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La situazione siriana
La Siria del presidente Assad è minacciata e attaccata dalle forze sioniste e capitaliste che intendono imporre la propria legge e visione politica, economica e sociale, affinché la Siria diventi un paese per così dire democratico e Assad ne abbandoni la guida.

D'altra parte, la Siria cerca di difendere a tutti i costi la propria sovranità e il proprio futuro.

Nasce da qui un conflitto fra due fazioni: i miliziani pro Assad sostenuti da Iran, Russia e Cina e l'esercito siriano libero, che ha alle spalle l'Arabia Saudita ,la Francia, il Regno Unito, la Turchia, il Qatar, gli Stati Uniti e Israele.

Il conflitto è iniziato il 15 marzo 2011 con l'esplosione della protesta in manifestazioni pubbliche, che si è trasformata in guerra civile nel 2012.

Sulla base di una legge del 1963 che vieta le manifestazioni in piazza, il regime ha soffocato ogni protesta usando la violenza e provocando un altissimo numero di morti, circa trentamila.

I civili e i soldati che si sottrassero alla repressione andarono a costituire l'esercito siriano libero, una forza militare interna in opposizione ad Assad.

La Lega Araba, gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno condannato l'uso della violenza contro i manifestanti, mentre Russia e Cina hanno deciso di sostenere economicamente e militarmente il governo siriano.

Complessivamente gli scontri e le battaglie di piazza hanno sempre visto il prevalere del regime: i gruppi di opposizione siriani hanno sì fatto notizia, ma non sono riusciti ad esercitare alcuna pressione su Assad. Di fatto l'esercito siriano libero, nonostante l'ampio sostegno internazionale, non ultimo quello delle Nazioni Unite, combatte ma senza riuscire a cambiare il vertice del potere e senza conseguire risultati concreti.

Attualmente la situazione vede il delinearsi di tre aspetti principali:

- l'aumento dell'insurrezione popolare contro il regime;

- l'uso della forza contro i manifestanti, siano essi pacifici, siano essi armati;

- i dubbi e le esitazioni del mondo sulla strategia da seguire.


Lo scenario internazionale
L'eventuale caduta del governo siriano, oltre a creare ed alimentare guerre interne tra sunniti, sciiti, alawiti e cristiani, provocherebbe tre principali conseguenze:

- l'ampliamento dell'influenza americana in Siria, nella linea di continuazione della strategia iniziata con l'invasione dell'Iraq nel 2003, e il conseguente deterioramento dei rapporti diplomatici e commerciali della Russia e della Cina con il paese;

- il rafforzamento delle monarchie sunnite che controllano il petrolio e il conseguente indebolimento dell'Iran;

- la possibilità che Israele si impossessi degli imopianti nucleari iraniani.

Tale situazione potrebbe avere ripercussioni sulla Palestina, dato che il governo siriano ha sempre sostenuto la causa palestinese.


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