Origini e successivi sviluppi del TANTRA

Tantra o Tantrismo è principalmente una filosofia orientale, ma anche "dottrina" - "rituale" - spiritualità, che coinvolge corpo, mente e anima, attraverso una particolare via, percorsa con l'interezza del proprio essere.
TANTRA deriva da due parole TAN-TRA:
- TAN, significa espandere (dilatare la coscienza di sè)
- TRA, significa liberare (dalla dipendenza)
Nella storiografia occidentale indica, una controversa categoria che vorrebbe raccogliere un genere di insegnamenti spirituali e tradizioni esoteriche originatosi nelle religioni indiane circa 2000 anni fa. Ne esistono varianti induiste, buddhiste, giainiste e bönpo, e nelle sue diramazioni si è diffuso in Tibet, Cina, Corea, Giappone e molte altre aree dell'Estremo Oriente.

Filosofia e spiritualità
Per ottenere questa espansione (dilatazione) della coscienza di sè, il punto di partenza, secondo il Tantra, consiste nella ricalibratura della sensorialità.

Gli esseri umani, spesso, sono caratterizzati da una sensorialità grossolana, distratta, incapace di percepire le sfumature.
È un problema, perché disporre di una sensorialità grossolana significa "non riuscire a cogliere" la bellezza sottile di tutto ciò che ci circonda, divenire incapaci di gioire profondamente per il tenue fascino di un fiore, il profumo di un muschio, il tocco di una mano... significa noia e apatia.
Per reagire abbiamo "sempre più" bisogno di stimoli, intensi, pesanti e invasivi... e allora: li troviamo nella droga e nell'alcol, nell'inferno acustico delle discoteche, nell'egoismo senza scrupoli, nella corsa sfrenata all'accumulo di richezze più del necessario. Ma i nostri sensi rozzi e ottusi ci rendono sempre più incapaci di sentire la vita.

Per un essere umano che ha incrementato, dilatato, la finezza dei suoi sensi, la vita tutta intorno è piena di bellezza e di fascino. Il Tantra, cerca la normalità, aiutandoci ad espandere la nostra sensorialità e a percepire il piacere e la straordinarietà della vita.
Per questo il primo passo della via tantrica consiste in una purificazione della sensorialità. Purificarsi dall'inquinamento sensoriale che caratterizza la vita quotidiana per sviluppare una sensorialità sottile, capace di cogliere le sfumature e, con esse, la ricchezza della vita (terrena).
Colori, profumi, sapori, contatti fisici, suoni, mantra e musica. Raffinate esperienze in tutti questi ambiti conducono finalmente il sadhaka tantrico (il discepolo che percorre questa via) a vivere con intensità il "qui ed ora". Se percepisco la ricca bellezza della realtà che mi circonda e mi lascio catturare dalla pienezza di vita che ogni istante contiene, la mia mente sentirà sempre meno il bisogno di ricorrere a stimoli artificiali, la mia consapevolezza inizierà a crescere, la noia e l'ansia del futuro diminuiscono e la dimensione della meditazione è iniziata. Perché questa è la meditazione: totale presenza, apertura e dilatazione della coscienza che scopre la felicità dell'istante presente.

La sessualità tantrica
Con il ricco bagaglio di una sensorialità rinnovata il sadhaka tantrico si avvicina alla sessualità e la vive in un modo sacro.
Secondo la visione tantrica, infatti, la sessualità è il contesto in cui Dio in forma maschile incontra Dio in forma femminile.
L'importanza attribuita alla sessualità, unico aspetto per cui il Tantra sembra essere noto in occidente, dipende, in realtà, dalla visione simbolica che se ne ha.
Il Tantra invita a riflettere sull'atto sessuale:
La fusione del maschio con la femmina simboleggia l'unione di purusha e prakriti (l'energia dello spirito "il cielo" e l'energia della natura "la terra"), e al tempo stesso (nella interpretazione spirituale) è la fusione dell'anima col lo spirito divino.
È un po' come se il Tantra invitasse a vivere l'esperienza della sessualità, come una piccola e parziale anticipazione della pienezza e totalità della fusione che attende lo spirito.
L'invito del Tantra è semplice: vivi la sessualità con la pienezza dei sensi sottili che hai sviluppato, gioisci di essa nella pienezza dei profumi, del gusto, della visione e del tocco, annegati nel "qui ed ora" del piacere intenso che essa ti arreca, e al tempo stesso ricorda che il samadhi che provi (cioè il senso di appagamento dato dalla fusione) non è che l'anticipazione pallida di un ben più alto samadhi che ti attende: la fusione con la divinità.
La sessualità vissuta tantricamente, perciò, non è altro che il dito che indica la luna. Solo lo stolto si perde a guardare il dito: qundo l'obiettivo è la luna. Per questo, una volta compreso il significato del sesso in quanto simbolo, quest'ultimo può anche essere vissuto, con la libertà di chi è salito ad un livello più alto e non viene più condizionato da quelli inferiori.

