I layer La stratificazione e le sovrapposizioni | Il Mondo dei vettori. Geometrie e layer.
|
Abbiamo visto che per trasmettere in maniera pratica, veloce ed efficiente delle informazioni non lavoriamo più su porzioni di schermo ma in un sistema vettoriale che agisce su entità nominabili.
Tschumi Nel suo progetto, Tschumi fa un uso consapevole dei nuovi strumenti e crea delle vere e proprie esplosioni trasformando i frantumi nelle Folies. Questi elementi sono collocati nei punti di intersezione di una griglia ideale (equidistanti, quindi) che è a sua volta interrotta da elementi lineari quali i percorsi e le alberature. I livelli sono in questo caso tre che interagiscono tra loro in maniera dialettica. Koolhass Nel progetto di Koolhass emerge in maniera forte una interpretazione più complessa dell’organizzazione per livelli. L’architetto lavora più su una strutturazione orizzontale che non su livelli indipendenti sul piano verticale. Eisenman Qualche anno prima anche Eisenman, nel suo progetto per Cannaregio a Venezia, aveva legato l’idea del Palinsesto con l’idea delle giaciture e dei layer. Libeskind La formazione ibrida di questo architetto-musicista-filosofo-grafico ha fatto sviluppare il suo paesaggio mentale propenso alla composizione tipica di questi ambiti. All’inizio della sua carriera il suo lavoro veniva associato alle tendenze delle avanguardie artistiche. La sua interpretazione sintetizza la consapevolezza di un’identità autonoma dei vari livelli e una ricomposizione dinamica, quasi filmica. La sua idea di stratificazione è decisamente meno meccanica di quella di Tschumi; si potrebbe dire che oltre ad essere dinamica la sua è un’interpretazione compositiva e stratigrafica. Il mondo degli strati sembra quasi emergere dal basso, sembra un movimento tellurico che ben poco ha a che vedere con la sovrapposizione di elementi tipica dell’interpretazione meccanica di Tschumi . |