ANTEPRIME NINTENDO GAME CUBE

GENERE: CONTENITORE DI GIOCHI

CASA PROD.: NINTENDO

DISTRIBUTORE: NINTENDO

N°GIOCATORI: 1/4 

MOD. ONLINE: NO

COLLEGAMENTO GC/GBA:

VERSIONE PAL:

LINGUA VERSIONE PAL: ITA

VERSIONE TESTATA: DEMO

SOLO SU GC:

USCITA VERS. PAL:  MARZO

USCITA VERS. USA: 30 GENNAIO

USCITA VERS. JAP: DISPONIBILE

ASPETTATIVA:

1 STELLA SU 5!

Wario Ware era un divertente scacciapensieri su GBA, ma perché trasferirlo su GC? 

 

 

AVETE MAI GIOCATO AD UN GIOCO TANTO STUPIDO CHE MENTRE LO GIOCAVATE VI VERGOGNAVATE PER QUELLO CHE STAVATE FACENDO?

 

A me, prima di oggi, in 27 anni di vita spensierata e giocosa, era capitato solo una volta. 

Correva l'anno 1998 -credo-, l'estate era più calda che mai, la PSX furoreggiava ed io decisi di affiancarle anche il Nintendo 64, del resto ero cresciuto con le macchine della casa di Kyoto. Presi un 64-bit di seconda mano al quale abbinai l'appena uscito Yoshi's Story, memore delle ore ed ore di divertimento passate giocando al suo illustre predecessore. Quanto sbagliai... Y'sS era di per sé un gioco veramente infantile, che non dimostrava neanche l'effettiva potenza del Nintendo 64, ma, dato che l'avevo appena comprato, decisi almeno di giocarlo a fondo. Secondo errore. E' infatti brutto ricevere una visita della propria ragazza (ragazza che mi aveva fatto fare i salti mortali per conquistarla!) mentre si sta giocando ad un gioco che ha come musica iniziale un gruppo di bambini giapponesi deficienti che gridano a squarciagola: "Ivecoo, Iveecoooo!!"... 

 

SBAGLIANDO SI IMPARA...

Da allora ne e' passata d'acqua sotto i ponti, e con il fluido trasparente se ne sono andate anche tante altre ragazze, che mi hanno fatto dimenticare, a poco a poco, quell'imbarazzante ricordo estivo. Ma si sa: a volte la nostra psiche gioca strani scherzi e così, roba che farebbe impazzire persino Freud, stamattina, mentre mi scaricavo da internet la demo di Made in Wario, testando con mano la stupidità enorme del titolo, mi è tornato tutto in mente, e la voglia di cestinare il tutto è stata tanta...

 

IN FONDO E' BASTATO CHIUDERE LA PORTA A CHIAVE...

...E così ho scongiurato il rischio che la mia attuale ragazza (che comunque attualmente dovrebbe essere a Milano...) entrasse e mi vedesse impegnato in una partita a Made in Wario, mentre lo schermo si riempie di colori e disegni psichedelici e in sottofondo si susseguono rumori incontrollati (ES.:"SWING! BAM, CLASH! MUUU!YUOOOH!"...).

Made in Wario è infatti questo: un insieme di vecchi giochi da Amiga e Commodore riuniti assieme da un collante fuori di testa, estremamente nipponico e pazzoide.

Sarà l'idioma giapponese incomprensibile, sarà che le schermate si susseguono rapidamente mostrando disegni sempre più folli e più brutti, ma all'inizio il giocatore si ritrova disorientato di fronte ad una bidimensionalità tanto preoccupante. Eh sì, ho voluto sottolineare che si tratta di bidimensionalità perché nel gioco non è presente un solo poligono, l'intero titolo, schermate dei menu incluse, sono infatti old style e presentano uno stile da disegno infantile, con colori piatti e linee appena abbozzate ed approssimative.

Il gioco in sé non è poi male, del resto si viene continuamente buttati da un giochino ad un altro, giochini vecchi, semplici in cui per vincere a volte basta premere solamente un bottone od inclinare correttamente lo stick analogico o la croce direzionale.

L'assurdo sta invece nella trama che Nintendo ha voluto inserire, che vede Wario ed i suoi amici impegnati in una specie di festa e si susseguono continuamente scene assurde e demenziali. All'inizio, per esempio, un normale GBA cade a terra spento, poi si accende lo schermo, compare la faccia di Wario, e dal portatile spuntano gambe e mani, ed il giocatore viene risucchiato in una specie di ascensore aziendale! In un altra scena, invece, Wario ed altri tre suoi amici si ritrovano a meditare all'interno di un dojo, l'inquadratura si allarga e si scopre che invece sono seduti sul carapace di altrettante tartarughe impegnati in una gara di "velocità"!!

 

"..."

Insomma, per movimentare l'azione, per aggiungere un po' di pepe ad un gioco che altrimenti rischierebbe di essere solamente una semplice raccolta di vecchie glorie (ma infondo questo è e questo rimane!), Nintendo ha quindi tentato d'inserire una trama che faccia divertire il giocatore puntando unicamente su immagini esilaranti e demenziali, talmente assurde che spesso vi chiederete se i programmatori ora saranno stati tutti rinchiusi in una casa di cura.

Per il resto il gioco scivola via che è un piacere: si affronta un percorso a tappe, ogni tappa è un giochino da dieci secondi o su di lì, lo si supera e si passa al successivo. Un Mario Party senza dadi e con giochi retrò, che, per la versione GC, può contare su di una salda modalità a quattro giocatori che potranno sfidarsi senza però partecipare obbligatoriamente allo stesso gioco.

La breve demo non mi ha permesso di vedere più di tanto, ma penso che infondo il succo del gioco sia tutto lì. 

 

UNO POTEVA BASTARE...

Personalmente sono convinto che la puntata per GBA potesse benissimo bastare e che il GC non sia fatto per questo genere di giochi (andiamo, dov'é finita la grafica foto realistica?!), ma i giapponesi si sa, sono strani, e là difatti sembra che il gioco sia stato accolto con grande interesse...

A Marzo la recensione, spero proprio che non tocchi a me...

 

 

 

A cura di Leonardo Gatto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 t La scena iniziale: un normale GBA...

t ...prende vita e spunta fuori un ascensore con la brutta effige di Wario...

t ... ascensore che funge da menu e suddivide i giochi in varie categorie. 

t E' presente anche una libreria in cui custodire i propri record e leggere le informazioni dei giochi e dei personaggi!

t Essendo su GC tanto vale allora giocarci in quattro...

t Quattro giocatori impegnati nel salto alla fune e nel volo di aeroplanini di carta...

t Quattro aeroplanini di carta si sfidano in un impegnativo percorso ad ostacoli...

t In Giappone sembra ottenere un gran successo... Mah...

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