Forse i primi a visitare l'Islanda furono alcuni sacerdoti irlandesi nel 795.
Nell'867 vi arrivò la spedizione del norvegese Naddodh, che chiamò il luogo “terra della neve”. Nello stesso periodo vi approdò il norvegese Vilger Dharson che le diede il nome attuale di “terra del ghiaccio” (Iceland).
Nell'874 il norvegese Ingolfr fondò il villaggio di
Reykjavík e iniziò l'occupazione dell'isola, che venne
suddivisa in vari distretti chiamati gothard.
Nel 930 i distretti decisero di creare un'unione più
stretta e costituirono l'assemblea legislativa e giudiziaria chiamata
Althing, che si riuniva presso il Thingvellir, vicino a
Reykjavík.
Nel 982 Erik il Rosso, condannato all'esilio per omicidio,
partì in spedizione e nel 986 scoprì la Groenlandia; il
figlio Leif raggiunse nel 1000 il Vinneland, ossia l'America settentrionale.
Nel 1241 il re di Norvegia Haakon eliminò Snorri
Sturluson, che lottava per l'indipendenza dell'Islanda e nel 1272 si
fece riconoscere re degli Islandesi, imponendo loro un governatore.
Nel 1397 l'Islanda diventa soggetta al dominio danese in seguito all'Unione tra Danimarca e Norvegia.
Nel 1798 l'Althing viene abolito. Per tutto il XIX secolo gli
Islandesi lottano per l'indipendenza, ottenendo la restituzione
dell'Althing nel 1874.
Le successive rivendicazioni portano alla costituzione di una
commissione mista di danesi e islandesi che nel 1918 redige l'Atto di
unione, con il quale lo stato sovrano dell'Islanda è unito alla
Danimarca come possesso del re.
Nel 1944 l'unione viene sciolta e l'Islanda diventa una
repubblica indipendente, sancita dal referendum del 17 giugno con il
95% di voti a favore.