B.A.S.E jump ?....provate a pensare
di essere una particella senza gravità...!
20 domande ad Alex Stecchezzini
Giornalista:
1. Da dove origina e in che cosa consiste il
B.A.S.E. jumping?
Alex:
Il B.A.S.E. Jump è nato
dalla mente pazzoide di qualche americano un pochino
fuori di testa che, all'inizio degli anni '70, saltava
con paracaduti classici modificati. Consiste nel buttarsi
da fermi, cioè da "basi fisse" come ponti,
antenne, dighe, palazzi,... tutto quello che supera
i 60 metri.
Giornalista:
2. Che cosa significa B.A.S.E.?
Alex:
Il significato preciso del nome
"B.A.S.E." è: B. Building (Palazzo) - A. Antenna - S. Span (Ponte) - E. Earth (Terra,
Montagna)
Giornalista:
3. Quali sono le caratteristiche tecniche principali del salto da punti
fissi?
Alex:
Ogni salto ha caratteristiche che variano nel giro di pochi
secondi, non si possono identificare, tranne una: è meglio non buttarsi da un parete con sotto una bella placca
appoggiata... !
Giornalista:
4. Chi lo pratica, quali sono le origini sportive dei
praticanti?
Alex:
Il B.A.S.E Jumper ha origini quasi obbligatorie nel paracadutismo anche se questo con il B.A.S.E non ha niente in
comune, tranne un paracadute molto simile sulla schiena. I più fortunati sono quelli come me che hanno praticato anche
l'alpinismo, poiché molte volte si utilizzano manovre di corda o si percorrono tratti in
arrampicata.
Giornalista:
5. Chi e quanti lo praticano in Italia?
Alex:
In Italia siamo tre saltatori effettivi (con salti ogni fine
settimana), uno è in America, poi ci sono dei ragazzi molto in gamba che saltano di
rado.
Giornalista:
6. Pochissime sono le notizie che circolano
sul B.A.S.E. jump: i jumpers sono silenziosi. Esistono
regole di comportamento, una sorta di manuale cui il
B.A.S.E. jumper deve attenersi?
Alex:
I B.A.S.E Jumper non sono
silenziosi, anzi sono dei casinisti a cui piace trasgredire in qualsiasi
situazione, a volte troppo ! ! ! L'unica cosa che il nostro regolamento dice è di non svelare mai le
uscite, le "EXIT" dei salti, perché non ci arrivino persone non
competenti, che sicuramente andrebbero ad ammazzarsi, e di non accompagnare a saltare persone con particolari
capacita, cioè voglia di intraprendere il B.A.S.E Jump.
Giornalista:
7. Pochi anni fa venivate chiamati nell'ambiente
americano: clan degli angeli. E' ancora attuale questa
immagine un po' spirituale? Siete veramente un clan?
C'è una iniziazione tecnica?
Alex:
Questo "clan degli
angeli" non esiste più perché, anche se siamo in
pochi, qualcuno di noi rende tutto agonistico, cioè:
"io ho saltato per primo da quel punto...."
e così via, altri invece se ne sbattono delle gare,
saltano e sfogano nel salto tutta l'energia, per poi
riacquistarla all'atterraggio; non badano a chi ha saltato
per primo.
Io sono un solitario perché ho un bellissimo posto dove
saltare ma sono sempre da solo, rare volte, sempre da
solo, vado in montagna a scovare nuovi EXIT, anche se
è molto bello saltare in compagnia.
Giornalista:
8. Tu quando e come hai cominciato a saltare
B.A.S.E.?
Alex:
Ho cominciato esattamente
due anni fa, era già un paio di anni che mi informavo
sul B.A.S.E. ma senza avere successo. Era il sogno della
mia vita, poter arrampicare su una enorme parete e avere
la possibilità di potervi scendere, in questo modo.
Arrivò il giorno che aspettavo, modificai il paracadute
che utilizzavo a saltare dall'aereo e mi precipitai
su un ponte di 119 metri dopo aver parcheggiato in doppia
fila. Ebbi un pochino...o...o di esitazione nel buttarmi,
ma ero sicuro che tutto quello che avevo letto, guardato,
e tentato nei salti dagli ultra leggeri sarebbe servito
perfettamente... Ready... Set... Go !... Un gran salto,
posizione perfetta, apertura un po' lenta ma immediata,
atterraggio nel letto del fiumicello e poi... non sapevo
più se ridere o piangere, mi sdraiai per terra per circa
un'ora, e poi a casa felice e contento, ma mi promisi
che la volta successiva avrei usato materiale da B.A.S.E
Jump.
Giornalista:
9. Quale è il salto B.A.S.E. che
prediligi, palazzi, antenne, ponti o montagne?
