Per questo motivo,
l’Evangelista Giovanni scriveva:
Tutto è stato fatto per mezzo di
lui (cioè per mezzo dell’anima Hun fatta a immagine e somiglianza del Verbo, che governa
il Riscaldatore Inferiore), e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò
che esiste (cioè niente di tutto ciò che
esiste nel Corpo Umano è stato fatto senza l’azione dell’anima Hun che governa il Riscaldatore Inferiore) (Vangelo
secondo Giovanni 1, 3).
L’anima Hun che governa il Riscaldatore Superiore risiede nel
Fegato e genera e nutre lo Shen del Cuore. Se il Qi
dell’anima Hun che governa il Riscaldatore Superiore
risente di uno squilibrio nel rapporto Madre/Figlio fra il Fegato (Organo
Madre) e il Cuore (Organo Figlio) con una patologica risalita dello Yang
epatico, la persona andrà incontro facilmente alla Collera, l’emozione patologica caratteristica del Fegato in
Squilibrio.
Nella Medicina Manichea, dunque,
l’anima Hun che governa il Focolare Superiore
è “collera”, perché per tutto il periodo in cui resta incarnata in un essere
umano risiede nel Fegato, che è un organo che dal punto di vista della Medicina
Manichea Cinese appartiene all’elemento Legno, e
l’Emozione Patologica associata al Fegato è appunto la Collera.
L’anima Hun che governa il Riscaldatore Medio risiede anch’essa nel
Fegato, ma ha una funzione di controllo sullo Shen della Milza. Se il Qi dell’anima
Hun che governa il Riscaldatore Medio risente di uno
squilibrio nel Rapporto di Controllo Nonno/Nipote fra il Fegato (Organo Nonno)
e la Milza (Organo Nipote), la persona andrà incontro facilmente alla Concupiscenza, l’Emozione Patologica
caratteristica dell’Elemento Terra in Squilibrio.
La seconda anima Hun, dunque, per Mar Mani è “concupiscenza”, perché, nel
Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi, il Fegato (Legno) controlla l’Organo
e il Viscere dell’Elemento Terra, cioè rispettivamente la Milza e lo Stomaco,
che governano il desiderio, il
quale, in caso di Carenza del Viscere Stomaco e del suo Meridiano, può andare
incontro ad una condizione patologica di Eccesso e quindi portare
all’insorgenza di quella emozione patologica che la Medicina Gnostica Manichea chiamava Concupiscenza.
L’anima Hun che governa il Riscaldatore Inferiore alimenta proprio
il Qi del Fegato, che è l’Organo in cui alloggiano
tutte e tre le anime Hun.
L’anima Hun che governa il Focolare Inferiore è a sua volta nutrita
dallo Shen del Rene (Organo Madre del Fegato).
Se il Qi della anima Hun
che governa il Riscaldatore Inferiore risente di uno squilibrio nel rapporto
Madre/Figlio fra il Rene (Organo Madre) e il Fegato (Organo Figlio), la persona
andrà incontro facilmente alla Sensualità,
l’emozione patologica caratteristica del Fegato in Squilibrio per motivi
dipendenti dai Reni.
Per Mani dunque la
terza anima Hun è “sensualità”, perché il Fegato
(Legno) è l’Organo Figlio del Rene, che appartiene all’Elemento Acqua e governa
a livello emozionale la sessualità. In
caso di squilibrio dell’Organo Rene e del corrispondente Meridiano, la terza
anima Hun può andare incontro ad una condizione patologica
di Eccesso e quindi portare all’insorgenza di quella emozione patologica che la
Medicina Gnostica Manichea chiamava Sensualità.
Dal loghion n°
30 del Vangelo di Tomaso i Medici Cristiani Manichei hanno ricavato il primo
principio alla base della fisiopatologia delle tre anime Hun
secondo il Ciclo di Generazione dei Cinque Elementi:
Gesù disse: “Dove si trovano tre dèi,
sono tre dèi; dove sono due o uno io sono con lui” (Vangelo di Tomaso, loghion n°30).
