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I Nostri Laghi

Lago di Ganna

 

Lago Maggiore


Chiamato in epoca romana Lacus Maximus a indicare che era il più grande rispetto ai laghi vicini e anche Verbanus, probabilmente dai due vocaboli celtici ver (grande) e benn (recipiente), il Lago Maggiore si estende per una lunghezza di 66 km, ha una profondità media di 177 m e una superficie di 212,2 kmq, di cui 45 kmq in Svizzera.

E' costituito da tre bracci disuguali che si dipartono da un unico punto centrale: il ramo a nord-est fa capo a Locarno e riceve le acque del Ticino che proviene dal San Gottardo; il ramo occidentale con le isole Borromee che riceve le acque dal Toce; il ramo meridionale che termina a Sesto Calende con il Ticino come unico emissario. Oltre che dal Toce e dal Ticino, il Lago Maggiore è alimentato dallo Strona che vi convoglia le acque del Lago d'Orta, dal Tresa con le acque del Lago di Lugano, dal Margorabbia e dal Bardella provenienti dal Lago di Varese.

 

Importante via di comunicazione e sbocco naturale verso il nord Europa, il Lago Maggiore ha rivestito nel passato un importante ruolo strategico contro le invasioni barbariche. Dalla metà del '400 venne dato in feudo alla famiglia Borromeo, che ne seppe valorizzare le bellezze naturali e paesaggistiche tanto da farne meta rinomata di villeggiatura per la nobiltà milanese.

La sponda orientale del Lago Maggiore appartiene alla provincia di Varese. Definita da tempo 'sponda magra' in contrapposizione alla 'sponda grassa' piemontese, ricca di sontuose dimore, la sponda lombarda, più aspra, ha dato i natali a personaggi come Dario Fo, Renato Pozzetto, Massimo Boldi, Francesco Salvi per non parlare di Piero Chiara e Vittorio Sereni, tutti nati nella fascia di terra che va da Laveno a Luino.

Sempre in territorio varesino si trova uno dei complessi monastici più belli di tutta la regione: l'Eremo di Santa Caterina del Sasso Ballaro, da cui si gode uno dei panorami più incantati sul Lago Maggiore.
Altre località che meritano una visita sono Angera, con la Rocca Borromea e l'isolino di Partegora, Laveno con il belvedere del Sasso Ferro, Luino, con il suo famosissimo mercato del mercoledì, Maccagno, con la sua passeggiata a lago.

Il Lago Maggiore da Sesto Calende a Maccagno.

Lago di Varese Lago di Varese

Lago di Varese - Schiranna

Posto a 290 m.s.l.m., ai piedi del Campo dei Fiori, circondato da colline boscose, ha una superficie di 14,91 kmq e una profondità di circa 25 m. La sua origine risale all'ultima glaciazione, quando il ghiacciaio del Verbano scavò la conca originaria comprendente anche il Lago di Comabbio, il Lago di Biandronno e l'attuale palude Brabbia.

E' alimentato dalle acque del suo bacino imbrifero e il solo immissario degno di nota è il canale Brabbia che porta le acque del lago di Comabbio mentre il suo emissario è il Bardello che prende avvio presso l'omonimo paese per poi toccare Besozzo e sfociare nel Lago Maggiore, in località Bozza. Nel lago vi è un'unica isola chiamata Isolino Virginia in onore della marchesa Virginia Ponti, moglie di Andrea Ponti che acquistò l'isola nel 1878.

Il lago fu abitato già nel 4500 a.C., nel Neolitico Inferiore da comunità che vivevano su palafitte. L'uomo di allora costruiva oggetti utilizzando la selce, facilmente reperibile al Campo dei Fiori e per attraversare il lago si serviva di piroghe. L'insediamneto principale si trovava all'isolino Virginia, ma altre palafitte sono state rinvenute a Bardello, Bodio, Cazzago e nella torbiera Brabbia, che a quel tempo faceva parte del lago.

