La legittimita’ del governo della R.S.I.
Come è noto
molti insigni costituzionalisti hanno giudicato incostituzionale la nomina di Badoglio
a capo del governo italiano dopo la destituzione di Mussolini. La costituzione
allora vigente, infatti, obbligava il re a prendere visione della lista di nomi
entro cui scegliere il nuovo capo del governo. Tale lista doveva essere redatta
dal Gran Consiglio del Fascismo per obbligo costituzionale. Il re non lo fece,
per cui fu incostituzionale la nomina di Badoglio. Fu, tuttavia, questo governo
illegittimo a trattare con gli anglo-americani quell’armistizio senza
condizioni che fu firmato il 3 settembre 1943 e reso noto l’8 settembre 1943.
Ma la cosa più grave fu , per il re e per il governo Badoglio, l’andarsi a
consegnare nelle mani dei nemici, abbandonando, di fatto, il governo della
nazione. Infatti nei territori non ancora occupati tale governo era inesistente
perché assente e nei territori occupati, dove formalmente pretendeva di
svolgere le sue funzioni, di fatto era inesistente perché tutto il potere era
nelle mani del governo alleato.
La situazione dell’Italia all’indomani dell’8 settembre, dunque, era la
seguente:
1) Nel sud della nazione occupato dal
nemico esisteva un governo Badoglio privo di qualunque potere e, quindi,
inesistente.
2) Nell’Italia non ancora occupata non
c’era alcun governo e c’erano le truppe dell’alleato tradito che stavano
combattendo a difesa dell’Italia le quali, di fronte all’improvviso vuoto di
potere, anche per garantire la loro sicurezza, assunsero il potere in qualità
di occupanti.
L’Italia,
quindi, si trovò ad essere un paese senza governo occupato in parte dagli
anglo-americani e in parte dai tedeschi. Nessuno potrà negare che si trattava
di una situazione drammatica, che avrebbe provocato conseguenze profondamente
negative per l’Italia e per la sua popolazione.
La cosa,
evidentemente, era problematica e non gradita agli stessi tedeschi i quali,
infatti, già l’’11 settembre liberarono Mussolini e lo misero nelle condizioni,
forse anche forzandolo un po’, di costituire un nuovo governo italiano. La cosa
fu fatta velocissimamente (il 23 settembre ci fu la prima riunione presieduta
da Pavolini e il 27 la seconda presieduta dallo
stesso Mussolini) e la conseguenza immediata fu, da parte tedesca, la
cessazione dello stato di occupazione con il ritiro della moneta di occupazione
che già era stata immessa in circolazione.
Si trattava,
certamente, di un governo di fatto, poiché il potere non era stato assunto
seguendo una prassi costituzionale, ma non fu assolutamente, come gli
antifascisti hanno sempre affermato, un governo fantoccio, bensì un governo
dotato di tutti i poteri. Governava il territorio tramite i Capi-provincia
e i Prefetti da esso nominati, aveva una propria moneta e un proprio bilancio,
approvava le proprie leggi, gestiva la giustizia con propri giudici e garantiva
l’ordine pubblico con proprio personale. Avrà fin da subito reparti di forze
armate volontarie (avrà poi anche un esercito regolare formato dalle quattro
divisioni: Monterosa, San Marco, Littorio e Italia)
che combatteranno il nemico su tutti i fronti a fianco dell’alleato germanico.
Naturalmente la direzione delle operazioni militari era necessariamente dei
tedeschi. Ed è vero che essi hanno condotto anche operazioni anti-partigiane
con metodi brutali. Ma è inevitabile che ogni esercito conduca dure azioni
repressive contro forze che minacciano la loro sicurezza. E, purtroppo, era in
atto una sanguinosa guerra civile che contribuì a rendere difficile la vita del
governo della R.S.I. Che, però, mantenne fino all’ultimo la sua indipendenza e
la sua funzionalità.
Gioverà ora
ricordare come e da parte di chi questo governo di fatto fu riconosciuto.
1) Subito dopo la sua costituzione il
governo della R.S.I. fu riconosciuto da Germania, Giappone e da tutte le
nazioni alleate con le quali vennero intrattenuti normali rapporti diplomatici.
Ma anche nazioni non alleate ebbero normali rapporti, anche se non formali.
Addirittura certi documenti e certe testimonianze parlano di rapporti,
ovviamente segreti, con nazioni nemiche.
2) Durante la guerra i nemici trattarono
sempre i soldati della R.S.I. come soldati regolari di una nazione nemica. I
soldati caduti prigionieri, infatti, furono trattati da prigionieri di guerra
come i soldati tedeschi. Non sarà inutile notare che, se gli anglo-americani
avessero attribuito valore al governo del sud, i soldati della R.S.I. che non
avevano rispettato l’armistizio, avrebbero dovuto essere trattati come franchi
tiratori e, quindi, fucilati.
3) Alla fine delle ostilità, quando fu
firmato l’armistizio di Caserta, tutti gli alleati vincitori vollero che
l’armistizio fosse sottoscritto anche da Graziani, per conto del governo della
Repubblica Sociale Italiana.
4) In altra parte di questo sito è
riportata integralmente la sentenza n. 747 del 26 aprile 1954 del Tribunale
Militare di Milano che riconosce esplicitamente l’esistenza del governo della
Repubblica Sociale Italiana come governo di fatto.
La ostinata
negazione di questa realtà da parte di certe forze politiche che ritengono di
trarre vantaggi elettorali col proclamarsi antifasciste e col manipolare la
storia non ha nessun serio fondamento storico, come hanno dimostrato le
ricostruzioni storiche di studiosi seri come il Prof. Renzo De Felice, che non era fascista. E’,
quindi, da ritenere che tali ostinate, sempre più grottesche posizioni avranno
sempre minore consistenza e credibilità specie fra i giovani che vanno
continuamente scoprendo le omissioni, le negazioni, le plateali falsità
commesse deliberatamente da questo ormai sfilacciato antifascismo.