SENZA PERDONO
Alla mia famiglia
THEY DON'T KNOW HOW WONDROUS THEY ARE
SERA DI MONTAGNA (1965)
La nube s'alzava; nel cielo
vibrava una tremula stella;
la luna, di nubi nel velo,
sembrava una sposa novella.
La sagoma oscura dei monti
sfumava nel cielo men scuro;
e il morso, e il dolor della sera
pareva alla fine men duro.
IL POETA (1968)
Non borghesi prosperosi
sui divan spaparanzati,
nè fanciulle dai rossori
ed ipocriti pudori
il poeta fa' soggetto
del suo futile versetto.
Il poeta invece vola
sopra mari monti e piani
e dall'alitar dei venti
e dal fuoco dei vulcani
prende ciò che gli abbisogna acciocchè vada alla gogna
ogni uman difetto e vizio.
E Sempronio e Caio e Tizio
or vedran quanto varrà
un sol semplice poeta
per le loro nullità.
A NIKE
O Nike, la neve che fiocca
bianca dalle montagne
e l'azzurro freddo del cielo
quando il sole è sparito
dietro i monti lontani
mi appaiono come in un sogno
quando guardo il tuo viso.
Ma più tu ancora ricordi
le sere passate all'aperto
i canti in circolo dolci
delle "guide" bambine.
Ma certo, o Nike, il tuo mondo
casto a me è precluso
io posso sol intravederlo
quando guardo il tuo viso.
LA FELICITA'
Ti ho cercato, ti ho cercato in boschi
verdi e rigogliosi
stagliantisi contro il cielo terso;
sulla neve intatta di monti
ermi, cupi nell'alba.
Ti ho cercato nei puri sorrisi
di esseri lieti allora apertisi al mondo.
Ti ho cercato curvo sui libri,
fonti stillanti di scienza
ed anche in fumose sale
trasudanti greve il vizio.
Ma ho capito che, novella Morgana,
in vita sei sempre più oltre
in morte sei solo verace.
NEMESI
Tutto si sconta; il grido
di sfida, lanciato nel vuoto,
ritotna nei vacui silenzi,
sussurro che turba la mente.
L'allegra baldanza fugace
si muta in angoscia diuturna
che segue il mio stanco cammino,
foriera di cupi rimorsi.
Perché alla gioia lontana
succede una lunga tristezza,
che soffoca lenta la vita?
IL RAGAZZO
Il ravazzo è ribelle
vuole essere cattivo
anela a cose perdute
oppure a un futuro remoto.
Il ragazzo ama star solo
sognare impossibili vite
vivere oscure emozioni.
Il ragazzo è il bambino di ieri,
tremante di nulla ansima
ma è anche l'uomo futuro
ansioso di mille conquiste.
Ma pur se l'impuro l'attira
non sa staccarsi dal puro.
Ma presto ogni cosa finisce
nel morto tran-tran quotidiano.
Ed ecco: il ragazzo son io.
UMANA AVVENTURA
Ho visto ricchi poveri
servi padroni
preti atei
ma fu un sogno.
Ho visto bambini giocare nel sole
e vecchi goderne l'ultimo raggio.
Ho sentito ubriachi bestemmiare
e donne intonare litanie
ma in tutti ho visto Te, mio Signore,
tu che eri come noi,
tranne che nel peccato.
Tu mi precedevi,
piangevi al mio pianto
e alla mia angoscia eri angosciato.
Univi alla mia
la tua Gioia.
Tu ami i peccatori
come amasti gli Apostoli
compreso il traditore.
Essi erano come noi, miserevoli,
forse con un po' più di coraggio;
avevano poco da perdere.
Tu amasti anche il giovane ricco
e Zaccheo e Nicodemo,
ma li posponesti ai poveri
perché principalmente loro
è il retaggio dei Cieli.
HO GRIDATO
Ho gridato: Libertà
e mi hanno puntato contro i fucili.
Ho gridato: Pace
e mi hanno aizzato contro i loro cani.
Ho gridato: Eguaglianza
e mi hanno deriso schernendomi.
Uomini, uomini dove andate
se l'odio arroventa gli spiriti
fuggendo invidiosi la Luce?
ESTATE
Sei venuta. L'afa, tua ancella,
riempie le strade di noi.
