CONCEPT |
Lo stato di degrado in cui riversano le periferie di molte città italiane crea situazioni di irrisolvibile crisi della città moderna. Particolarmente drammatica è la situazione del quartiere di "Scampia" di Napoli, luogo invivibile nel quale le passioni dei ragazzi sono totalmente spente. Consapevole del fatto che le problematiche in gioco siano molto più complicate rispetto ad una prospettiva risolutiva di tipo architettonico--costruttiva, ritengo che l'architettura e l'Information Technology possano intervenire a dare un input nella ripresa della società in questione. Ho sempre pensato che l'architettura possa essere uno strumento, anzi un insieme di strumenti attraverso i quali migliorare le condizioni di vita dell'uomo. Un pensiero banale? Più che banale forse primitivo, è ovvio: la funzionalità dell'opera architettonico-urbanistica sta proprio nel soddisfare al meglio le necessità dell'uomo. Ritengo che l'architettura possa riuscire in alcuni casi a risollevare le sorti di un gruppo di persone o a risolvere una situazione di crisi sociale, oltre che a creare un luogo in cui si sviluppa un livello di vita sociale elitario. Sono inoltre rimasta colpita dall'attività del Rural Studio. Se la Rivoluzione Informatica esalta la soggettività a scapito della standardizzazione, la soggettività deve andare dall'oggetto comprato (mela rossa) al soggetto che compra (io); dunque ritengo che la soggettività stia anche negli abitanti di un quartiere. Come l'Opera House è la risposta della nazionalità australiana rispetto ai Britannici, allo stesso modo può essere intesa la realizzazione di un centro polifunzionale a Scampia con la collaborazione degli stessi abitanti del quartiere. Il centro dovrà essere la risposta dell'identità di Scampia, rispetto alla Campania e dovrà creare un polo di attrazione verso il quartiere stesso. Il centro polifunzionale dovrà essere un oggetto in-formazione continua ed essere un contenitore di informazioni multimediali. Non dovrà essere centralizzato, per questo forse la parola centro non è idonea, sarebbe più adatto parlare di un sistema, in cui neuroni elettro-architettonici distribuiti in varie parti del quartiere pulseranno di attività e si trasmetteranno impulsi continuamente, tramite la tecnologia informatica. |
Nel testo degli IAN+ ( Carmelo Baglivo, Luca Galofaro) Odissea Digitale, un viaggio nel Mediterraneo (Vol.153 de “La Rivoluzione Informatica”, collana diretta da Antonino Saggio, Testo e Immagine, Torino 2004, Pp. 96, prefazione di Antonino Saggio) molti sono i tratti salienti per l'elaborazione concept.
|