Origini e diffusione
Premesse le oggettive difficoltà di individuare l'oggetto di indagine che va sotto il nome di "Tantrismo", le sue origini sono tutt'oggi discusse e controverse. I testi di riferimento di queste dottrine e pratiche appaiono in India tra il VI e il VII secolo d.C. Non è chiaro se esse si fondino o meno su delle tradizioni orali precedenti. Stabilirne le origini e pressoché impossibile. Secondo André Padoux almeno quattro affermazioni possono tuttavia essere riportate con sufficiente contezza:
  • Il Vedismo e il Brahmanesimo non hanno conosciuto il Tantrismo. Hanno solo contenuto elementi che poi si svilupperanno con le dottrine tantriche. Quindi i riferimenti "vedici" del tantrismo non possono essere considerati come diretta connessione o origine nei Veda.
  • Il Tantrismo ha origine nei primi secoli della nostra Era come sviluppo del Brahmanesimo, le cui cause sono del tutto sconosciute se non come influenze indigene.
  • La letteratura tantrica più antica è quella riportata nel Canone buddhista cinese. Ciononostante il Tantrismo ha origine in India e nell'Induismo essendo da considerare il Buddhismo tantrico successivo anche se i due fenomeni religiosi interagirono .
  • Se il Tantrismo si è sviluppato a partire dal VI secolo, alcune iscrizioni (Pietra di Gangdhar, 424 d.C.) dimostrano che divinità tantriche erano adorate fin dal V secolo d.C.
La Via del Tantra
Per approfondire, vedi la voce macrocosmo e microcosmo. Più che un sistema coerente, il Tantra è un insieme di pratiche e idee, caratterizzato da una grande importanza dei rituali, la manipolazione dell'energia (sakti), azioni talvolta considerate "trasgressive", l'uso del mondano per accedere al sopramondano e l'identificazione del microcosmo con il macrocosmo.
Alla base delle dottrine tantriche vi è infatti la concezione di una stretta correlazione tra il macrocosmo e il microcosmo.
Tale correlazione consentirebbe all'adepto dei Tantra (il tantrika) di poter accedere, mediante delle precise tecniche, all'energia cosmica presente nel proprio corpo e quindi raggiungere la liberazione con questo corpo e in questa vita (jivanmukti).
Il tantrika cerca di utilizzare il potere divino che scorre in tutte le manifestazioni universali (compreso il proprio corpo) al fine di ottenere i propri risultati, siano essi spirituali, materiali o entrambi.
I praticanti del Tantra considerano la guida di un Guru un prerequisito indispensabile. Nel processo di manipolazione dell'energia il tantrista ha diversi strumenti a disposizione: tra questi lo Hatha Yoga, con pratiche anche estreme che portano a un controllo pressoché completo del proprio corpo; la visualizzazione e verbalizzazione della divinità, attraverso i mantra e la meditazione su di essi; e l'identificazione e internalizzazione del divino, con pratiche meditative tendenti ad una totale immedesimazione con una divinità.
Secondo la visione del mondo hindu, la storia si svolge in modo ciclico e in discesa, partendo da un'età dell'oro per arrivare ad ere cosmiche di progressivo declino spirituale. Gli adepti del Tantra credono che sia possibile raggiungere l'illuminazione anche nelle peggiori condizioni morali e sociali: l'età oscura in cui siamo immersi presenta innumerevoli ostacoli, che rendono difficile la maturazione spirituale. Per questo sono necessarie misure drastiche come, appunto, il metodo tantrico.