In epoca romana e medievale divenne una importante risorsa economica per la pesca che vi veniva proficuamente esercitata e i cui proventi spettavano alle famiglie feudatarie alle quali appartenevano le rive. Nel 1423 la Ducale Camera di Milano emise un decreto con il quale si riservava i diritti patrimoniali sul lago (pesca, uccellagione, raccolta delle canne) ma i feudatari fecero ricorso e la Ducal Camera si vide obbligata a riconoscere il loro diritto costituito in forza della immemorabile consuetudine. Nel 1621 il governo spagnolo ritentò di appropriarsi dei diritti sui laghi varesini sostenendo che i laghi fossero da considerarsi pubblici. Di fatto nel 1630 i laghi furono messi in vendita e acquistati due anni più tardi dal vescovo Francesco Biglia, esponente di una ricca famiglia milanese che nel varesotto possedeva il castello di Caidate.

Nel 1779 il conte Vitaliano Biglia vendette per 185 mila lire i laghi e i relativi diritti al marchese Giulio Pompeo Litta e a sua moglie Elisabetta Visconti Borromeo Arese, che avevano un palazzo a Gavirate, nell'attuale piazza del municipio.

Nel 1806 nacque un consorzio per l'abbassamento del lago di Varese che si prefiggeva di abbassare il livello delle acque di m. 4,3 per guadagnare terre coltivabili. Nel 1809 venne effettuato solo un modesto abbassamento.

Nel 1863 vennero scoperte le prime stazioni palafitticole e avviati i primi scavi archeologici. Nel 1865 i Litta vendettero i laghi ad Andrea Ponti, raccolse una ricca collezione di reperti preistorici, in seguito donata al museo di Varese.

 

Lago di Varese - Schiranna
Lago di Varese - Schiranna
Lago di Varese - Schiranna

Lago di Varese - Schiranna

Lago di Comabbio


Lago di Comabbio Corgeno

Ha una superficie di 3,4 kmq e una profondità massima di 7,7 m. Formatosi in epoca postglaciale, faceva originariamente parte del Lago di Varese, aveva un emissario che scorreva nell'avvallamento situato ai piedi dell'attuale centro di Mercallo e un immissario proveniente dal Lago di Monate. Con l'abbassarsi delle acque restò comunicante con il Lago di Varese solo attraverso la palude Brabbia, che assunse l'attuale aspetto nel 1806 allorchè il Lago di Varese venne abbassato artificialmente.

Stante la ridotta massa d'acqua, il lago d'inverno gela facilmente trasformandosi in una grande pista di pattinaggio.

Sulla sponda orientale sono state rinvenute tre stazioni palafitticole del trado neolitico e dell'età del bronzo. Ritrovamenti hanno portato alla luce una necropoli romana a Mercallo e Comabbio, una lapide paleocristiana a Comabbio che cita una Flora, una torre fortificata a Corgeno.

Sulla sponda occidentale passava l'antica via che collegava il basso novarese con i passi alpini, passando da Sesto Calende, Mercallo, Comabbio, Ternate, Travedona, Malgesso, Besozzo, Gemonio e da qui attraverso la Valganna a Ponte Tresa e quindi la Svizzera. Ancora nel sec. XVI questa strada veniva detta strada merchantesca a testimonianza dell'intenso traffico commerciale che la percorreva. A Ternate, allo scopo di offrire ospitalità e rifugio ai viandanti, nel 1018 venne fondato da Ansegiso, nobile franco di Orleans, il monastero del Santo Sepolcro. Di quell'antico complesso, sono rimaste soltanto delle cascine in località S. Sepolcro.

Il Lago di Comabbio, come gli altri laghi varesini, venne acquistato dal vescovo Biglia nel 1652, venduto poi nel 1779 ai Litta Visconti di Arese e infine ai Borghi, industriali tessili varesini che nel 1819 impiantarono una grande tessitura a Varano.

Lago di Monate


Lago Monate

 

Ha una superficie di 2, 5 kmq e una profondità massima di 34m. Formatosi in epoca glaciale è circondato da colline moreniche e alimentato da sorgenti sotterranee. Unico emissario è il torrente Acquanegra che esce nei pressi di Travedona e si getta nel Lago Maggiore dopo aver toccato Biandronno, Bregano, Malgesso, Brebbia e Ispra. In passato lungo la Roggia Vidona, come veniva chiamato il torrente Acquanegra, sorsero diversi mulini a Travedona e Biandronno e una cartiera, la Stefanini, nei pressi di Ispra.

