COMMENTO ALL'ARTICOLO "Affioramenti" di Antonino Saggio

“…nonostante il tema del risarcimento e della iniezione di naturalità, non si tratta in nessun caso di fare un "Parco" ma bensì, appunto "nuovi brani di città".”

“Nuovi brani di città”…l’altra faccia delle brown areas, ovvero ciò che esse potrebbero/possono diventare dopo un progetto di recupero; Il brutto anatroccolo che diventa un cigno.
“Nuovi brani di città”…non esiste formula migliore per esprimere come sia effettivamente possibile restituire alla città e ai cittadini ciò che legittimamente spetta loro: aree residuali, zone degradate, vuoti urbani trasformati in pezzi unici.
Tutto questo è possibile e qui permettetemi una lunga parentesi: Gehry fa esattamente questo, quando sceglie il sito su cui realizzare il suo Guggenheim Museum; restituisce alla città un pezzo che si era distaccato. Sceglie la zona industriale di Bilbao, una periferia degradata e in parte abbandonata, attraversata dallo stesso fiume che attraversa Bilbao, e allora perché non darle il valore che merita? Ora grazie al Museo di Gehry quella stessa periferia non è abbandonata, né dimenticata, anzi è attiva a livello sociale ed è ben presente nella memoria di molti, è un simbolo. Simbolo di cosa? Di tante cose: è il simbolo della poetica di un architetto, il simbolo dell’epoca delle Informazioni, è il simbolo del riuso del territorio, ma in questo contesto mi sento di dire che è il simbolo della rinascita di un luogo. Il Guggenheim Museum “AFFIORA” eccome dal flusso fluviale (permettetemi l’assonanza) in cui è sito e annoda tra loro diversi layer: il fiume stesso, lo strato industriale, il nuovo strato sociale di flussi di persone che il museo attira. Possiamo pensare che il museo stesso sia fatto di strati tridimensionali che si avvinghiano l’un l’altro.
Ma torniamo in Italia, e pensiamo ad esempio alla zona “Lungotevere delle Idrovore” a Roma: attività commerciali e strade in stato di abbandono e degrado, vegetazione fluviale “disordinata”, Non credete che quest’area, così come molte altre di Roma, debba rinascere? E non credete che possa farlo allo stesso modo della periferia di Bilbao. I requisiti li ha tutti, ha persino il fiume... D’altronde non esiste solo Via del Corso…
Tornando alla frase tratta dal commento, non si tratta di realizzare un parco qui, ma di ridare vita a questi ambiti, renderli di nuovo protagonisti della vita cittadina. Come? Intervenendo su diversi livelli, stratificando l’area in base alle varie attività che si svolgono qui e nei dintorni, studiando i flussi che ogni giorno si muovono da e verso questa zona. Infatti, così come ha fatto il tevere nei secoli, poco distante da là, che ha deviato il suo flusso per un tratto, tagliandone fuori un pezzo, allo stesso modo la vita cittadina, le attività sociali tagliano fuori dalla città i vuoti urbani, Le aree dimesse come questa, Ma il modo per reintegrare questi vuoti alla vita cittadina esiste. Bisogna allora deviare i flussi di automobili, persone, informazioni verso quest’area che è stata tagliata fuori dal vortice.
E qui interviene la mano dell’architetto, anzi più che la mano, la sua immancabile sensibilità. Consapevole delle attitudini umane, dei bisogni e delle necessità di tutti, può ridare vita a questo luogo iniettando fasce e strati che si trasformano: il verde delle aree ludiche si può trasformare in aree con belvedere, e ancora si possono inserire tappeti espositivi all’aperto, percorsi aperti che entrano in spazi chiusi per lo sport,

In seguito sono riportati dei progetti d’intervento dell’ONL Team, gruppo di architetti capeggiato da Oosterhuis. Mi sembrano ottimi esempi di interventi che in molti casi possono ridare vita ad aree degradate.

 
-2006 iWeb, TU Delft: scultura che con la pelle esterna diventa un centro-server di lavoro multidisciplinare , ma può diventare anche un nucleo di aggregazione sociale.   -1999 Fleet Housing: locali, in questo caso alloggi, ricavati da un intervento di "movimento-ondulazione" del sito.
   
-2005 Symphony of Winds, Rotterdam: "scultura urbana" generata dal movimento del vento.   -1998 ParaSCAPE, Rotterdam: è al tempo stesso paesaggio e sultura, al servizio dei cittadini.
   
-2002 Graphideas, Budapest: tubo mediatico generato dallo spirito del sito.   -1999 NAC, Lelystad: intervento di trasformazione di una parte di territorio, che ha lo scopo di ristabilire il contatto uomo-natura
 
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