Personaggi

Pagliuca riparte da "Collage"
con il sax dei Van Der Graaf
"Ritorno al futuro" dell'ex tastierista de "Le Orme". A marzo, da Udine, parte la sua tournee. Con un collaudato quintetto jazz ed il mitico sax dei VDGG David Jackson proporrà una (re)interpetazione di "Collage", l'album della svolta del 1971. Lo spettacolo si intitola "Re-Collage", alle radici del prog. Dal 16 marzo appuntamenti a Rovigo, Bassano del Grappa, Udine

Nella foto Tony Pagliuca e David Jackson




Indichiamo le prime date fissate dei concerti di Tony Pagliuca:
 
  • martedì16 marzo ROVIGO
  • mercoledì 17 marzo BASSANO DEL GRAPPA (VI)
  • sabato 20 marzo UDINE

informazioni e prevendite RDF Management tel: 041–928112
oppure:virgilio_raritalia@virgilio.it

Tony Pagliuca ritorna sulle scene. Il suo è una sorta di “ritorno al futuro”. A marzo nel Triveneto i primi appuntamenti con lo spettacolo “Re-Collage”. Al suo fianco il quintetto del jazzista Massimo Donà (musicista-filosofo-scrittore) Tale quintetto comprende alla batteria Davide Ragazzoni attualmente in tour con Angelo Branduardi, al sax Francesco Bearzatti rinomato ed apprezzato anche in Francia dove suona con Aldo Romano.
Inoltre suonerà con il gruppo anche David Jackson indimenticabile saxofonista-flautista dei Van Der Graaf Generator.
Chiude il gruppo il giovane e valente cantante Federico Vian scoperto da Caterina Caselli.
Negli anni ’70 Jackson era chiamato “il Van Gogh del sassofono”. Fu Jonathan Barnett del “New Musical Express” a dargli questo soprannome, per il suo modo assolutamente unico, innovativo e imprevedibile di soffiare dentro gli ottoni. David è stato una pietra miliare dei Van der Graaf Generator. La band, particolarmente amata in Italia, fu prima in classifica per settimane nel ‘71 con l’album capolavoro Pawn Hearts. Lo stesso anno di uscita di “Collage”.
I destini si intrecciano. Oggi a 33 anni di distanza sax e tastiera si incrociano, su un terreno che non ha confini.
Parlavamo di “ritorno al futuro”. Re-Collage è una rivisitazione, una rilettura di “Collage” il mitico album de Le Orme del 1971. L’album della svolta per il gruppo veneziano e per il pop italiano in genere.
Quella di Pagliuca è una re-trospettiva, un re-cuperare le proprie radici, le proprie origini, un ricominciare, in un certo qualmodo, da zero, da dove si era partiti.
“Re-Collage vuol dire tante cose – ci spiega al telefono Tony alla vigilia della sua partecipazione alla trasmissione di Radio Città Futura – vuol dire partire da prima della svolta, è anche una sorta di re-progressive. Questo disco ha significato molto anche per il rock progressivo”.
Pagliuca si era già presentato sulle scene con il quintetto di Donà a settembre dell'anno scorso con un concerto a Venezia dove si era proposta una libera rivisitazione di "Pictures at an exhibition di Modest Mussorgskij". Una sorta di sperimento, di incontro tra generi musicali. Il concerto, molto bello, era stato poi “regalato” ai fans mettendo le sue registrazioni a disposizione su Internet.
Come sarà la rivisitazione di “Collage”? “So da dove parto non so dove arriverò, dove arriveremo - risponde il tastierista - quel “re” significa anche che siamo alle radici della musica, dei generi, degli stili. Trovo molto stimolante la collaborazione di Massimo e David. Una cosa è certa non sarà il Collage che conosciamo".
E’ un Re-collage, si scava fino alle sue radici. “E’ re-progressive”, come spiega Tony Pagliuca, alle origini anche del progressivo, "sguardo verso il cielo" come il titolo di uno dei suoi brani più intensi. Un tuffo nel passato che è una proiezione in avanti. Ritorno al futuro, per l’appunto.

Gaetano Menna


COSI' "CIAO 2001" NEL 1971 RECENSIVA L'ALBUM DE "LE ORME", "COLLAGE"

Era molto tempo che in Italia si attendeva un disco veramente interessante. Fra i cantautori avevamo avuto solamente un superlativo Francesco Guccini ("L'isola non trovata"), mentre lo stesso Battisti ha per buona parte deluso con il suo "Amore e non amore". Fra i gruppi, dopo i tentativi degli esordient, fra i quali segnalai i Trip ed i Gleemen, ed i "ringiovanimenti" della vecchia guardia ("Id" della Nuova Equipe 84 contiene qualche spunto interessante), sono usciti i New Trolls con il loro "Concerto grosso", un medley gruppo-orchestra ad imitazione dei Deep Purple, ed i Formula Tre con il loro secondo LP. Ma questo album delle Orme mi sembra fra tutti decisamente il migliore.
"Collage" premia gli sforzi di uno di quei gruppi nostri che fin dall'inizio hanno cercato strade nuove, handicappati tuttavia dalla necessità dei 45 giri commerciali, e dall'imitazione straniera fin troppo evidente.
Ache qui i modelli stranieri sono facilmente lievabili: i Traffic in alcune linee melodiche di vago sapore folk (Stevie Winwood ha influenzato sempre da vicino la produzione dei Toni Pagliuca); e Keith Emerson, la cui recente esplosione ha incoraggiato l'organista italiano in quel discorso di riaggancio al classico già suo da tempo. Certe affinità espressive, la formazione triangolare (organo e piano, basso e chitarra acustica e canto, batteria e percussioni), l'uso temperato dell'elettronica, senza esagerato effettismo o sapore scenico, avvicinano le Orme a quello che viene oggi definito il più preparato gruppo inglese, gli ELP.
C'è però nello stesso tempo un lavoro di assimilazione personale da parte del trio italiano, per cui Pagliuca, Aldo Tagliapietra e Micki Dei Rossi approdano ad un sound assai originale nell'attuale panorama nazionale. Nel barocchismo formale della bellissima prima facciata, come nella moderata sperimentalità della seconda, nei cantati che non tradiscono una certa impostazione prettamente italiana (ogni tano fa capolino Battisti), come nelle porzioni esclusivamente strumentali, che prevalgono, è sempre presente una linea comune, che supera l'apparente frammentarietà dell'album, e ne costituisce la spina dorsale al di là di ogni definizione stilistica.
"Collage", che apre l'album e gli dà il titolo, è un pezzo di chiara fattura classicheggiante, nelle forme ora trionfali dell'organo, ora quasi minuettistiche del clavine. "Evasione totale", quasi sette minuti, cerca un nuovo linguaggio espressivo mescolando il classico all'elettronico. Gli altri brani hanno sapore realistico nei testi, e musicalmente evidenziano temi ed arpeggi delle tastiere sorretti da un background ritmico eccellente. Notevolissima "Cemento armato", che supera gli otto minuti.
I titoli sono tutti firmati Pagliuca-Tagliapietra, anche se al primo vanno i meriti maggiori. E' presente a tratti l'orchestra diretta da Giampiero Reverberi.
Un album "Collage" che dovrebbe occupare le primissime posizioni della classifica italiana, in attesa di altre due speranze, i Panna Fredda e la Premiata Forneria Marconi.

Maurizio Baiata             

 

                                                    ENTRA  nel sito di  TONY PAGLIUCA