"SENZA SCAMPO"
"VOGLIO VIVERE SU UN'ISOLA DESERTA !"
Chi di noi, almeno una volta, non ha espresso questo desiderio?
Ma come, penso io, il progresso ci ha dato tutto!
Perchè, neppure il " TUTTO ", ci da serenità?
Perchè questo tutto, come ha cantato Gaber, " E' FALSO!"
Il Tutto, è l'illusione vestita di Libertà!
In questo mondo nuovo, riesco a distinguere sempre meno
le MACCHINE  dagli UOMINI !
Questo " SEMBRARE " diventato ormai il simbolo dell' ESSERE!
Neppure le donne, ultima speranza per il genere umano,
si sono salvate dall'involuzione del progresso.
Stiamo cadendo tutti nella rete che un tempo, 
prendeva il nome di " SCHIAVITU' ", mentre oggi
si fa chiamare " INTERNET ".
Certo, è stupendo comunicare con il mondo intero
restando seduti sulla propria sedia!
E' utile, riuscire a lanciare nell'immenso oceano della solitudine
tante grida d'aiuto racchiuse in bottiglie.
Ma chi gode ancora una volta, della nostra disperazione,
è l'inossidabile " POTERE "!
Quante facce e colori , ha cambiato nel tempo il Potere,
ma mai come oggi, è così pericoloso.
Non ha volto, credo politico o religioso. E' occulto ed evanescente
però si nutre della nostra energia vitale.
Ora non siamo più padroni nemmeno dei nostri segreti.
Nel nome della " PRIVACY", tutti sanno tutto di tutti!

Non so Voi, ma io, mi sento poco tranquillo...!


"NAUSEA"
Certo che è dura, vivere in questo secolo
scandito da significative mutazioni.
Più scorre il tempo, più la confusione 
regna sovrana nella mia mente.
Come uomo di mezza età, così si identificava un tempo, 
chi si avvicinava alla soglia dei 50 anni, 
mi trovo veramente a disagio.
Questo perchè l'età, non rispecchia assolutamente il mio spirito.
Pensate, ogni volta che mi guardo allo specchio,
rimango meravigliato dal bianco del pizzetto
perchè attraverso gli occhi della mente, mi vedo sempre 
come quel ragazzo che marinava la scuola, 
o si ritrovava con gli amici
nei fine settimana, a suonare la batteria in un garage.
Ma la maledetta realtà, 
mi rovina continuamente questa atmosfera!
Così eccomi qui, ancora una volta 
a pormi un mare di domande sull'esistenzialità, 
sull'assurdità delle leggi che in questa società,
ci fanno sentire sempre meno esseri umani 
e sempre più automi privi della capacità di ribellarci 
a questo finto benessere!
MA VOI, NON SIETE STANCHI DI FINGERE DI ESSERE?
L'ipocrisia, l'avidità, l'egoismo, 
tutte queste anticamere della solitudine
non vi stanno nauseando?
A ME SI !...Scusate se mi assento un attimo,...devo vomitare...

"PUREZZA"
Non so ne come ne quando, ricordo solamente che al mio spirito
non bastava più, ciò che gli occhi riuscivano a vedere.
Materia, tanta materia che alla fine della corsa, era il niente!
Cosa cercava di trasmettere questo spirito, continuando ad
ossessionare la mia mente?
Quale recondito desiderio si celava, dietro quell' incontenibile
voglia di emozioni?
Poi, in una base qualsiasi, di un pianeta qualsiasi, 
in un giorno qualsiasi, ebbi la risposta, quando dalla navetta,
scese la PUREZZA !

"IL RESPIRO DELLA CIVETTA"
L'orologio digitale del cruscotto segna le due,
i miei occhi seguono la luce dei fari e la mente,
pensa che la casa è ormai vicina.
Ma ad un tratto, una piccola sagoma immobile
proprio al centro della carreggiata, 
viene modellata dalla luce.
L'istinto accompagna il mio piede sul freno e le mie labbra
si aprono, lasciando uscire un secco " NO ! "
Lo stridio delle gomme sull'asfalto da vita a quella sagoma
che per incanto, apre le ali per iniziare il volo.
TROPPO TARDI !
Il paraurti dell'auto, frena inesorabilmente quel volo.
Un rumore sordo, sono le due e venti e l'impatto,
ferma il tempo per un attimo.
Solo il buoi è testimone del fatto ma io,
innesto la retromarcia istintivamente.
Il fascio luminoso dei fari, mi indica una speranza.
La piccola sagoma sul selciato, è ancora legata alla vita
e chiede aiuto.
Raccolgo l'esile corpo usando tutte le attenzioni possibili
per non creare ulteriori danni poi, mentre mi accingo
a posarlo sul tappetino dell'auto, scorgo il suo sguardo,
il suo lento battere le palpebre ed il suo respiro
protetto da un piumaggio incredibilmente morbido.
Improvvisamente, tra mille pensieri, rammento d'aver visto
nelle vicinanze, un'insegna luminosa con scritto:
" CLINICA VETERINARIA". 
Senza indugiare salgo in macchina e mi avvio 
verso quell'unica speranza. Mentre i fari dell'auto
fendono l'oscurità, il mio unico pensiero è di salvare
quella creatura che ora, giace al mio fianco
scandendo il tempo con il respiro.
Ecco finalmente l'insegna luminosa! Ma sono le due di notte
penso tra me e me, chi potrà mai darmi assistenza?
Mi fermo davanti al cancello della clinica, scendo trafelato
dall'auto e mi avvicino per leggere i cartelli che vi sono appesi.
" SIAMO CHIUSI PER FERIE DAL...", il leggere quel comunicato
vi garantisco che è stato come ricevere un calcio nei genitali.
Mentre il mio sguardo si abbassa avvilito, scorge una
timida scritta completamente sbavata che mi riaccende
la speranza: " PER LE URGENZE TELEFONARE AL...".
Mi precipito nell'auto, prendo il cellulare ma, prima di
comporre il numero, fisso per un attimo il petto dell'animale,
RESPIRA ANCORA! 
Compongo il numero e rimango in attesa. La linea è libera
e mentre mi sto chiedendo cosa potrà mai pensare
chi si trova dall'altra parte dell'apparecchio, una voce di donna
dal tono pacato e gentile, nonostante l'ora tarda, 
mi riporta al presente. Con voce imbarazzata ed emozionata
allo stesso tempo, racconto in maniera stringata l'accaduto.
Sempre gentile ma rammaricata, per non potermi aiutare
tempestivamente, la voce di donna mi indica alcuni nomi e
numeri telefonici a cui rivolgermi, ma solo il giorno dopo.
Mi scuso per il disturbo, ringrazio per la disponibilità, 
metto in moto l'auto e riprendo il viaggio verso casa.
Ormai pochi chilometri mi separano dalla dimora
e la civetta, sembra resistere alla morte con grande dignità.
Mentre guido con attenzione, per evitare scossoni
all'infortunata, inizio mentalmente ad organizzarmi 
per la notte ed il giorno seguente.
Ma eccomi arrivato, solo il cancello elettrico,
mi separa dall'abitazione, prendo il telecomando per aprirlo
ma la luce del lampione posto a lato della recinzione,
illumina una drammatica realtà: IL RESPIRO DELLA CIVETTA
AVEVA PRESO IL VOLO... MA SENZA DI LEI...