L'ORSO
ED IL PENNUTO PIU' AMATI DEL 64-BIT DI CASA NINTENDO RITORNANO IN GRANDE
STILE SUL GBA! FESTEGGIAMOLI ASSIEME!
La
saga di Banjo-Kazooie è stata, senza dubbio, la più grande rivale
di Super Mario 64 ed ha sempre potuto contare sulla miglior grafica
che il Nintendo 64 era in grado di offrire, riuscendo nel contempo a non
utilizzare mai la famosa e tanto discussa espansione.
Tutti
i possessori del N64 avranno obbligatoriamente giocato ad uno dei due
episodi di Banjo (se non l'avessero fatto si sono persi molto, ma veramente
molto...) per cui sapranno già qual è la peculiarità del titolo in
questione, ripresa poi dal discreto Jack&Daxter per PSX. al
giocatore viene
infatti data la possibilità di controllare quasi contemporaneamente
due personaggi (Banjo & Kazooie, appunto) uniti tra loro da un rapporto
simbiotico. Come hanno infatti dimostrato in alcune fasi di Banjo-Tooie,
in cui il duo si doveva separare, una volta soli si ritrovano più esposti
ai nemici e alle difficoltà dei vari mondi che visiteranno, mentre assieme
si completano vicendevolmente, dando vita ad un unico eroe indistruttibile
(o quasi).
Kazooie
è, più che altro, la spalla di Banjo (in tutti i sensi, dato che vive nel
suo zaino), utile "solo" a trasportare l'orso nelle pendenze, a fargli
spiccare il volo o a dargli un'ala in più nelle immancabili sezioni
subacquee. Non solo, dato che, essendo un uccello di sesso femminile,
può anche sparare sia dalla bocca, sia dal ... ehm... ci siamo capiti... delle
micidiali uova che possono abbattere i nemici o attivare switches a
distanza.
L'orso,
al contrario, rappresenta l'aspetto bruto del duo, in grado di sfondare,
grazie alla propria forza naturale, la maggior parte di ostacoli che
Gruntilda (vedi sezione: Personaggi)metterà a propria difesa nel corso del gioco. E dato che abbiamo
parlato di lei, mi pare giusto spiegare ai neofiti chi sia questo losco
figuro.
Al
principio del primo Banjo-Kazooie, Gruntilda, una perfida strega che
abita in un enorme antro a due passi dalla casa di Banjo, si mise in testa
di eliminare Tooty, guardacaso la sorellina dell'orso che dà al nome al
gioco, in quanto sua rivale in ... bellezza. Da questo prologo è nata così
la più grande storia dei Rare per Nintendo 64.
LA
STORIA INCASINATA.
Questo
capitolo si ricollega ai precedenti a 64 manza bit anche se,
cronologicamente, si va a posizionare tra il primo ed il secondo, offrendo
così una visione alternativa di come si sarebbero svolti i fatti nel caso
Banjo&Kazooie non avessero ucciso la malvagia strega alla fine del primo
capitolo.
In
questa realtà alternativa, quindi, la perfida Grunty ci appare non più
scheletrica come in Banjo-Tooie, bensì meccanica ed anche lì si
sprecheranno le solite battute demenziali che hanno caratterizzato la serie.
Fanno ritorno dal passato anche molte vecchie conoscenze del nostro duo,
quali ad esempio: Mumbo Jumbo, lo sciamano che di livello in livello vi
trasformerà nelle cose più strane (dal topo ad un candelabro tipo:
"La Bella e la Bestia!"), Bottles, la talpa che in cambio di un
certo tot di note musicali vi insegnerà nuove mosse, Jigsaw, il monaco che
abita nel tempio dal quale, dopo aver raccolto dei Jiggy (dei pezzi di
puzzle), potrete aprirvi la via per altri mondi ed Honey B., la tenera ape
che vi elargirà energia extra nel caso le portiate delle cellette-energia
vuote.