Naturalmente, in relazione alla Medicina dell’Anima, i tre
“dèi” di cui parla Gesù sono le tre anime Hun. Due delle tre Anime Hun sono
viste come Anime Generatrici, mentre la terza è un’Anima di Controllo.
Regola base del Ciclo
di Generazione delle tre anime Hun:
1.
lo
Shen dell’Organo Madre (Rene) nutre l’anima Hun, che
a sua volta nutre e governa gli aspetti volitivi ed emozionali dei tre Zang Fu del Riscaldatore Inferiore dotati
della capacità di indurre mutamenti nella Sfera Spirituale ed
Emozionale (Fegato, Cistifellea e Reni); in particolare, l’anima Hun del Riscaldatore Inferiore auto-alimenta la capacità
volitiva ed emozionale di tutte e tre le anime Hun
presenti nel Fegato;
2.
l’anima
Hun del Riscaldatore Superiore nutre lo Shen del
Cuore, cioè dell’Organo Figlio rispetto all’Organo (Fegato) che ospita le tre
anime Hun;
3.
l’anima
Hun del Riscaldatore Medio controlla lo Shen della
Milza, cioè dell’Organo Nipote rispetto all’Organo (Fegato) che ospita le tre
anime Hun.
Più avanti Mani ci
spiega come l’Anima Divina (Pneuma) sia mantenuta legata ai tessuti associati
ai Cinque Elementi Microcosmici (“ossa, carne, pelle, ecc…”) dallo Spirito
Corporeo (Anima Hun) in Maniera analoga a come Dio è
mantenuto legato ai Cinque Elementi Macrocosmici dall’azione del Demiurgo:
“Allo stesso modo e alla stessa
maniera in cui l’argento è legato al rame, così l’anima è legata alla forza e
alla corporeità del corpo (cioè alle ossa, alla carne, alla pelle, al respiro
[…] e agli escrementi), mediante i vincoli dello spirito [del corpo…]” (p. 300 Andreas-Henning).
L'Anima Hun sopravvive alla morte
dell'essere umano in cui è incarnata pur non essendo immortale (solo l’Anima
Divina, cioè lo Pneuma che essa riveste, è immortale in quanto di origine
divina).
III.
Localizzazione
La localizzazione dell’anima Hun,
cioè dello Spirito Corporeo o Perispirito, che ha
sede nel Fegato, ha una proiezione ben precisa a livello del dorso. Essa si
trova nell’area compresa tra i punti V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V 48 (Yanggang,
“Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium
hepaticum”, punto Shu del
Fegato).
La “Porta dell’anima”, cioè il punto da cui entra l’anima Hun nel corpo del neonato al momento della nascita e da cui
esce al momento della morte, è il punto V47 (Hunmen,
“Porta animi”).
IV.
L’incarnazione
dell’anima Hun
L’anima Hun creata a immagine e
somiglianza del Padre di Verità si incarna al momento del Concepimento, l’anima
Hun creata a immagine e somiglianza del Verbo si
incarna al quinto mese lunare dal Concepimento quando il feto comincia a
muoversi, l’anima Hun creata a immagine e somiglianza
dello Spirito Santo si incarna solo al momento della nascita. Quest’ultima entra nel corpo del neonato tramite V 47 (Hunmen, “Porta animi”) solo al momento della nascita,
perché prima del parto l’anima Hun creata a immagine
e somiglianza dello Spirito Santo non può alimentarsi con il Qi del Cielo (lo Spirito Santo Macrocosmico o Alito Vitale
Divino), in quanto la funzione respiratoria del bambino inizia solo al momento
della nascita.
V.
Diagnosi della
condizione dell’anima Hun
Si può diagnosticare il radicamento dell’anima Hun nel fegato esaminando il punto V 18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato)
con ispezione, palpazione e confrontando al termotatto
la temperatura di questo punto shu con quella degli
altri punti di agopuntura del meridiano della vescica presenti nella stessa
regione. Naturalmente, se l’instabilità dell’anima Hun
nel corpo del soggetto è dovuto ad un Vuoto di Yang epatico, causato da un
Vuoto di Yang del Rene, le caratteristiche del punto Shu
del Fegato saranno analoghe alle caratteristiche degli altri punti Shu presenti sul meridiano della Vescica, corrispondenti
agli altri Zang Fu (“Organi e Visceri”).
