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Storia

La collina di Tenna fu certamente rifugio molto ambito per le popolazioni nomadi dapprima, e per gli stanziamenti poi, fin dall'epoca preistorica; ma gli sporadici e disordinati ritrovamenti, alcuni dei quali (perline di vetro e anelli in bronzo) avrebbero potuto testimoniare una presenza preromana, sono andati perduti. Due fibule in bronzo e una moneta romana vennero invece collocati nel Museo di Rovereto. Certo è che prima delle abitazioni stanziali sul colle si ebbero frequenti passaggi di pastori, che nei prati trovavano ampi spazi per i loro greggi. Essi erano venuti forse risalendo la Valle del Brenta e quindi lungo il sentiero della collina, che poi conduceva a Pergine e ai Montesei di Serso.

A testimonianza tangibile, invece, del periodo romano esiste un miliario che porta inciso il numero XXXXI, addossato al Municipio di Tenna, ora in fase di restauro a Trento. E poichè anche parecchie tombe furono rinvenute nella zona, si possono accettare con una certa credibilità le notizie che vogliono costruito sulla collina un fortilizio (distrutto poi dai Franchi e dagli Alemanni nel 590) per controllare il passaggio sulla via Vlaudia Augusta. Essa era un'importante asse viario alpino che si snodava per 350 miglia romane (517 km) da Altino, antico e importante porto sull'Adriatico nei pressi di Venezia, fino a Donauwörth, a sua volta porto sul Danubio, non lontano dal confine settentrionale dell'Impero Romano, passando per Feltre, al Valsugana, Trento, Bolzano, Merano, il Passo di Resia, Landeck, Fernpass, Füssen e Augsburg. Ma altre strade secondarie esistevano per mettere in comunicazione l'alta Valsugana col Veneto.

Al periodo tra il IV e VI secolo risale probabilmente un frammento di epigrafe funeraria che dimostra uno stanziamento in alto della popolazione , rifugiatasi lassù per essere al sicuro dal passaggio dei barbari. l'epigrafe dimostra che la zona era già cristianizzata.

Dobbiamo tuttavia arrivare al XIII secolo (1259) per avere in mano un documento sicuro: si tratta di un atto notarile con il quale il vescovo Egnone (forte del suo diritto di esigere il giuramento di fedeltà dalla comunità di Tenna) investe il castellano Nicolò di Brenta della Regola e delle Decime di Tenna, per risarcirlo dei danni subiti al passaggio di Ezzelino da Romano che egli aveva in ogni modo tentato di fermare. Ciò dimostra che una popolazione con sede fissa esisteva già da qualche tempo. Tale scrittura inoltre accenna a un castello vecchio del quale si riscontrano ancor oggi tracce vicino alla Chiesetta di S.Valentino.

Nel XIV secolo Tenna era già comune facente parte di una delle sette gastaldie del perginese, tantè che in un documento con data 1371 è segnata un adunanza generale dei capofamiglia per decidere appunto sui confini del comune: i confini furono segnati, ma si litigò per un bel pezzo coi comuni vicini.

Dopo il 1300 i diritti dei quali era stato investito Nicolò di Brenta passarono ai Signori di Caldonazzo e quindi ai conti Trapp; poi, verso il 1700 le Decime furono vendute a Casa Ippoliti.

Alla fine del 1700 il Vescovo approvò lo statuto della comunità; tra le altre norme era stabilito che il Sindaco sarebbe stato tirato a sorte fra tre persone scelte nel paese. Anche Tenna naturalmente apparteneva alla diocesi di Feltre e se ne staccò solo nel 1785. Per gli affari religiosi e amministrativi dipendeva da Pergine.

Il Vescovo di Trento distribuì le terre ancora in gran parte coperte da boschi alle famiglie perchè le coltivassero e le condizioni di vita piuttosto misere, diventarono migliori. A ciò contribuì anche il diffondersi della bachicultura. Quando anche questa andò in crisi le nostre popolazioni iniziarono ad emigrare: USA, Canada, Argentina e Brasile.