Tantra induista
La scienza del Tantra si basa su varie raccolte di 92 shruti, conosciuti come Tantra; ne esistono varianti Vaishnava, Shaiva, e Shakta, tra le altre.
La tradizione tantrica, o Tantrika Parampara, può considerarsi parallela o intrecciata con quella Vedica (Vaidika Parampara). Secondo Swami Nikhilananda lo stesso sviluppo del pensiero tantrico rivela inoltre l'influenza di Upani?ad, Purana, e Yoga[9]. D'altronde alcuni Tantra dichiarano apertamente le proprie origini; ad esempio il Tripura Rahasya, uno dei testi centrali dello Shakta Tantra, afferma di essere stato creato "riassumendo gli insegnamenti di Veda, Purana e altre scritture."

Realtà come Siva-Sakti
Secondo il Tantra, la Realtà è pura coscienza (chit), che è lo stesso che essere (sat) e beatitudine (ananda). Nel Tantra, questa tripletta, o Satchitananda è rappresentato dalla coppia Siva-Shakti, che comprende l'Assoluto, Siva, e il potere della creazione, Shakti; nel Tantra, ogni concetto del Divino che non includa la Shakti, o la potenza del divenire, è considerato incompleto.

Evoluzione e involuzione
Secondo il Tantra, il Satchitananda ha insieme il potere dell'auto-evoluzione e dell'auto-involuzione. la Realtà si evolve in una molteplicità di cose ed esseri viventi, eppure al tempo stesso resta pura coscienza, essere e beatitudine; in questo processo di evoluzione, Maya ("illusione") nasconde la Realtà e la separa in due opposti, come conscio e inconscio, piacevole e spiacevole, e così via. Queste condizioni limitano o restringono l'individuo (jiva) e trasformano la sua percezione in quella di un animale.
In questo mondo relativo, Siva e Shakti sembrano separati; nel Tantra, però, anche durante l'evoluzione, la Realtà resta identica, sebbene il Tantra non neghi né l'atto né il fatto di questa evoluzione. Di fatto, il Tantra afferma che sia il processo di evoluzione mondiale sia quello individuale sono Realtà, prendendo le distanze sia dal puro dualismo sia dal non-dualismo del Vedanta.
Comunque, l'evoluzione o "corrente di uscita" è solo una delle funzioni di Maya; l'involuzione, o "corrente di ritorno", riporta il jiva alla sorgente o radice della Realtà, rivelando l'infinito. Si dice che il Tantra insegni il metodo per cambiare il verso della corrente, da quella di uscita a quella di ritorno. Questa idea è alla base di due proverbi tantrici: "ci si deve rialzare con quello che ci fa cadere" e "lo stesso veleno che uccide diventa l'elisir della vita se usato dal saggio".

Tantra buddhista
Per approfondire, vedi il Buddhismo Vajrayana.
Il termine Buddhismo Vajrayana è traducibile in italiano come Buddhismo del veicolo adamantino o Buddhismo del veicolo del diamante.
Per Buddhismo Vajrayana si intende l'insieme di scuole, dottrine e lignaggi del Buddhismo Mahayana che accolgono ulteriori insegnamenti e mezzi abili (sanscrito upaya) che, a detta di questo tipo di buddhismo, consentirebbero un rapido ingresso nella conoscenza o saggezza ultima (sanscrito prajña) e raggiungere l' "illuminazione" anche in questa stessa vita.
Il termine sanscrito vajra (lett. diamante o folgore) richiamato nel nome di questo buddhismo, indica l'infrangibilità, l'immutabilità e l'autenticità della Verità ultima. Corrisponde anche alla vacuità e quindi alla vera essenza di tutti gli esseri e dell'intera realtà. La trasparenza del diamante indica anche che la mente illuminata è "chiara", "limpida" e vuota (trasparente).
La tradizione indiana e tibetana di questo buddhismo lo indica come terzo veicolo (yana ovvero ciò che "conduce" verso l' "illuminazione") dopo l' Hinayana e il Mahayana, considerandolo come sviluppo del Mahayana.
Il Buddhismo Vajrayana è oggi presente in Bhutan, Mongolia, Giappone e Tibet, oltre che essere presente in numerose nazioni occidentali.