Un Vuoto dello Yang del Rene, infatti, causa immediatamente un Vuoto di Yang in
tutti gli altri Organi e Visceri e si riflette con
caratteristiche analoghe sui relativi punti Shu del
Meridiano della Vescica. In questo caso la morte è inevitabile.
VI.
Trattamento dell’anima Hun
Per tonificare l’anima Hun il
Medico deve necessariamente agire con la moxibustione
o con l’agopuntura sui punti V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V48 (Yanggang,
“Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium
hepaticum”, punto Shu del
Fegato).
La “morte naturale per vecchiaia” in genere si ha quando
c’è un Vuoto dello Yang del Rene, che comporta un Vuoto dello Yang epatico, che
non è più in grado di trattenere l’anima Hun nella
sua sede naturale. A questo punto l’anima Hun
fuoriesce dal punto V 47 (Hunmen, “Porta animi”) e la
persona muore.
Un Vuoto dello Yang del Rene, naturalmente, può essere
dovuto a numerosi fattori e/o patologie e può condurre alla disincarnazione
in qualsiasi età, anche se questo fenomeno è più frequente nella vecchiaia in
cui si ha un calo progressivo fisiologico dello Yang del Rene.
Si può tentare la rianimazione temporanea di un paziente in
punto di morte la cui anima Hun tende ad uscire dal
punto V 47 (Hunmen, “Porta animi”), trattando con
l’agopuntura i punti punti “Pozzo” dei meridiani
principali e i punti V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V48 (Yanggang,
“Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium
hepaticum”, punto Shu del
Fegato) per ritardare o evitare la disincarnazione
dell’anima Hun.
Appena gli aghi inseriti sui punti V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen,
“Porta animi”), V 48 (Yanggang, “Generale Yang”) e V
18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato)
cominciano a vibrare significa che la porta di entrata dell’anima Hun è stata riaperta e che l’anima Hun
sta rientrando nella sua sede fisiologica.
Tale procedura, qualora riesca nell’intento, può dare un
effetto solo temporaneo se vi è un Vuoto irrimediabile dello Yang del Rene e
dello Yang epatico, che porteranno comunque irrimediabilmente a morte il
soggetto.
VII.
Terapia dei traumi del
dorso che influenzano l’anima Hun
Lo stesso tipo di trattamento, limitato però a V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen,
“Porta animi”), V48 (Yanggang, “Generale Yang”) e V
18 (Ganshu, “inductorium hepaticum”, punto Shu del Fegato)
va effettuato in caso di gravi traumi locali che interessino la regione
circostante V 47 (Hunmen, “Porta animi”), che possono
in qualche modo influenzare lo stato del Qi
dell’anima Hun del soggetto.
Roma, 9/12/2004
LIBER
SECUNDUS
Lo spiritismo visto
alla luce della Scienza Medica Manichea di Tradizione
Cinese
I.
La scrittura automatica
Per poter entrare in contatto
con l'anima di una persona defunta (Gui), è
necessario evocarla. L'anima Gui della persona
disincarnata evocata a questo punto penetra nei meridiani energetici del medium
all'altezza del punto Guimen (“Porta delle Anime
Erranti”, coincidente con il punto Du 20 secondo la
classificazione moderna). Questo perchè il punto Guimen,
detto anche dei “cento incontri” (Baihui), è il punto
di incontro di numerosi meridiani (Renmai, Vescica,
Vescica Biliare, Triplice Riscaldatore e Fegato).
La scrittura automatica e la telescrittura
sono dovute all’azione che un'anima disincarnata (Gui)
può esercitare su uno degli arti superiori di un essere umano dopo
essere stata evocata.