La conformazione del lago e il fatto che le sue rive fossero per lo più private, ha contributo a mantenerlo pulito: il lago di Monate, oggi, è uno dei pochi bacini di origine glaciale ad essere balneabile.

La pesca fu una delle attività economiche principali delle popolazioni in riva al lago. I diritti di pesca vennero acquistati nel 1652 dai Biglia, nobili milanesi, che li cedettero nel 1783 al marchese e duca Pompeo Litta Arese. Nell'Ottocento passarono ai Borghi (che avevano acquistato anche il Lago di Comabbio) e nel 1898 l'ing. Pio Borghi cominciò a gestire la pesca con moderni criteri di allevamento e di immissione di pesce selezionato. Vennero così introdotti il persico trota americano, la trota arcobaleno, il coregone, il persico sole.

Nel 1864 vennero scoperti diversi villaggi palafitticoli. Due grandi stazioni palafitticole vennero rinvenute a Cadrezzate (Sabbione e Pozzolo) e una a Monate (Occhio). Tra i materiali rinvenuti figurano strumenti di selce e di bronzo, ceramica varia, asce in pietra levigata, frammenti di telai per tessere e tre piroghe monoxile (ricavate da un unico tronco d'albero) datate 2500 a.C. Sono state rinvenute anche tombe romane (Travedona, Osmate, Comabbio), una lapide votiva a Giove (Osmate) e alcune lucerne.

Attorno al Lago di Monate e alla sua nascita, è sorta una leggenda: la leggenda del Lago di Monate.

Lago di Ghirla

Lago Gjirla

 

Di origine glaciale, misura 0,28 kmq e raggiunge una profondità massima di 14m. Ha come immissario il torrente Margorabbia che forma un'ampia palude prima di immettersi nel lago.

Il livello del lago venne innalzato artificialmente nel 1898 con una diga che raccoglieva le acque e le inviava a una centrale idroelettrica che sfruttando un salto di m 107 produceva energia elettrica per la ferrovia della Valganna.

Nei primi del Novecento era una famosa località turistica: in inverno era frequentato dai pattinatori mentre nelle altre stagioni si tenevano gare di nuoto e canottaggio che richiamavano turisti provenienti da Varese con i treni della linea della Valganna.

All'estremità settentrionale del lago si trova Ghirla. Sulla riva opposta alla strada che lo costeggia, è stato allestito un vasto parco comunale attrezzato con campeggio, ristorante e maneggio.

Lago di Ganna

Lago di Ganna

Il lago di Ganna e le paludi del Pralugano
Cottini-Viola "Varese terra di colori" Ediz. Lativa

Lungo m 400 e largo m 230, ha una superficie di kmq 0,07 e una profondità massima di 3 m. Ha come immissario ed emissario il torrente Margorabbia, che poco più avanti forma il lago di Ghirla.

E' circondato da fitti canneti di Phragmites australis e da cariceti di Carex e Tipha, in acqua fioriscono ninfee e crescono lenticchie d'acqua e castagne. Intorno alle sue sponde crescono l'ontano nero, il salicone e il salice bianco. La fauna ittica è composta dal luccio, dalla scardola e dalla tinca; gli uccelli presenti sono il germano reale, il migliarino di palude e l'usignolo di fiume mentre nei boschi vicino vivono il picchio verde e rosso, la ghiandaia, la poiana, il gheppio e il biancone.
Leggermente sopraelevato rispetto al lago sorge l'abitato di Ganna, una delle frazioni del Comune di Valganna.

Dal 1984 per la ricchezza della flora e della fauna il lago di Ganna è stato dichiarato Riserva naturale orientata.

Lago di Ganna

Lago di Lugano

Rientra nella provincia di Varese la parte costiera del lago che da Porto Ceresio arriva sino a Lavena Ponte Tresa.