Pratiche tantriche Il metodo tantrico consiste nel sublimare piuttosto che negare la realtà negativa; questo metodo si compone di tre fasi: purificazione, elevazione, e "riaffermazione dell'identità sul piano della pura coscienza".
A causa dell'ampia varietà di comunità che fanno riferimento al termine "Tantra", è difficile descrivere le pratiche tantriche in maniera definitiva. La pratica fondamentale, la forma di venerazione induista conosciuta come puja, può comprendere uno o più dei seguenti elementi.

Mantra e yantra
Come in altre tradizioni yoga induiste e buddhiste, il mantra svolge un ruolo importante nel Tantra per concentrare la mente. I mantra sono spesso usati per invocare specifiche divinità induiste come Siva e Kali. Allo stesso modo, i puja spesso comprendono la concentrazione su uno yantra o mandala associato alla stessa divinità [senza fonte].

Identificazione con la divinità
Il Tantra, essendo un'evoluzione dell'antico pensiero induista vedico, abbracciò tutte le divinità induiste, specialmente Siva e Shakti, insieme alla filosofia Advaita secondo la quale ciascuna rappresenta un aspetto del Para Siva, o Brahman. Queste divinità possono essere venerate esteriormente con fiori, incenso, e altre offerte; ma, in definitiva, esse sono un oggetto di meditazione che i praticanti visualizzano (darshan) o con cui cercano di immedesimarsi. Nel Buddhismo tantrico, questo processo è chiamato yoga della divinità.

Concentrazione sul corpo
I praticanti tantrici generalmente vedono il corpo come un microcosmo; così nel Kaulajnana-nirnaya, per esempio, il praticante medita sulla testa come la luna, il cuore come il sole e i genitali come il fuoco. Come nella tradizione yoga, una serie di centri energetici (chakra - "ruote") può essere usata come un insieme di punti su cui concertarsi, e possono essere associati con elementi, pianeti o poteri occulti (siddhi) [senza fonte].

Riti sessuali nell'antichità
I riti sessuali potrebbero essere emersi agli inizi del Tantra induista come un metodo pratico di generare fluidi corporei trasformativi, che costituiscono un'offerta vitale alle divinità tantriche, oppure essersi evolute da cerimonie di iniziazione dei clan che comprendevano la transazione di fluidi sessuali. L'iniziato di sesso maschile era inseminato o insanguinato con le emissioni sessuali della consorte femmina, talvolta frammiste al seme di un guru, ed era così trasformato in figlio del clan (kulaputra) per grazia della consorte; si pensava infatti che il fluido del clan (kuladravya) o nettare del clan (kulamrita) scorresse naturalmente dalla sua pancia. Sviluppi successivi del rito enfatizzavano l'importanza della beatitudine e dell'unione divina, che sostituirono le connotazioni più corporee delle forme più antiche. Sebbene in Occidente il Tantra sia pensato come coincidente con i riti sessuali, solo una minoranza di sette vi fa ricorso, e nel tempo per lo più questi riti subirono un processo di trasformazione in simbolismo psicologico.

Nel Tantra è possibile andare oltre il piano sessuale dell'esistenza solo con la sua completa accettazione; utilizzando e spiritualizzando le proprie innate tendenze sessuali verso una maggiore consapevolezza. I Tantra riconoscono diversi approcci per condizionare gli aspiranti prima di una meditazione sessuale; il guru deve tenere conto delle tendenze e dei conseguimenti spirituali individuali e generalmente si considera un percorso appropriato solo per alcuni individui il cui temperamento e autocontrollo consenta loro di superare l'indulgenza sessuale (una necessità) se l'atto deve servire come uno strumento per trascendere l'identificazione con il corpo mortale. Come in altre pratiche tantriche la presenza di un guru è una premessa essenziale. Quando eseguito in accordo ai Tantra il rituale culmina in una sublime esperienza di infinita consapevolezza, per entrambi i partecipanti.