Nel corso di una esperienza di scrittura automatica il Qi del Gui passa per il punto Guilu (“Strada del Demone” – Pericardio 5), giunge a
livello dei punti Guixin (“Cuore del Demone” –
Pericardio 7 e Polmone 9) e infine va ad “abitare” nel punto Guiku (“Antro del Demone” – Pericardio 8).
Lo spirito evocato (Gui),
partendo dai punti Guixin, Guiku
e Guitui (“Gamba del Demone” – IC 11) e agendo sui
meridiani corrispondenti, mette in movimento la mano trascinandosi dietro tutto
il braccio.
La preferenza dell'anima Hun
per l'organo fegato e quindi per l'elemento legno fa sì che un'anima
disincarnata (Gui) possa entrare più facilmente in
contatto con noi tramite la scrittura automatica durante la stagione associata
all'elemento legno, cioè la primavera, e nelle ore del giorno corrispondenti
all'elemento legno.
Tutti possono diventare medium, ma i migliori saranno
quelli che hanno una costituzione di tipo legno...
II.
L’azione degli spiriti
sui medium parlanti
Nella evocazione spiritica mediata da un medium parlante,
il Qi del Gui penetra nel
punto demone del meridiano del fegato (Guihong
“Demone Rosso” – Fegato 2) e risale prima lungo il tragitto superficiale del
meridiano, poi lungo il suo tragitto interno fino ad arrivare al laringe.
A questo punto, il Qi del Gui evocato continua il suo percorso lungo il tratto
interno del meridiano del fegato, che compie un giro intorno al cavo orale per
poi risalire fino all’occhio, da cui penetra all’interno del cervello per
arrivare fino all’ area somato-motrice primaria della
corteccia cerebrale (area 4) da cui risale in direzione del punto Guimen.
Agendo su questi tratti del meridiano interno del fegato,
che si trovano a livello del collo e dell’encefalo, il Qi
intelligente dell’anima Hun evocata riesce a far
parlare il medium.
Il medium parlante non resta condizionato psichicamente dal
Qi intelligente del Gui che
lo fa parlare, perché il meridiano interno del fegato termina in una regione
della corteccia cerebrale, che non interessa né l’intelligenza, né la memoria,
né la sfera emozionale. Si tratta infatti dell’area somato-motrice
primaria della corteccia cerebrale (area 4).
In questi casi, il rischio di possessione permane comunque,
perché il Qi del Gui
evocato, risalendo lungo il meridiano principale del fegato, giunto a livello
dell’organo fegato può venire a contatto con l’anima Hun
incarnata. Si tratta di un rischio lieve, perché in genere un’anima Hun incarnata ha un Qi molto più
denso e radicato rispetto ad un’anima Hun
disincarnata (Gui) evocata, che presenta un Qi rarefatto. Tuttavia, un qualche margine di rischio per
il medium durante una seduta spiritica permane sempre. Per questo motivo,
quando si vuole assistere ad una seduta spiritica con un medium parlante per
contattare i propri cari defunti, conviene affidarsi a dei medium esperti.
Naturalmente, nel caso in cui il medium parlante abbia dei
problemi in seguito ad una seduta spiritica, bisognerà intervenire tempestivamente
con l’agopuntura in tonificazione su V 46 (Geguan, “Clusa diaphragmatis”), V47 (Hunmen, “Porta animi”), V 48 (Yanggang,
“Generale Yang”) e V 18 (Ganshu, “inductorium
hepaticum”, punto Shu del
Fegato) per rafforzare l’anima Hun del ricevente e
con l’agopuntura o con il tuina con tecnica di
dispersione sui meridiani invasi dallo spirito evocato per disperdere il Qi estraneo che ha invaso questi meridiani.
Nonostante le sue peculiarità (il carattere intelligente
del Qi che ha invaso il corpo), essa è pur sempre una
patologia da Vento Caldo e come tale va affrontata…
Roma, 16/11/2004
Ultimo aggiornamento:
3/12/2005
N.B. I trattamenti che prevedono l’uso dell’agopuntura sono
riservati ai Medici Chirurghi abilitati, che abbiano una adeguata preparazione
in materia.