Alex:
Preferisco le pareti
di roccia perché ho sempre abbinato il B.A.S.E jump
all'arrampicata, ma i palazzi sono le cose che mi fanno
arrapare di più, perché c'è l'incognita di come salirvi,
bisogna pensare a tutto e a tutti, perché sembra di
essere soli ma qualcuno che vede c'è sempre... anche
se mi deve prendere!!!!
Invece i ponti sono un salto in relax, poi un po' particolari
gru, dighe e per ultime le antenne visto che mi ci sono
appena fulminato ! ! !
Giornalista:
10. La tua origine sportiva è la scalata:
il vuoto è sicuramente un elemento che accomuna scalata e
B.A.S.E. jumping. Come stanno assieme?
Alex:
Stanno insieme in me fin
da quando ero piccolo, pensa che in giardino avevo un pino
che sovrastava di almeno due metri la mia casa di tre
piani. Avevo appena incominciato ad arrampicare (14 anni),
avevo attrezzato il pino con dei fittoni da 15 cm piantati
a martellate dopo aver fatto un piccolo buco con un
trapano a mano, poi salivo in autosicura fino ad arrivare
in cima e da li saltavo dall'albero sopra al tetto, a 12
metri da terra.
Gli elementi di allora sono gli stessi che incontro quando
sono sono sull'EXIT, dialogo con loro e realizzo il mio
sogno.
Giornalista:
11. Quanti altri scalatori praticano il
B.A.S.E. jumping in Italia e Europa?
Alex:
In Italia sono solo io, altri una volta arrampicavano o hanno
provato, ma mai con regolarità.
In Europa ho conosciuto dei francesi, personaggi importanti,
che hanno fatto le origini del B.A.S.E jump e arrampicano
ad alto livello. Uno in particolare ha saltato dalle
Cime di Lavaredo nel 1985 con un paracadute tondo militare
modificato, dopo essersi arrampicato con tutto il materiale;
un primo inizio di B.A.S.E. jump in Europa.
Giornalista:
12. Racconta il contrasto di emozioni fra salita al punto di
lancio, anche per sentiero, e il salto.
Alex:
Per saltare ho arrampicato slegato su una via di cui non ho mai saputo il nome vicino a
Briancon, non superava il quarto, quinto grado ma non l'ho gustata come quando arrampico per
arrampicare, perché lo scopo principale era dopo, era scaraventarmi nel vuoto da un punto ben
preciso. Dopo quattro tiri molto appoggiati incominciai a traversare verso
sinistra, arrivando così al di sopra di una immensa pancia
strapiombante. La reazione che ebbi quando mi girai di
schiena, faccia a valle fu: Ok... pilota a posto..... relax....
ready... set... go!!!!
Dopo due secondi di caduta libera, lo shock... vela
aperta, ok... atterraggio vicino all'auto sotto alla
parete in un campeggio, poi via la fuga...
Diversamente a volte provo la più grande tensione salendo
da solo i sentieri, o mentre mi avvicino all' EXIT,
ma poi, quando sono sul bordo, no problem.
Giornalista:
13. Quale è la parete più frequentata dai
B.A.S.E. jumpers? Descrivine le caratteristiche.
Alex:
La parete più frequentata
si trova a Pietra Murata in provincia di Trento, è una
parete che permette un salto di 14 secondi senza problemi
data la sua altezza ed esposizione, anche se per fare
un salto occorre camminare un'ora e mezza. Il mio record
è di tre salti in un giorno perché il dislivello è di
circa settecento metri a volta...
Giornalista:
14. Ho sentito che il pensiero di un
B.A.S.E. jumper in volo è: non aprire la vela! Racconta il dialogo con il
vuoto.
Alex:
Un paracadutista non vorrebbe mai aprire il paracadute perché in volo vive una sensazione di relax e leggerezza allo stato
puro, nessun problema, un immenso che ti circonda in tutte le
direzioni, immaginate di essere sott'acqua in piscina, i movimenti sono gli stessi che fate a una velocità di duecentocinquanta
all'ora, senza aver problemi di respirare e che il bagnino vi venga a
prendere..
Nel B.A.S.E. jump il dialogo con il vuoto è diverso
che da un aereoplano perché le incognite sono maggiori
- il vento, la parete, la zona atterraggio, il primo
punto di impatto - quindi il dialogo è solo nei primi
secondi dopo lo stacco, tutto il resto è un mix tra
paura, adrenalina e testa.
Giornalista:
15. Oltre a fornire emozioni, il volo
B.A.S.E. è una prestazione sportiva e tecnica che punta
a prestazioni limite. Penso a ambiente ostile per vento,
asperità, difficoltà d'atterraggio o, più di tutto,
al volo più breve possibile. Quale è la prestazione
che ricerchi, quale il tuo obbiettivo massimo? E'
condiviso dagli altri praticanti, cioè vi è una specie
di gara?
