Prima lezione: La flora mediterranea

Punta Crena - Varigotti (SV)
Fotografia di Mario Marchisio © 2000

La vegetazione è tipica e comune in tutto il bacino del Mediterraneo.

Il clima mite in cui si forma la vegetazione dipende dalla latitudine e dal "mare chiuso", protetto dai venti atlantici e continentali; inoltre l’enorme massa d’acqua fa da equilibratore tra il clima continentale freddo e quello africano caldo. Ne consegue che attorno alle sue rive si crea un clima temperato umido in inverno e caldo secco in estate.

La vegetazione si manifesta: con specie precoci alla fine dell’inverno, segue una pausa nei mesi più caldi, riprende con specie tardive alla fine dell’estate. Si hanno essenze in fioritura tutto l’anno: l’anemone epatica che fiorisce a gennaio, la campanula a foglie uguali in fiore ancora a dicembre.

Le associazioni vegetali.

L’associazione vegetale è un’insieme di varietà botaniche diverse ma omogenee che si manifestano in un determinato ambiente Es. leccio, lentisco, corbezzolo, mirto sono specie diverse ma tutte di natura "sclerofilla" che si manifestano in un ambiente "termofilo".

Le associazioni vegetali seguono una legge evolutiva che partendo dal gradino più basso, se "l’habitat" lo consente, arrivano al massimo sviluppo. Partendo dalla "steppa" si passa alla "gariga", "macchia secondaria", "macchia primaria o foresta sempreverde"; a questo punto l’evoluzione vegetale ha raggiunto il suo massimo e rimane in tale condizione finchè una causa esterna non intervenga a rompere l’ equilibrio.

Questa condizione si chiama "CLIMAX".

Al contrario sotto l’azione predatrice dell’uomo, dei cambiamenti climatici, di incendi, di piogge acide, la scala evolutiva si inverte e dalla "foresta sempreverde" si passa alla "macchia", alla "gariga", alla "steppa".

Ai giorni nostri la condizioni di "CLIMAX" non esiste più, è un ricordo di epoche passate.

E’ utile citare come si manifesta la "foresta sempreverde" attorno al bacino del Mediterraneo: ad occidente prevale quella a "lecceta", a sud la "sughereta", ad oriente quella ad "olivastro e carrubo"; su tutte le cogliere a picco sul mare è presente il "pino d’Aleppo"

Spotorno, Aprile 2002

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