I Tantra specificano che il sesso ha tre finalità ben distinte:
- procreazione
- piacere
- liberazione.
Coloro che cercano la liberazione evitano l'orgasmo frizionale per una forma più alta di estasi, e la coppia che prende parte al rituale si immobilizza in un abbraccio statico; diversi rituali sessuali sono raccomandati e praticati, e comprendono riti purificatori e preparatori elaborati e meticolosi. L'atto risulta in un equilibrio delle energie che scorrono nell'ida pranico nel corpo sottile di entrambi i partecipanti, il nadi susumna si risveglia e la kundalini risale dentro di esso. Questo può infine culminare nel samadhi, dove le rispettive individualità di ciascuno sono completamente dissolte nella coscienza cosmica. I praticanti del Tantra interpretano l'atto su molteplici livelli; i partecipanti maschio e femmina unendosi fisicamente rappresentano Siva e Shakti, il principio maschile e quello femminile, e al di là del fisico le due energie si fondono generando in un'energia indistinta. Sul piano individuale ciascun partecipante esperimenta una fusione delle proprie energie Siva e Shakti.

Visione occidentale del Tantra
In Occidente, i primi orientalisti europei vedevano il Tantra come una forza sovversiva, antisociale, licenziosa e immorale colpevole della corruzione dell'induismo classico. Oggi invece viene visto come una celebrazione dell'uguaglianza sociale, della sessualità, del femminismo e della cultura del corpo e della mente, al punto che se ne è formata una variante occidentale (neo-tamtra), che si differenzia dal tantrismo orientale mantenendone i principi base di meditazione e sensualità.
QUINDI, quando parliamo di TANTRA noi in occidente, intendiamo quasi sempre il NeoTantra, meno spirituale.

Sir John Woodroffe
Il primo studioso occidentale ad affrontare seriamente lo studio del Tantra fu Sir John Woodroffe (1865–1936), che scrisse sul tema sotto il nome d'arte "Arthur Avalon"; è comunemente considerato il "padre fondatore degli studi tantrici". A differenza dei suoi predecessori, Woodroffe era apologetico nei confronti del Tantra, difendendolo contro le innumerevoli critiche e presentandolo come un sistema etico-filosofico compatibile con i Veda e i Vedanta.

Sviluppi successivi
Dopo Sir John Woodroffe, diversi studiosi cominciarono ad analizzare attivamente gli insegnamenti tantrici; tra questi esperti di religione comparativa e indologia, come: Agehananda Bharati, Mircea Eliade, Julius Evola, Carl Gustav Jung, Giuseppe Tucci, e Heinrich Zimmer.

Secondo Hugh Urban, Zimmer, Evola, e Eliade il Tantra era visto come «la culminazione di tutto il pensiero indiano: la forma più radicale di spiritualità e il cuore arcaico dell'India aborigena», e loro stessi lo consideravano come la religione ideale dell'era moderna.
Tutti e tre vedevano il Tantra come «il cammino più "trasgressivo" e "violento" verso il sacro». Zimmer elogiò il Tantra per il suo atteggiamento affermativo nei confronti del mondo: «Nel Tantra, l'approccio non è quello del Nay (arcaismo per "No") ma dello Yea (arcaismo per "Sì") [...] l'atteggiamento verso il mondo è affermativo [...] L'uomo vi si deve avvicinare attraverso e per mezzo della natura, non con il rifiuto della natura" » (citazione in Urban (2003), p. 168)

Tantra nell'Occidente contemporaneo
Dopo queste prime presentazioni positive del Tantra, altri autori molto popolari come Joseph Campbell contribuirono a importare il Tantra nell'immaginario collettivo contemporaneo; il Tantra comincia a essere visto come un "culto dell'estasi", che combina spiritualità e sessualità in modo da agire come una forza correttiva dell'atteggiamento repressivo della cultura occidentale nei confronti del sesso.