Anche
tra le fila dei nemici si nascondono biechi individui ripescati a piene mani
dai due episodi per N64 e tra questi possiamo citare le ostriche assatanate
e le mine nel livello marino, quello simile ad un gorilla con un teschio
tatuato sulla schiena (il nemico base, per intenderci) ed i bigfoot che in B-T
erano presenti nel livello montano. Stessa cosa dicasi anche per gli item e
le pedane d'abilità (ovvero particolari pedane che se attivate
conferiranno, limitatamente a quel luogo, nuovi poteri) che il duo potrà
utilizzare: in gran parte già noti ai giocatori dei due prequel.
Anche
il concept del gioco è rimasto invariato: si gira per i livelli nel
tentativo di raccogliere più Note Musicali possibili (che fungono come le
monetine nei giochi di Mario) con cui pagare nuove mosse al nostro trainer
personale, nel contempo risolvendo piccole missioni che ci permetteranno di
mettere le zampe sui Jiggy, indispensabili per accedere a nuovi mondi.
Volendo, inoltre, ci sono sempre gli odiosi Jinjos da recuperare e riportare
sani e salvi a casa. Dopo averli recuperati tutti in un determinato livello
anch'essi elargiranno un pezzo di puzzle.
Se
su Nintendo 64 tutto ciò divertiva in questo sequel è assai
limitante e ripetitivo. Ma ora andiamo con ordine nella fase della critica e
tenterò di farvi capire il perché di questa frase che smonta tuta la
precedente recensione dalle tonalità entusiastiche.
LUNGA
VITA ALLE BATTERIE.
Quando
finalmente (infatti ammetto che lo attendevo con ansia) ho potuto provare Banjo-Kazooie:
Grunty's Revenge, mi sono detto:" Almeno so cosa fare per i
prossimi due o tre giorni!" (nota: due o tre giorni perché il nostro
negoziante Umberto non può lasciarci di più i giochi che proviamo),
quindi ho acceso il GBA con l'idea di dedicarci un paio di orette tanto da
vedere i primi due livelli. Risultato: dopo la terza ora di gioco sul
piccolo schermo a cristalli liquidi scorrevano già i titoli di coda.
Premettendo che non sono un così bravo giocatore da finire un titolo
in un paio d'ore (o comunque poco più) -anche se dalla mia ci può essere
il fatto di aver sconfitto i due prequel al 100% in un tempo record, unica
scusante del titolo in questione-, né che giocando mi sono impegnato più
di tanto, vorrei cercare di capire perché alla Rare abbiano partorito un
titolo così facilmente digeribile. In esattamente tre ore e ventisette
minuti sono riuscito a sconfiggerlo non al cinquanta per cento (in tal caso
potrei ancora dire: "Vabbé, ora mi rimane da trovare i
segreti..."), bensì al 100%. Cosa vuol dire questo? Semplice: che se
invece di essere un recensore e di aver la fortuna di provare il gioco
gratuitamente, fossi stato un pinco pallino qualunque mi sarei trovato a
riporre nella propria custodia BK-GR-, appena tre ore dopo aver
sborsato più di 50€ e questo è, secondo me, il difetto più grave che un gioco possa
avere. Passi infatti una brutta realizzazione tecnica, si può sorvolare
anche su una non proprio buona giocabilità, ma una scarsa longevità sega
in due le gambe di un gioco.
L'equazione
in questo caso è semplice e anche automatica: gioco corto=gioco dimenticato
il prima possibile=soldi mal spesi.
E'
per questo quindi che, se andate a vedere la pagella (di sicuro l'avrete
già fatto), questo titolo si prende un voto così basso, per una volta non
scaturito dalla solita media matematica delle 5 voci prese in
considerazione. Avremmo potuto dargli anche 8, se avessimo sommato il
risultato della Grafica, del Sonoro, della Trama e della Longevità, ma a
che scopo? Ad invogliarvi a spendere un sacco di soldi (ammettiamolo, i
giochi del GBA costano un po' troppo) in un gioco che in meno di 240 minuti
è già bello che finito e dimenticato? Non saremmo più stati gli stessi
redattori sinceri di sempre!
