PAUL McCARTNEY: Driving rain
[2001]

 


Un beatle che se ne va, non è mai un beatle che se ne va.

Ciò che rimane è sempre ben piantato sul terreno di un campo di fragole, a poca profondità, quel tanto che basti a generare colori da terra fredda, per tutta l'estensione dello sguardo. E se campi di fragole sono, sono campi di fragole per sempre. Tutti sanno quale strada imboccare per raggiungerlo. I segnali sono disseminati in 40 anni di piazze, vie, larghi, statali 114, tangenziali. Ogni via percorribile è stata percorsa, bitumata, ornata di piante sempreverdi, e cartelloni pubblicitari.

La strada di oggi è solitaria. La giovanile scoperta del mondo che accompagnava lo sbocciare dello stile, l'onnipotenza infantile creativa che cambiava psicogeograficamente le mappe novelle dell'universo della musica, oggi, mutatis mutandis, fa i conti con i lutti, con le energie che di default tendono a glissare, con un'eredità vastissima che occorre restituire al sogno dell'autenticità primigenia. Solo nel cuore dei fondatori può essere livida malinconia, brandello di diario sempre di là da compiersi.

Per Linda, Paul canta in Lonely road:

I tried to get over you
But all I could ever do was
fill my time with thougts of you

I tried to go somewhere old
To search for my heart of gold
But all I could ever hold
Inside my mind were thoughts of you

ma in queste poche righe è contenuta tutta la tonalità emotiva di un passato invalicabile.

Bisogna dirlo utilizzando quella grammatica che un dì si autocomponeva sotto dita fatate: la malinconia s'ergonomizza con quel contenuto che mai può spegnersi. I suoni sono gravidi di passato, ogni giorno overture e requiem. Un disco così elude il tempo progressivo, e torna a stringere fra i denti la coda, in moti circolari e preseumibilmente inestinguibili.

Di più: come spirito hegeliano Macca tornando negli usati luoghi (devo procurarmi il librone arancione fresco di stampa, a proposito: a Natale annuncia meglio certe suggestioni) le riassorbe nella responsabilità di sé e nelle figure del suo svolgimento:

And when the time comes round
We will be duty bound
To tell the truth of what we've seen

(From a lover to a friend)

La musica: la mia discografia macchiana non è continua, ma mi sia permesso dire che ad eccezione delle primissime cose, questo Driving rain suona fresco, ispirato, non ostentatamente rock. Esso vira piuttosto verso l'invenzione melodica e l'arrangiamento creativo. E' pop per il pop sake. Centinaia di gruppi d'oggidì e centinaia di gruppi a seguire ne trarranno esempio e ispirazione di coerenza.

Nessun pezzo sprecato, nessun pezzo che rifarà la storia: ma il livello è molto alto, quasi sorprendentemente, persino per un diffidente come me. Difficile dire quali i pezzi migliori della raccolta: promettono di vivere ancora a lungo nella mia memoria di ascoltatore.

Mi spiace dover retoricizzare: ragazzi quest'uomo qui è il calco.
E' la gestalt di ogni vostra ambizione. Ed in più, è così rassicurante.
Le melodie si formano nella sua mente come la rugiada è deposta dalla notte sulle foglie.

Paul McCartney, che Dio ti benedica.


 

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