MATEMATICA e FILOSOFIA

Ludwig Josef Johann Wittgenstein (1889-1951)
La figura tormentata
di Wittgenstein rende bene
la crisi irrimediabile di tutte le metafisiche della
matematica, con i loro miti, le loro leggende,
le loro imposture, e . . .lo si deve ammettere:
il loro fascino misterioso.
Da Pitagora, egli stesso
semi-dio in terra, venerato
e adorato dai suoi accoliti, è mito e leggenda di
una matematica che egli ha solo imparato da altri,
dagli Egiziani, per l'esattezza. Questi l'avevano
imparata dai Caldei che a loro volta l'avevano
imparata dagli Indiani. Egli, da strumento
di calcolo e misura, ne farà una religione
numerologica, esoterica ,estatica, mistica,
tradendone i fondamenti e gli sviluppi.
Platone troverà in lui il
padre nobile come
profeta visionario del suo Mondo Iperuranio
delle Idee, originarie, divine, fondative
dell'essere già parmenideo, di cui il
mondo reale può solo dare delle copie.
Su queste basi concettuali e sullo scetticismo
di Wittgenstein è costruito il testo saggistico,
articolato in due capitoli e undici sezioni
che qui proponiamo, che a sua volta è parte
di un saggio più ampio concernente
la filosofia della fisica.
Buona lettura!
Matematica per il reale
e per il fantastico
La matematica tra istinto,
linguaggio ed evoluzione.
Lo scrivente è un noto
filosofo che si occupa
del pensiero materialistico alle origini ai nostri.
Però egli è anche un teorico e l osi vedrà al § 3.5
allorché propone la sua concezione della matematica
come linguaggio dei discreti cinetici.
Gli scritti qui riportati
fanno parte di un più
ampio saggio che coinvolge la matematica
nella fisica subatomica e nella cosmologia.
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