Alex:
Come ho già detto un
minimo di competizione c'è, ma per me il B.A.S.E jump
non è competizione, a me piace saltare per primo da
un oggetto per quella sensazione fortissima, che se
salti da secondo perdi, e la cosa importante àavere
saltato da qualsiasi cosa che sia più alta di 80 metri,
sempre usando la testa, perché ci sono dei valori da
rispettare...
Giornalista:
16. Nell'ambito del volo breve, quali sono i salti più importanti che hai
fatto?
Alex:
Ho saltato da monumenti più di una volta !!... e ho fatto un secondo di caduta
libera, quella volta non superava gli 80 metri, poi anche da qualche parete di 60 metri sempre con un secondo circa di caduta
libera. Gli altri salti superano generalmente i 90 metri e quindi riesco a fare più di due
secondi.
Giornalista:
17. So che negli Stati Uniti il B.A.S.E. jump è
vietato: quali sono le norme europee?
Alex:
In Italia e in Europa, ma specialmente in
Italia, il B.A.S.E. jump non è illegale, sempre che non si vada a saltare all'interno di proprietà private.... proprietà
statali....ecc..
Comunque finché si salta da pareti e non si fanno
morti per arresto cardiaco non ci sono problemi, altrimenti
si potrebbero ricevere denunce per "spettacolo
abusivo".
In qualche stato d'Europa, a causa di incidenti capitati
per il troppo affollamento da B.A.S.E jumpers, la denuncia
passibile è quella di: "istigazione al suicidio",
come anche in America.
Giornalista:
18. Raccontami dei salti da due altopiani molto sentiti dagli
scalatori: Verdon e Bismantova.
Alex:
Io sono di Reggio Emilia
e sono dieci anni che arrampico, quindi ho passato tutta
la mia giovinezza in Pietra di Bismantova, una falesia
nel bei mezzo dell'Appennino Reggiano, un conglomerato
roccioso di 130 metri di altezza con pareti che si snodano
per un chilometro, e la sensazione che provo nel buttarmi
dalla Pietra non l'ho mai provata da nessuna altra parte,
tranne che nel canyon del Verdon. Il desiderio di saltare
nel canyon era grande, ma non essendo di casa non conoscevo
gli EXIT, e poi avrei dovuto seguire la regola di farsi
accompagnare dai protagonisti del posto.
Tornando alla senzazione verdoniana, precipitare per sette secondi dentro al canyon paga tutte le sensazioni offerte da qualsiasi altro
oggetto.
Ho un buon dialogo con il Verdon e la Pietra perché sono due pareti con cui sono stato in contatto
duraturo.
Giornalista:
19. E in montagna? Cosa mi dici delle grandi pareti delle
Alpi?
Alex:
Il mio sogno più grande
di montagna è di saltare dalle "Cime di Lavaredo",
ma per ora ho perso l'occasione quando, l'estate scorsa,
gli amici sono andi a saltarle senza di me, impegnato
in 28 salti nel canyon del Verdon.
Ci sarebbero tante altre pareti (tutte) da cui saltare, il problema è che di saltatori che arrampicano ci sono solo
io, e non tutte le pareti si salgono camminando per cui bisogna
rassegnarsi, a meno che qualcuno non offra un bellissimo elicottero tutto
spesato....
Giornalista:
20. Farai scuola? Porterai altri con
te? Cosa ti trattiene, il rischio da non far correre
ad altri
o la voglia di restare in pochi?
Alex:
Io penso che se
qualcuno vuole realmente fare B.A.S.E jump e non avvicinarvisi
solo per dire "ho fatto B.A.S.E jump e sono forte",
riesce a fare come ho fatto io: piano piano, un passo
alla volta preparandosi bene su tutto quello che richiede
il B.A.S.E jump, che non è paracadutismo, oppure quello
con l'elastico come lo chiamano tutti, ma è uno sfogo
psichico personale che racchiude una gran voglia di
espellere quell'energia che si ha dentro dialogando
con il vuoto, la parete, e le proprie capacità acquisite
nel tempo...
Io ho portato solo una persona a saltare, pensate che
io sono paracadutista civile da cinque anni, e in cinque
anni ho fatto solo 60 salti dall'aereo, molti altri
in cinque anni adesso hanno 2000 salti, questa persona
ne aveva 50 però sembrava che gli interessasse veramente
fare B.A.S.E jump, ha fatto un salto che molti altri
B.A.S.E jumper pur avendo più salti di lui non avrebbero
mai fatto, ma dopo il suo primo salto B.A.S.E. ho capito
che era inadatto.
Da allora mi sono ripromesso che non avrei mai portato più nessuno senza la certezza delle sue
intenzioni.