ARTE MINOICA

 

In base alla stratificazione e alla successione degli stili ceramici Arthur Evans riuscì a fissare una cronologia relativa e a dare una classificazione della civiltà in tre periodi: Minoico Antico, Medio e Tardo, ciascuno suddiviso in tre fasi I, II, III, e ciascuna fase in due sottofasi A e B, mentre il Minoico Tardo III fu suddiviso in tre sottofasi A, B e C.

La cronologia delle varie fasi è oggetto di discussione: per il Minoico Antico Evans proponeva le date 3400-2100, mentre la maggior parte degli studiosi oggi propende per un più breve periodo tra il 2800 0 2500 e il 2000 o il 1850. La fine del Minoico Medio III B si data intorno al 1580 o il 1550, la fine del Minoico Tardo II che vide la distruzione dei secondi palazzi intorno al 1400, e il Minoico Tardo III, che corrisponde al periodo miceneo, si sviluppa tra il 1400 e il 1200-1100.

 

Nel periodo prepalaziale del MA la cultura cicladica non manca di influenzare quella cretese, che ne imita gli idoli traducendo i modelli marmorei in pietra, come quelli da Tekkè, e sfruttando largamente il motivo della spirale nella ceramica e nei sigilli incisi, che rappresentano una caratteristica manifesta­zione dell'arte minoica, sin dall'inizio. Le case del MA sono semplici vani, ma le tombe assumono nella Creta meridionale grandiose forme a tholos con muro in pietra circolare su cui si imposta una falsa cupola costruita con lastre so­vrapposte aggettanti.

 

La progredita organizzazione sociale, politica ed economica porta fin dal MM I A alla creazione di palazzi per principi delle varie regioni dell'isola, distrutti nel MM III B. Nella ceramica la tecnica dell'ornato chiaro su sfondo scuro dell'ultima fase precedente si sviluppa arric­chendosi di colori gialli, rossi, arancioni, bruni, nello stile cosiddetto di Kamares, dal nome della grotta dell'Ida dove per la prima volta si rinvenne. Le forme vascolari si moltiplicano ed estremamente ricco è il repertorio decorativo di stile geome­trico, prevalen­temente curvilineo. Nello stesso periodo sboccia anche una piccola plastica in terracotta con caratteristiche che resteranno a fondamento dell'ulteriore sviluppo della plastica minoica: l'uomo nudo con perizoma ai fianchi, la donna con aderente corsetto aperto e gonna scampanata, ambedue con vitino sottile di vespa e torso triangolare.

La grandiosa ricostruzione dei palazzi si estende fino al MT II, mentre Cnosso assume una posizione sempre più preminente. La fase finale del MM e la prima del TM rappresentano la più elevata manifestazione artistica con lo stile naturali­stico, che va poi trasformandosi in un linguaggio più aulico e decora­tivo nella fase finale dei palazzi, specialmente a Cnosso. In ceramica le forme preponde­ranti sono i rhytà sferici, piriformi, conici. nella decorazione naturalistica appaiono motivi marini creati forse nella Creta orientale (sono polipi resi realisticamente nel viscido snodarsi dei tentacoli con le ventose, disposti su un asse obliquo sul corpo del vaso con senso dinamico, abbracciandone tutta la superficie). I resti delle pitture parietali dei secondi palazzi offrono un quadro ricco e complesso dello stile naturalistico: ele­menti costitutivi ne sono flora e fauna terrestre e marina in una composizione astratta per piani paralleli, mancante di scorcio e prospettiva.


 

 

CIVILTÀ MICENEA

 

La civiltà elladica è stata classificata in tre periodi: Antico, Medio e Tardo, ciascuno con tre fasi I, II, III, distinte ciascuna in due sotto­fasi A e B, e tre A, B e C per l'ET III.

L'Elladico Antico e Medio rappresentano una cultura modesta con villaggi di case ovali e poi rettangolari, cinti da mura, che conosciamo soprat­tutto dagli scavi di Orchom­enos, Corinto e Lerna. Verso la fine del XVII sec. su questa cultura agisce largamente un influsso artistico che muove da Creta, allora nel pieno fiorire dello stile natu­ralistico, e dalle Cicladi.

 

Alla fine dell'Elladico Medio III nell'Argolide si manifesta un concentramento e uno sviluppo di nuove energie e la costituzione di centri ben organizzati, le cui necropoli attestano una ricchezza e una cultura artistica contrastanti con il modesto panorama elladico precedente. Micene presenta tombe a tholos regali nelle quali la profusione d'oro attesta una nuova potenza (si è supposto che l'oro fosse il provento dell'aiuto offerto agli Egiziani contro gli Hiksos).La ceramica presenta motivi di uccelli e spirali e motivi floreali cicladici e minoici; i vasi d'oro e di argento hanno forme cretesi, anche se qualcuno presenta piedi elladici come la cosiddetta coppa di Nestore, con le colombe sulle anse.

 

L'originalità micenea si manifesta soprattutto nelle maschere funerarie in elettro e oro, dai tratti schematizzati; la tecnica dello sbalzo del metallo viene utilizzata anche nella produzione vasaria (tazza aurea con cattura di tori, da Vaphiò e altra tazza aurea con addomesticamento di tori, sempre da Vaphiò; coppa aurea con polipi, da Midea).

 

La pittura micenea ama le teorie processionali di personaggi maschili e femmi­nili, a Tirinto, Tebe, Pylos, che hanno chiari rapporti di parentela con lo stile di Cnossos e del sarcofago dipinto di Hagia Triada.

L'arte dell'ET III sviluppa una grande produzione di vasi dipinti, che nelle prime due fasi vede il perdurare di motivi marini e floreali prece­denti con una crescente schematizzazione, che apre la strada alla lavorazione della terza fase del periodo, che presenta una estrema astrazione di tutto il repertorio figurato, floreale e animale, in una visione ornamen­tale nuova, lineare, rabescante, che culmina nello stile serrato, mentre un deciso impoverimento presenta l'ultima produzione, rappre­sentata a Micene dallo stile del Granaio, dove domina la semplice linea ondulata.

 

Per quanto riguarda l'architettura, il megaron si compone di un portico a due colonne, l'omerica aithousa, un'anticamera o prodomos, e la sala del trono con focolare rotondo al centro, circon­dato da quattro colonne, che sorreggono il soffitto piano, con un lucernaio per la fuoriuscita del fumo e il ricambio dell'aria. Il gusto della decora­zione è d'ispirazione cretese, mentre l'impianto si lega alla tradizione architetto­nica elladica, di cui si è visto il primo esempio a Dimini, in Tessaglia.