Osso di Ishango (20.000 a.c.)
Proiezione piana dell'Osso di Ishango
(confine Zaire-Uganda),
la più antica testimonianza del pensiero matematico.
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MATEMATICA e FILOSOFIA
Un'indagine
filosofica intorno alla matematica
deve innanzitutto rendere giustizia storica per
quanto riguarda i suoi primordi, le sue interazioni,
i suoi sviluppi, le sue trasmissioni,
le sue implicazioni religiose,
le sue codifiche e i suoi simboli.
Con queste
premesse l'indagine filosofica deve
risalire alla nascita dei numeri e dei concetti
matematici usati per indicare sia la quantità,
sia l'ordinalità e sia le costruzioni geometriche.
Deve poi scrutare la storia dei simboli creati
per indicarle ed infine accertare la gamma
delle operazioni effettuate con essi e i loro
rapporti con la speculazione filosofica.
MANOSCRITTO
DI BRAHMAGUPTA (VI secolo)
Abbiamo proposto
l'immagine di uno dei
manoscritti del matematico indiano
Brahmagupta, perché è nell'India che la
matematica pare nata stando agli ultimi
decenni di ricerca storica ed in seguito
diffusa verso Oriente (in Cina) e verso
Occidente (in Mesopotamia ed Egitto).
Una certa revisione del quadro storico
è diventata indispensabile, anche perché gli
studi condotti negli ultimi decenni confermano
la progenitura indiana e il suo espandersi
imponendo di rimediare all'accumulo nei secoli
di vere leggende di cui occorre diventare
consapevoli per riportarle al loro ruolo mitico,
manipolatorio, ideologico ed eurocentrico.
Nella cornice
seguente troviamo inseriti tre
momenti evolutivi dei simboli numerici indiani
dal I secolo a.c all'XI secolo.
Da esse emergono
due considerazioni.
La prima è che essendo l'epoca prebrahmanica
anteriore al II millennio a.c. già risulta
presente il simbolismo dei numeri romani.
La seconda considerazione è che ben prima
della nascita di una cultura araba, i simboli
che vengono ad essa attribuiti sono in realtà
delle traduzioni dei simboli numerici indiani.
Noi parliamo di
"numeri arabi" perché così li
aveva chiamati Leonardo Fibonacci che nel
XII secolo li aveva appresi dagli Arabi, quando
in tutta Europa i numeri si scrivevano ancora
alla maniera dei Romani.
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Non meno
importante da parte degli
antichi matematici indiani è la descrizione
del cosiddetto "Teorema di PItagora", che
in realtà essi conoscevano già almeno tre secoli
prima del greco, poiché lo utilizzavano
per costruire i loro altari modulari.
La barra
sottostante rende le tipologie delle
ricerche geometriche contenute in una
Sulbasutra di Baudayana (800 a.c. circa).
Risulta
inequivocabile che il teorema era già
conosciuto, Trattato ed elaborato
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La cultura
matematica indiana passava poi
a quella mesopotamica e dopo a quella egiziana.
I Babilonesi mostrarono da subito propensione
per le astrazioni algebriche, mentre gli Egiziani
propendevano per la più pratica geometria.
E tuttavia i più antichi reperti del computo
babilonese su tavolette di argilla paiono
alludere anche ad interessi geometrici
TAVOLETTA BABILONESE del 7300 a.c
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Dall'Egitto
proviene il papiro di Rhynd,
ascrivibile ad un originale indiano stilato
tra il 1900 e il 2000 a.c e quindi reso in
una trascrizione da parte dello scriba egizio
Ahmes intorno al 1650 a.c.
PAPIRO DI RHIND (2000 a.c.)
Esso è la più
antica testimonianza di un testo
di matematica descrittiva compiuta giunto
in Occidente. Alto 33cm. e lungo 3 m3tri
riporta la soluzione di problemi sia aritmetici,
sia algebrici e sia geometrici, corredati da
tabelle
di operazioni frazionarie del tipo
2/5 = 1/3 + 1/15, ed altre del tipo
9/10 = 1/30 + 1/5 + 2/3.
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Dopo che questa
cultura matematica ha trovato
larga diffusione nel bacino del Mediterraneo
e dintorni, la cultura araba trova in
Al-Khuwarizmi, all'inizio del IX secolo,
un grande studioso dell'algebra con importanti
sviluppi nel settore di quelle entità matematiche
che (derivate dalla stropiatura del nome) verranno
poi chiamate da noi "algoritmi".
TRATTATO DI ALGEBRA
DI AL-kUWARIZMI
Questo corretto
quadro storico preliminare
che rende giustizia dell'evolvere della
matematica nei millenni e che riporta al giusto
ruolo quella greca, rappresentata in un
primo tempo dal misticismo pitagorico e
dalla ghematria e solo molto dopo la vera e
innovativa teorizzazione della matematica
da parte di Euclide, intorno al 300 a.c.,
possiamo passare a considerare una indagine
filosofica sulla matematica che riassume
la storia di essa, l'aggiorna alle ricerche
degli ultimi anni e propone una nuova
concettualizzazione della matematica.