La vita diventa
più cupa e molesta.
Ma tu, nuova Artemide,
dardeggi implacata le strade.
D'estate Dio è più lontano.
IO E MIO FRATELLO
Io ero l'aspettato
voluto dagli uomini
più che da Dio.
Lui venne come il ladro
di notte.
Venne perchè doveva venire.
Io ero pieno di me,
di me e del mio orgoglio,
lui era pieno di un Altro.
Giusti in apparenza entrambi,
ma lui obbediva al suo cuore
io ad aridi precetti.
Io, come Levi, avido e crudele,
lui, come Giuda, forte e generoso.
Lui amava, io non odiavo;
lui intuiva, io ragionavo.
Per noi si inverò la sublime ingiustizia
di Efraim e Manasse
di Giacobbe ed Edom.
A UN EBREO
Ti conosco, o vecchio Ebreo,
conosco il tuo volto segnato
conosco l'antica paura
che ti accompagna da sempre.
Raccontami, orsù, la tua storia
di angoscia, di gioia e di fede
che in parte sento anche mia.
Raccontami dei tuoi parenti
dovunque dispersi nel mondo
dei motti arguti ed amari
che tu ascoltavi nel Ghetto.
Raccontami delle tue feste
memorie ti tempi lontani
in cui Iddio parlava con l'uomo.
Sì, tu hai sempre sperato
sognato la vita migliore
promessa da Dio alla tua gente.
Ed anche nel sangue dei pogrom
levavi tu in alto lo sguardo
pensando all'antica Alleanza.
RISCOPERTA DEL DOLORE
I - Casa piccola ...
"Casa piccola, cuore grande"
Casa grande tormento sottile
angoscia ripercorsa nel buio dai muri
odio e noia, sordo rancore verso quelli
che pure si amano.
Notti insonni perdute dietro sogni
falsi di sterili e vuote grandezze.
Chi sono io? Particella di cosmo
granello di sabbia
chicco di grano
che attende, da sempre, con gli altri
la Macina Eterna di morte.
II - La ferita
Ormai tutto si è incancrenito.
L'odio, putredine viscida oscura
ha invaso quasi ogni recesso
del vuoto ormai aperto dal tempo.
Ma sotto il sangue preme, gridando
voglioso invano di uscire
lavando e purificando.
Il sangue è amore offeso
vita pulsante ricolma
di affetto inespresso e respinto
a cui è impedito lo sbocco.
Pallida cancrena, svanisci
gelido manto di odio
che gridi da sempre il tuo orgoglio
straziando col fuoco la mente.
VERANO
Luce bianca, smorta,
riflesso di vite vissute,
fonte di tristi memorie.
Vissero? Amarono?
Od essi
passarono sol come ombre
in un sogno fuggente
finito e perduto per sempre?
Ma pure, anche noi come loro
sfiorando il gran mare dei giorni
comune a loro la meta
abbiamo, ed il quieto riposo.
RIMPIANTI
Vivemmo. E fu la luce
d'un giorno.
Vivemmo. E fu il calore
d'un volto.
Dove siete andate
immagini dei dì passati,
gente chiara e buona,
a cui mi sentivo legato
da inestinguibile affetto?
No, voi non siete perduti
vivete, ma in me non soltanto
e un giorno verrò a rivedervi.
IN MORTE DI RE FEISAL D'ARABIA
Tu eri il deserto
l'aquila solitaria
da lungi guatante la preda.
Nei tuoi occhi, tutto un mondo
la saggezza antica e paziente
il sole implacabile sempre
la lotta senza tregua
per l'acqua e il desiato ristoro dell'oasi.
PER L'ATTENTATO A LEIGHTON
Sangue! Sangue!
Il tiranno lo brama
e non è mai sazio
ma il sangue grida vendetta.
In tutte le lingue
in tutte le religioni
il sangue dell'innocente
susciterà la spada
dell'Angelo vendicatore.
La misericordia, non chiesta,
fuggirà sgomenta
e la spada cadrà
su tutti quelli
che di pietà non sanno.
CONGEDO
E siamo giunti, amici cari, al punto
che ogni discussion diventa tronca,
e a chi di voglia di parlar vien punto
la lingua lì per lì diventa cionca
e nel volto divien pallido e smunto
e testa ha vuota come cava conca .....