Invettiva
a parte, Banjo-Kazooie: Grunty's Revenge è comunque un piccolo
gioiellino della realizzazione tecnica: i programmatori della Rare (ed in
fin dei conti solo loro potevano farcela!) sono riusciti ad avvicinare una
volta tanto la grafica del GBA a quella del N64, nonostante il gioco non
sfoggi la bellezza di un poligonono ma solo scenari e personaggi
pre-renderizzati. Il comparto sonoro, punto dolente del GBA stesso, è
invece straordinario, presentando simpaticissime musichette ed una marea di
voci campionate, tutte prese dai giochi a 64-bit.
Lascia
basiti però l'estrema facilità con la quale è possibile finirlo al 100%,
dovuta forse non tanto alla fretta che hanno avuto i programmatori di
finirlo, bensì più probabilmente per indirizzarlo ad un pubblico più
giovane (di qui la decisione di mitigare le numerose frecciatine di Kazooie).
Se
completare totalmente Banjo-Kazooie & Banjo-Tooie era
un'impresa da titani (io ce l'ho fatta... io ce l'ho fattaaaa...), è da
titani invece riuscire a terminare questo in più di quattro ore!
Il
design dei livelli è, strutturalmente, ben fatto, ma è troppo facile
ritrovare le note musicali, le celle energia ed i vari pezzi di puzzle anche
perché i livelli stessi sono un po' troppo piccoli. Data quindi la scarsa
longevità non avrebbe di certo guastato un'opzione multiplayer che
ricalcasse, per esempio, la caccia all'ultima rupia di Four Swords,
ma del resto anche il GBA ha i suoi limiti e posso immaginare cosa sarebbe
potuto uscire...
Davvero
un gran peccato perché graficamente è, or ora, il miglior titolo della
line up del Game Boy Advance.
Si
ringrazia per il gioco: Umberto
A
cura di Carlo Terzano
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L'esilarante
schermata iniziale mette alla luce l'enorme capacità grafica del GBA.
Molti
ambienti sono ripresi paro-paro dal primo Banjo-Kazooie per Nintendo 64.
Questa, ad esempio, è la casetta di Banjo...
...Questa,
invece, è la paradisiaca Montagna a Spirale...
...ed
infine, poteva per caso mancare il covo della perfida Gruntilda?
E' tornato
anche Klungo, lo stupido galoppino di Grunty.
Questo
scontro con la malefica strega ricorda molto quello finale con Baby Bowser
in Yoshi's Island.
Ogni tanto,
durante l'avventura, vi capiterà di dovervi battere con Gruntilda in carne
ed ossa... ehm... in ferro e bulloni!
A grande
richiesta è tornato Mumbo Jumbo, lo stregone che, trasformando Banjo e
Kazooie nelle creature più strambe, dà il via alle sezioni più
demenziali!
Qui, ad
esempio, lo sciamano ha trasformato i nostri due eroi in... ehm... in...
riuscite a capirlo!?
Ogni tanto
diversi minigiochi interromperanno la fase esplorativa.
In questo,
peraltro realizzato magistralmente, dovrete scivolare lungo un tronco
d'albero evitando nel contempo gli ostacoli.
Se non lo
avessi saputo, a prima vista potrei dire che questa foto è tratta da
Banjo-Kazooie per N64!
E' posibile
rivisitare anche il tempio sacro di Jigsaw e, sorpresa delle sorprese, è
persino più bello di quella apparso in Banjo-Tooie!!
La dolce e
zuccherosa Honey B... quanti ricordi e che scorpacciate!
Qui è
ritratta una delle sezioni meno divertenti del gioco. Lascio a voi la
sorpresa di scoprire a che cosa mi stia riferendo.
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