Alla base di tutto c'è una concezione radicata in una maniera di pensare che vede uno stretto legame tra la vita materiale e quella intellettuale, c'è un rapporto stretto tra le cose che possiamo fare e la presenza di uno strumento. L'evoluzione umana è legata alla nostra capacità di creare strumenti.

Questo raggionamento ruota attorno alla parola "volta". Gli uomini ad un certo punto hanno sentito il bisogno di contare, e uno degli aspetti del contare è legato alla successione del tempo. Nascono a questo punto tre tipi di problemi: cosa contare, come contare, come scrivere quello che conto.

La volta come giro e come volta celeste è legata ad un sistema di conteggio che vede gli angoli, i giorni, le ore ecc.

La cognizione del tempo e la sua misura è uno dei primi strumenti che richiede un certo tipo di astrazione.

Come facevano gli antichi a fare dei calcoli, i greci per esempio non avevano un sistema di trascrizione dei numeri, forse li scrivevano.

Sono loro i grandi inventori dell'alfabeto che si basa su un concetto di astrazione, di linearità e allo stesso tempo di contestualità, questo modo lineare analitico dell'alfabeto ha a che fare con i primi elementi di formazione dello spazio. Non a caso fu Ippodamo da Mileto l'inventore della griglia urbana.

Per capire fino in fondo questa relazione bisogna capire la parola paesaggio mentale.

Quello che vado a fare nello spazio proviamo ad immaginarlo come proiezione delle conoscenze mentali che ho nel dato periodo storico.

Il mio livello mentale di acquisizione di strumenti è evoluta a tal punto da potermi permettere la creazione.

L'astrazione del linguaggio scritto è tale da raggiungere una concezione astratta dello spazio fisico (geometria-piramidi).

Il centro di questa problematica avviene con l'invenzione della prospettiva.

C'è un rapporto biunivoco tra paesaggio mentale e architettura, che mi permette di raffigurare su due dimensioni il mondo a tre con una costruzione scentifica che mi permette anche di misurarlo.

La prospettiva mi crea un nuovo paesaggio mentale che mi permette una nuova architettura rivoluzionaria basata su pochi elementi modulari e riconoscibili ma soprattutto riconoscibili, è per questo che riprende forza l'architettura classica.

 

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