L'aggettivo moderna può essere adeguato in maniera molto diversa a seconda degli ambiti a cui ci rivolgiamo, in quanto ha una valenza convenzionale.

Nella storigrafia abituale l'epoca moderna si colloca in un periodo storico ben preciso, noi invece diamo al termine moderno un significato diverso, cioè non è più un ambito cronologico ma è legato ad una concettualizzazione.

Noi poi non lo intendiamo nemmeno come lo intendevano le correnti pittoriche, cioè come un evento che rompeva rivoluzionariamente con le concezioni assoldate, aveva quindi un valore progressivo.

Ad esempio quando Pesvner scrive nel'36 sull'architettura moderna intendeva gli architetti che avevano rielaborato le tematiche attuali in forma rivoluzionaria.

Quando invece Zevi scrive nel'50 la storia dell'architettura moderna non è una storia che va da A a B, ma è una storia che mette in evidenza una certa corrente di pensiero che usa il termine moderno come aggettivo, come avanguardia.

Il nostro significato è appunto diverso e tale da poter definire antico anche un architetto moderno.

Il concetto di modernità si lega al concetto di crisi che è l'introiettamento, la presa di coscenza che le cose intorno a cui viviamo sono cambiate. E la modernità è il tentativo di risposta a questa crisi che porta con sè un estetica di rottura e di cambiamento, oltre anche ad altre aree come il funzionamento.

La crisi va poi indagata ai vari livelli.

Una grande rivoluzione in architettura fu il concetto di funzionamento dell'achitettura nell'epoca industriale, vediamo che quindi l'architettura non è solo rappresentatività ma entrano nell'ambito architettonico anche il tema delle case popolari, o dei piani regolatori.

Oggi l'arch. non esiste più in quanto funzione ma "informa" che è un estenzione del concetto design, non è più la funzionalità ad assicurare un oggetto ma anche la sua capacità di evocare, di raccontare storie.

Questo è evidente già anche dalla pubblicità delle varie epoche, vediamo come le pubblicità dell'epoca industriale il linguaggio è oggettivo, funzionale. Ed analogamente avveniva nell'arte o nell'architettura.

Ma se io esisto in quanto informo la volontà comunicativa è profondamente diversa, è soggettiva, si apre a più interpretazioni, il mondo dell'informazione riprende in qualche modo la figura retorica, che evoca concetti attraverso immagini ed è significativo di come la pubblicità si riferisca non più a tutti ma ad uno specifico targhet, che è il solo in grado di recepire il messaggio.

L'architettura non si vende più perché funziona ma perché è in grado di comunicare attraverso l'uso di figure retoriche. Ad esempio nel museo di Libeskind la storia è reinterpretata attraverso figure evocative, o il Kiasma Holl dove la forma ha un doppio livello di significato.

l'architettura marsupiale