Nel momento in cui il Tantra è diventato popolare in Occidente, però, ha subito una significativa trasformazione, fino ad essere inglobato nella occidentalissima New Age, che ne ha prodotto una versione nota come Neotantra, molto differente dalla tradizione tantrica originale dell'India.
Per molti lettori occidentali moderni, "Tantra" è diventato un sinonimo di "sesso spirituale" o "sessualità sacra", il concetto che il sesso stesso debba essere santificato in quanto capace di elevare la coppia ad un piano di spiritualità superiore. Sebbene il Neotantra adotti molti dei termini e dei concetti del Tantra indiano, in esso le tradizionali fondamenta di guruparampara e delle regole di condotta rituale sono state epurate.

Secondo Hugh Urban, la maggior parte degli studiosi occidentali «al tempo di Agehananda Bharati» critica queste nuove forme di pop-Tantra o neo-Tantra, "considerato un profondo fraintendimento del cammino spirituale tantrico.
Hugh Urban poi chiarisce che personalmente non considera il neo-Tantra "sbagliato" o "falso" ma piuttosto «semplicemente una diversa interpretazione di una specifica situazione storica».


Bibliografia
  • Arthur Avalon, The Serpent Power, Ganesh and Co.
  • Arthur Avalon, Tantra of the great liberation - Mahanirvana Tantra, Dover publications, New York 1972.
  • Bagchi, tradotto da Michael Magee, Kaulajnana-nirnaya of the School of Matsyendranath, Varanasi, Prachya Prakashan, 1986
  • Ronald M. Davidson, Indian Esoteric Buddhism: A Social History of the Tantric Movement, Columbia University Press, 2003
  • Ronald M. Davidson, Tibetan Renaissance: Tantric Buddhism in the Rebirth of Tibetan Culture, Columbia University Press, 2005.
  • Elmar e Michaela Zadra, Tantra e meditazione, Rizzoli 2006
  • Georg Feuerstein, Tantra: The Path of Ecstasy, Shambhala, Boston, 1998.
  • René Guénon, Études sur l'Hindouisme, 1966
  • Geshe Kelsang Gyatso, Tantric Grounds and Paths, Glen Spey, Tharpa Publications, 2003
  • Katherine Anne Harper, Robert L. Brown, The Roots of Tantra, State University of New York Press, 2002
  • Pandurang Vaman Kane, History of Dharmashastra (Ancient and Mediaeval Religious and Civil Law), 5 Volumi, Bhandarkar Oriental Research Institute, Poona, 1930–1962
  • Michael Magee, traduzione, Yoni Tantra, 1984
  • The Scrolls of Mahendranath, International Nath Order, Seattle, 1990
  • Ajit Mookerji, The Tantric Way: art, science, ritual, Thames and Hudson, Londra, 1997
  • Hinduism: Its meaning for the Liberation of the Spirit, seconda edizione, Sri Ramakrishna Math, 1982
  • T. A. Gopinatha Rao, Elements in Hindu Iconography, Vol 1, Madras, Law Printing House, 1914, ristampa New York, Garland Publishing, 1981
  • Swami Satyananda Saraswati, Sure Ways to Self Realization, Yoga Publications Trust, 2000
  • Swami Sivananda, Kundalini Yoga
  • Hugh Urban, The Conservative Character of Tantra: Secrecy, Sacrifice and This-Worldly Power in Bengali Sakta Tantra, International Journal of Tantric Studies, Vol 6, No. 1, 2002
  • Hugh B. Urban, Tantra: Sex, Secrecy, Politics, and Power in the Study of Religions, University of California Press, 2003
  • Tantrism: Its Secret Principles and Practices, Acquarian Press, London, 1982; Borgo Press, 1983
  • David Gordon White, Kiss of the Yogini: "Tantric Sex" in its South Asian Contexts, University Of Chicago Press, 2003
  • David Gordon White, The Alchemical Body: Siddha Traditions in Medieval India, University Of Chicago Press, 1998
  • David Gordon White, Tantra in Practice, Princeton University Press, 2000
  • John Woodroffe, Mahanirvana Tantra (Tantra of the Great Liberation).
  • John Woodroffe, Sakti and Sakta, Ganesh and Co, 1959
  • Franca Sacchi, Spiritualità e armonia sessuale, De Vecchi Editore