Il lago di Lugano, di origine glaciale, si trova tra il Lago di Como e il Lago Maggiore, ha una strana forma sinuosa, inconfondibile, una superficie di circa 50 chilometri quadrati e una profondità massima di 288 metri. In tempi preistorici, tutta la regione luganese era coperta dal mare come testimoniano i fossili trovati sul San Giorgio, sul Monte Generoso, sul San Salvatore. Nel Terziario, il ghiacciaio del Ticino ricopriva da un lato la Valle di Lugano sino al bacino del Ceresio e dall'altro, quello dell'Adda, si snodava dallo stretto di Val Porlezza verso Chiasso, Como e oltre.

 

Sulla sponda varesina del lago di Lugano si trovano: Porto Ceresio, Brusimpiano, Lavena Ponte Tresa.

Lago Delio

Lago Delio
 

Situato ai piedi del monte Borgna (m 1158), è un invaso naturale di escavazione glaciale le cui acque alimentano la centrale idroelettrica di Ronco Valgrande, sulla sponda del sottostante Lago Maggiore. Di giorno le acque del lago vengono utilizzate per far funzionare le turbine e di notte vengono ripompate nel loro invaso naturale.

Il Lago Delio è raggiungibile in auto da Maccagno, ma anche a piedi con una bella mulattiera che si inoltra a mezza costa con bei panorami sul lago Maggiore. Dall'invaso si può poi salire al Passo della Forcora o scendere a Pino sulla sponda del Lago Maggiore o Tronzano.

Narra una leggenda che San Silvestro, durante l'evangelizzazione della zona, salì fino alla cima del Monte Borgna, in un villaggio i cui abitanti adoravano il Dio Elio. San Silvestro venne accusato dai bellicosi abitanti del villaggio di portare sventura e fu perseguitato. Una notte, mentre davano la caccia al Santo e a un pastore convertito, dal monte si staccò una frana e l'acqua sommerse l'intero paese.

Lago di Biandronno

Di origine glaciale, un tempo era tutt'uno con il lago di Varese e il lago di Comabbio. Con l'abbassarsi del livello dell'acqua dovuto all'erosione dell' incile da parte del torrente Bardello, tutto il complesso lacustre si è abbassato di circa 20 metri e suddiviso nei vari elementi, separando il lago di Biandronno dal lago di Varese tramite un preesistente setto di roccia calcarea. Il bacino, che oggi si presenta come una distesa di canneti e boschetti idrofili, è alimentato dalle acque piovane ed ha come unico emissario artificiale, la Roggia Gatto, che convoglia le acque nel Lago di Varese.

Certamente abitato sin dal neolitico inferiore, come testimonia la stazione palafitticola rinvenuta nel 1870 in territorio di Bardello, seguì le vicende dei laghi varesini sino al 1864 quando fu venduto all'ing. Quaglia di Cazzago che nel 1883 scavò un canale per tentare di prosciugarlo per estrarre la torba e coltivare i terreni emersi dalle acque. Per difficoltà tecniche non riuscì completamente nell'impresa e oggi del lago di Biandronno restano 130 ettari di palude, divenuti nel 1984 Riserva Naturale Orientata.

Lago di Brinzio Lago del Brinzio

Poco prima dell'ingresso all'abitato di Brinzio, si trova un'oasi protetta di circa 20 ettari, comprendenti il lago, la piana palustre contigua e i prati umidi di fondovalle che si allungano fino a raggiungere il valico della Motta Rossa.

Il lago di Brinzio è un lago di origine glaciale formatosi per uno sbarramento morenico, ha una superficie di 1,5 ettari e una profondità massima di 3,5 metri. Ha un unico immissario superficiale, l’Intrino, ma riceve acqua anche da sorgenti collegate da brevi canali che si aprono direttamente nel lago o nel bosco umido. Il solo emissario è il torrente Brivola che, confluendo nel torrente Valmolina, porta le sue acque nel Lago Maggiore.

La Riserva Naturale Orientata del lago di Brinzio è un’area estremamente importante per il popolamento animale, in particolare per gli Anfibi: è, infatti, la zona riproduttiva delle popolazioni di rospo comune provenienti dalle pendici orientali del Campo dei Fiori e dal sovrastante monte Legnone.