Un'opera che richiese molto lavoro fu il Forte di Tenna costruito tra il 1880 e il 1882. Questo assieme agli altri forti costituiva il solito schema militare austriaco di chiusura a tenaglia della Valsugana. Il manufatto era articolato su due piani: al piano terra erano ubicate le cucine ed al piano rialzato le camerate. La parte superiore ricuperava l'acqua piovana che rifluiva nei sotterranei, poichè a Tenna non esisteva ancora l'acquedotto.

 

COSTRUZIONI STORICHE

LA CHIESETTA DI S.VALENTINO. La chiesetta di San Valentino, situata sul colle di Brenta (m 579), pare sia stata costruita ancor prima del 1259 come si deduce da un documento dei Vescovo di Trento Egnone. Il piccolo santuario è stato più volte restaurato nel tempo. Nel pavimento, a sinistra sotto il gradino, si legge la data 1289. L'abside è a tre lunette; sul soffitto ci sono gli affreschi al centro della Madonna col Bambino, a sinistra S. Valentino con ai piedi un epilettico, a destra S. Rocco; gli intermezzi fra le lunette sono ornati da angeli che portano lunghi nastri con parole latine scritte in gotico.

La scritta l'Ave Maria ..." è del 1500 come dimostrano i sottostanti stemmi di Giacomo Trapp , che ebbe la chiesa nel 1463, e della Contessa Barbara. I Trapp, fondatori della dinastia di Caldonazzo, fecero restaurare la chiesa con il preciso intento di una prima separazione dalla Pieve di Calceranica. Il quadro dell'altare rappresenta S. Valentino e S. Carlo Borromeo e fu dipinto da Gioacchino Antonio Mayr nel 1759. L'altare e la statua sono dei 1628. La casetta adiacente una volta serviva da abitazione ad un eremita. Le cronache ricordano nel 1743 un Fra I acopo da Torcegno e poi un Giuseppe Marchi da Modena.

Proprio davanti alla chiesetta, sul dorso del colle, passava anticamente la strada militare romana fatta costruire da Druso, che partendo da Altino, sulle rive dell'Adriatico, per Feltre, il Tesino e la Valsugana si dirigeva a Trento e proseguiva fino a Maia, in Alto Adige. Più avanti, il grande muro che si trova sulla sinistra del sentiero è il testimone dell'antico Castello dei Signori di Brenta, edificato probabilmente nel XII secolo e distrutto agli inizi dei 1300. Nella zona sono state rinvenute tombe romane con monete e un'epigrafe frammentaria cristiana, ora custodita nella Chiesa di Caldonazzo.

Per eventuali visite all'interno della Chiesetta  telefonare al custode:
Luciano Campregher - tel. 0461 723772

 

IL FORTE DI TENNA (Werk Tenna) m 608. Sorge sulla collina di Tenna che divide il lago di Levico da quello di Caldonazzo. Fu costruito tra il 1880 e il 1882. Con il forte Colle delle Benne, a nord-est costituiva, secondo il solito schema militare austriaco, la chiusura a tenaglia della Valsugana e riusciva a coprire anche la piana verso Caldonazzo. Dal Forte di Tenna si controllava pure l'accesso alla strada di Monterovere, che portava alle fortificazioni situate a Lavarone e sull'Altopiano di Vezzena. Serviva inoltre da collegamento fra il Forte Pizzo ed il Comando Supremo di Trento. Fu dimesso dal Demanio Militare italiano nel 1931.

E' un'opera a pianta quadrangolare, realizzata con pietre metamorfiche estratte in una cava in località "Valle dell'Orco" sulla collina di Tenna: da qui furono trasportate con barconi lungo le sponde dei lago di L evico e trasferite con una funicolare sul posto. Il manufatto era articolato su due piani: al piano terra erano ubicate le cucine ed al piano rialzato le camerate. la facciata anteriore presentava 4 semicolonne (ancora visibili) di forma ellittica aventi un'altezza di 7 metri. La fortezza è visitabile e si raggiunge dall'abitato di Tenna partendo da piazza S. Rocco e percorrendo via Roma e via S. Valentino.