THE BEE GEES: 1st
1967

 


Tre fratelli, nati inglesi, trasferiti in Australia da piccoli.
Famiglia fortemente invischiata con la musica: padre direttore d'orchestra, madre cantante. Scalano le classifiche australiane con qualche singolo di pop melodico, e poi si lanciano alla conquista del mercato europeo. Anno1967: pubblicazione di 1st.

Beh, che dire: l'ascolto di questa gemma mi fa pensare a molte cose.

La prima: peccato, al disco manca qualcosa per essere un classico assoluto.
Forse talvolta il birichino overload dei vocals, forse un'eccessiva leziosità qua e là, e delle canzoni non sempre messe a fuoco, leggasi a volte troppo leggerine a volte troppo ammiccanti al pubblico per essere (definitely) personali. Poi de gustibus: una delle tre voci è proprio irritante. Prendete "i can't see nobody" bel pezzo appena appena junkizzato da una voce negrorsa sulla soglia di un attacco di vomito. Per dirla con l'ispettore Bloc, mai dimenticare un buon antiemetico a casa.

La seconda: il disco contiene 5 - 6 pezzi eccellenti in tutta la pienezza possibile di questo termine. Red chair fadeaway dalla ricca strumentazione, arrangiamenti barocchi di flautini, organetti e strumenti di decompressione spazio/temporale, cantato fra il petulante e il bucolico - extremely beatlesque, con una coda adayinthelifeiana.

In my own time il cui riff giustamente Ettore definsice identico a quello harrisoniano di Taxman.

Every christian lionhearted man will show you - se avete presente le musiche di Eyes wide shut, scene dei rituali pre/orgiastici, ecco, l'intro di questo pezzo è il medesimo - ma per poi dipanarsi in un gradevole lamentela melodica a cappella ben inquadrata.

Craise finton kirk royal academy of arts potrebbe essere una track intimistico/pianistica mccartneyana del doppio bianco, un po' più dimessa del canone macchiano, ma molto gustosa. (Barry is dead, miss him miss him...)

You like me too much ..ops, no volevo dire New york mining disaster 1941 è una bella ballata dedicata a un incidente avvenuto nel Galles, e a quanto ne so è il primo loro singolo milionario (e con quella strofa volevo vedere...). Caruccia.

Cucumber castle - la mia preferita - è un aquilone di suoni, volteggia sui violini, ricade leggiadramente in un ritornello dove i tre dimenticano per un attimo i sogni di gloria e suonano persino eleganti :-)

To love somebody (scritta per Otis Redding) celeberrima (ma in quanti l'avranno rifatta?) è graziosa e lacrimevole. Ci metti un Al Pacino giovane e qualche strada newyorkese ed è perfetta.

Un gran bel disco in soldoni figurati e reali (ma niente rispetto a quanto sarebbe venuto), che se non ammalia perdutamente può però sicuramente risultare accattivante, brillante e perché no, la cosa più vicina alla grazia prodotta dai tre australiopitechi.


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