ARCHITETTURE SULLA STESSA LINEA D’ONDA
di Maria Ragosta
I personaggi: tanti popoli diversi, tante città diverse, tanti architetti diversi. Eppure uniti da così tanti diversi elementi: il mare, la storia, il mondo occidentale dal bel clima. Il setting: la scena mediterranea, teatro di vita che, in un ossimoro lungo secoli, separa eppure unisce esperienze diverse, ma contemporanee, nel mondo dell’architettura e del digitale.

IAN+ ( Carmelo Baglivo, Luca Galofaro)
Odissea Digitale, un viaggio nel Mediterraneo
Vol.153 de “La Rivoluzione Informatica”,
collana diretta da Antonino Saggio
Testo e Immagine, Torino 2004, Pp. 96, prefazione di Antonino Saggio

È possibile individuare nel libro due parti, ben distinte già nello stesso indice, che hanno in comune l’esperienza del viaggio virtuale-reale-temporale dell’architettura “mediterranea”.
Nella prima parte l’Ulisse-lettore è proiettato in un viaggio temporale, tra passato, presente e futuro. Come i miti anticamente sintetizzavano il sapere di un popolo, così il digitale è un sistema di pensiero, un paesaggio mentale, che tramite la tecnologia, ci permette di intervenire sul territorio, stabilendo relazioni spazio-temporali. Questa rete di relazioni esiste da sempre nel Mediterraneo, area di intensi scambi intellettuali e di ricerca reciproca. Il digitale sdoppia lo spazio nella dualità reale-virtuale. Il mondo mediterraneo, rispetto a quello americano, non sostituisce il virtuale al reale, ma concentra “la propria energia creativa sulla metropoli attraverso il filtro delle proprie tradizioni…”(IAN+, 2004). Le ricerche architettoniche devono concentrarsi sul tema città/dinamiche territoriali, piuttosto che su aspetti formali. IAN+ ci presenta il gruppo Metapolis, che indaga sulla “multicittà”, idea tesa a produrre una metodologia in grado di prevedere l’evoluzione della struttura cittadina, non il suo disegno. Il loro lavoro si svolge:

  • operando sul reale-virtuale,
  • utilizzando il digitale come guida nella creazione dello spazio.

IAN+, progetto di concorso per l'area della stazione di Osaka (2002)

IAN+, con Marco Galofaro, nuovi territori, installazione per la Biennale di Valencia Micro-utopias (2003)
Metapolis, Media House Project, Spagna (2001)

Altro concetto introdotto da IAN+ è quello della New Ecology, processo di trasformazione del territorio che riconosce nell’architettura:

  1. un sistema di vita,
  2. un’interferenza con il reale,
  3. un riciclo intelligente,
  4. la partecipazione degli utenti alla trasformazione.
Vincent Guallart, Vinaroz, la spiaggia, Valencia (2002)
No.mad e Eduardo Arroyo, Città Olimpica 2008, Parigi (2000)

Nella seconda parte del libro l’Ulisse-lettore viaggia tra gli Stati del Mediterraneo incontrando alcuni personaggi della scena architettonica locale,  suddivisi in due linee di riflessione distinte, ma concatenantesi.

  • architettura come interfaccia tra sistema sociale e territorio; in questa “isola” Ulisse incontra V. Guallart, E. Arroyo e i No.mad;
  • architettura come interfaccia tra corpo e oggetto; qui troviamo Ma0, F. Soriano, D. Palacios, i Cloud9.

Cloud9, Eric Ruiz Geli, Spek, Berlino, Madrid, Barcellona, New York (1999)

Ma0, Smooth Operator, concorso internazionale di architettura per l'ideazione di un laboratorio audiovisivo per l'Accademia di arti visive di Lipsia, primo premio (2001)
In queste due situazioni si mescolano le esperienze di R&Sie.d/b:l, impegnati nella ricerca di strategie relative a processi di mutazione in architettura; di A. Eloueini e C. Parmentier (Digit-all Studio) che esaltano, tramite i software, il valore strutturale delle forme; di B. Khoury di Beirut che dialoga con questa città dalla storia difficile; di A. Mari e G. D’Ambrosio alla continua ricerca del rapporto digitale/natura. Ed ancora Ulisse si imbatte negli Actar, Spin+, i Ramtv, i Cliostraat, Studio Azzurro e gli stessi IAN+. Molti di loro hanno maturato esperienze di studio all’estero, per poi tornare nella madrepatria. Si riconosce in questi personaggi una comune ricerca/affermazione degli antichi valori e la volontà di trasformare/migliorare il territorio con l’architettura e il digitale.
Digit-All Studio, Ammar Eloueini e Céline Parmentier, show room Miyke, Parigi (2002)

Questo viaggio induce Ulisse a convincersi di una verità: si può intervenire sulla realtà mediterranea, riportarla al passo coi tempi, esaltarla, una realtà che la natura ha creato già perfetta e unica. L’architetto mediterraneo deve tornare ad interagire con la propria terra utilizzando gli strumenti digitali che egli stesso giorno dopo giorno crea.

Cliostraat+ Interaction Design Institute Ivrea, Paperfish in Plastic Water
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