PROFILO

studio legale vanni

Nato a Pisa nel 1957, dopo aver conseguito la maturità scientifica, si laurea in Giurisprudenza presso l'Università degli studi di Pisa, nell'anno accademico 1983/84, in Filosofia del diritto.

Allievo del prof. Luigi Lombardi Vallauri durante il pimo anno di studio svolto a Firenze, discute la tesi di laurea con il prof. Domenico Corradini, in diametrica contrapposizione di orientamenti.

Iscrittosi all’albo dei praticanti procuratori legali nel 1986, svolge il tirocinio presso lo studio dell’avvocato Massimo Martini di Pisa, conseguendo frattanto l’abilitazione all’insegnamento delle discipline giuridiche e, al termine del biennio del periodo di pratica legale, supera l’esame per l’esercizio della professione forense presso la Corte d’Appello di Firenze, divenendo procuratore legale nel 1989.

Prosegue la collaborazione con lo studio occupandosi del contenzioso civile e, in particolare, dei settori del diritto commerciale e lavoristico in pratiche e controversie svolte per conto di primarie aziende locali operanti nel campo dell’edilizia e di pubblico trasporto stradale ed aereo.

All’inizio degli anni 90 si occupa del settore dei costi energetici sul piano contrattuale e tariffario ed è membro del consiglio di amministrazione di una delle più note società italiane di controllo e revisione dei consumi di energia.

Nello stesso periodo, forma la propria esperienza professionale anche

nel settore tributario e delle procedure concorsuali, oltre che in campo penale, con specifico riguardo ai reati tributari e fallimentari.

Inizia frattanto anche a collaborare con alcune importanti riviste di dottrina e giurisprudenza.

Per la maggior parte, le pubblicazioni riguardano le sentenze di maggior interesse emesse a conclusione dei processi svolti, concernendo gli aspetti più rilevanti delle decisioni e gli studi e approfondimenti compiuti per lo svolgimento e la trattazione delle cause.

La prima pubblicazione, effettuata nel 1993 sulla rivista “Il fisco”, trae origine dallo svolgimento di un processo conclusosi con sentenza nella quale fu accolta la tesi, che appena l'anno dopo sarebbe poi stata riconosciuta dalla stessa Corte di Cassazione, secondo cui la compilazione della ricevuta fiscale in modo difforme nella matrice rispetto alla parte destinata al cliente non costituisce reato di falso, non essendovi una vera e propria alterazione materiale del documento e si risolve quindi soltanto in un illecito fiscale senza conseguenze penalmente rilevanti.

Successivamente, gli vengono attribuiti i primi incarichi da parte degli organi fallimentari del Tribunale, inizialmente per controversie che implicano anche la risoluzione di problematiche fiscali.

Dopo il periodo di legge svolto come procuratore legale, continua la propria attività professionale come avvocato libero professionista.