Gli orrori degli attacchi aerei: la morte di una bambina

  Come è noto fra il 26 e il 28 dicembre ebbe luogo la cosiddetta “Battaglia di Natale” (Wíntergewítter per i tedeschi) che fece retrocedere le truppe americane della 92^ Divisione Buffalo fin nella bassa valle. Ma non era negli intendimenti degli attaccanti, che non avevano mezzi sufficienti, procedere oltre centi limiti. Così, dopo essere avanzate fin oltre Calavorno le truppe tedesche e repubblicane rientrarono gradatamente sulle linee tenute precedentemente. Nel sottosettore est (versante sinistro della valle del Serchio) furono rioccupate all’incirca le stesse posizioni. Nel sottosettore ovest (versante destro) invece, la linea verrà molto migliorata, avanzandola praticamente fino al lato nord della Turrite di Gallicano, con capisaldi a Vergemoli, Calomini, Brucciano, monte Faeto, quota 437, quota 352, mantenendo alle spalle, come seconda linea, le vecchie collaudate posizioni di partenza.  Il rientro entro le nuove linee difensive viene attuato in maniera tranquilla e quasi indisturbata (gli spostamenti di truppa avvenivano prevalentemente di notte), con la protezione delle unità di sicurezza e con il raggruppamento di artiglieria pronto ad intervenire effettuando sbarramenti, nel caso di necessità. Ma l’aviazione alleata, forse anche come reazione allo smacco subìto dall’esercito alleato, si scatenò su tutti i paesi della valle con una violenza inaudita che colpì soprattutto, purtroppo, la popolazione civile. L’allora Tenente Cesare Fiaschi, del Gruppo Artiglieria BERGAMO , rievoca quei giorni e la morte di una povera bambina innocente.

  “”Giorno 29 dicembre 1944.

L'offensiva aerea degli alleati ogni giorno si intensifica.  Ormai l'intera valle dei Serchio è sorvolata in continuazione da mattina a sera da un gran numero di cacciabombardieri che bombardano e mitragliano tutto quello che potenzialmente potrebbe costituire un bersaglio.  Purtroppo il tempo è bello e favorisce la visibilità e pertanto l'attività degli aerei.  Fortunatamente non c'è più necessità di muoversi e quindi possiamo rimanere nascosti nelle postazioni e nei bunker Dal punto di vista strettamente operativo, questa forsennata offensiva aerea non ha grande influenza, però provoca una quantità enorme di distruzioni e molte perdite di vite umane, sia civili sia militari.  Il giorno 26 è stato colpito il Comando dei IV Reggimento artiglieria a Vilietta S.Romano causando otto morti e il comando dei Gruppo Mantova a Pieve di Fosciana con un morto.  Il giorno 27 è stata spezzonata la postazione della compagnia anticarro piazzata sulla riva destra dei Serchio, ai margini della S:S 445, provocando due perdite.  Il giorno 28 è stata centrata una carretta dei Gruppo Bergamo con due morti.  Questi sono solamente alcuni dei casi verificatisi.  L'8a Divisione Indiana deii'esercito britannico, che per il momento ha sostituito in linea la sconfitta 92a divisione, dopo alcuni giorni inizia a spingere in avanti pattuglie esploranti, e dopo aver accertato la mancanza di qualsiasi ostacolo, avanza fino a prendere cautamente contatto.  La posizione della 6a batteria è rimasta immutata risultando ottima.

Giorno 30 dicembre 1944

Prosegue ininterrottamente l'offensiva aerea alleata.  Gli americani vogliono far pagare a caro prezzo il successo dell'operazione Wíntergewítter che, dati i mezzi di cui dispongono, li ha non poco ridicolizzati.  Cacciabombardieri spezzonano e mitragliano la zona dove sono alloggiate le salmerie della linea pezzi della nostra batteria.  Terminata l'incursione, ricevo telefonícamente notizia dal sergente Rabitti loro comandante, che non vi sono state perdite.  Felice, scendo di corsa le scale per recarmi al piano terra e comunicare agli uomini la buona notizia, ma alla porta d'ingresso della costruzione incontro una giovane donna con un bambino in braccio.  La mano destra della donna che sorregge la testa dei piccolo è sanguinante e il bambino ha la testa sfracellata.  La ragazza, tutta coperta di sangue, è venuta chi sa da dove per cercare soccorso.  E' in stato di shock; certamente non si è resa conto che il bambino è morto.  Questa improvvisa, inaspettata visione mi fa passare in un istante da uno stato di contentezza ad uno stato di sconvolgente costernazione; ho un capogiro, devo appoggiarmi alla costruzione per non cadere per terra, non riesco a guardare.  Qualcosa in me rifiuta questa realtà, ho sopportato la visione di corpi straziati divenuti irríconoscibili ma l'espressione di quella madre, impietrita dal dolore e dalla disperazione, non riesco a sostenerla.  Per fortuna arriva l'ufficiale medico che immediatamente soccorre la sfortunata ragazza e la ricovera nell'infermeria.  Senza l'intervento dei dottore, non sarei riuscito a combinare niente di positivo, in quanto in un istante la mia mente ha cessato di ragionare.  Maledirei il mondo e le atrocità della guerra.””

  La piccola bambina di cui si parla si chiamava Cassettai Ada, figlia di Carlo e di Regoli Silvia, la giovane madre che la teneva in braccio.

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