Marino Mersenne

Descartes / il personaggio

 

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INTERVISTA in sogno a descartes su scienza e metodo

 

 

Stavo leggendo il Discorso sul metodo quando mi assopii. Ero perduto negli eterei mondi del sogno quando mi apparve il signor Descartes. Approfittai della sua presenza per rivolgergli qualche domanda. Durante il colloquio mi sembrò molto attento e desideroso di offrirmi risposte precise.

 

 

Io - Perché tutti ritengono che la sua filosofia sia centrale nello studio del pensiero scientifico moderno?

C. - La centralità della mia posizione filosofica deve essere intesa ben al di là della mera collocazione temporale. Io ho cercato di unificare le istanze scientifico-operative della nuova scienza del ‘500 e del ‘600 con l’esigenza  di rigore razionale e di certezza da sempre richieste per un sapere che voglia definirsi fondato.

Io - Pensa davvero di essere stato il primo filosofo moderno?

C. - A conti fatti, è una delle poche cose di cui non dubito. Anzi, ne sono certo perché prima di me non esisteva un metodo unitario della ricerca scientifica.

Io - Chi potrebbe testimoniare queste vostre parole?

C. - Chiamo in causa, fra i miei contemporanei, la regina di Svezia: la nobile e colta Maria Cristina che mi invitò a Stoccolma perché le indicassi le strade della nuova scienza, evidentemente perché aveva colto le innovazioni del mio pensiero. Eppoi, scusi l’immodestia, c’è la storia che parla…

Io - Perdoni la curiosità, ma è vero che la regina la invitava all’alba nel suo palazzo?

C. - Purtroppo è vero, anzi proprio in tale  circostanza fui colpito dal freddo nordico e morii di polmonite acuta.

Io - Secondo lei lo scetticismo può continuare ad esistere?

C. - Lei ha l’attitudine poco metodica a saltare di palo in frasca. Comunque, penso di averlo illustrato ampiamente nelle mie opere: per quanto noi possiamo dubitare di tutto, alla fine dobbiamo ammettere che qualcosa resta al di fuori della nostra critica. Questo qualcosa è certamente il superamento dello scetticismo.

Io - Signor Descartes, lei sa bene che un medico di Crotone, Almeone, fu ucciso per avere affermato che il cervello è la sede del pensiero. Lei non ha avuto paura di proporre novità in campo scientifico?

C. - L’umanità ha compiuto molti passi in avanti da allora e ritengo che tutto sia ancora in evoluzione… Comunque non avevo paura di ciò che poteva accadermi anche se talvolta ho esitato nel pubblicare  i risultati delle mie ricerche fisiche come quando seppi della condanna di Galilei.             

 

 

[Francesco Giuseppe Zampa - 2ª A liceo classico “San Tommaso d’Aquino” - a. s. 2002/2003]

 

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