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EFFETTOSERRA - 2002 vetroresina, cavetti d'acciaio, ferro, fogli in PVC, tessuto in fibra di vetro, neon, cavetti ed accessori elettrici, suono - cm 400 x 1100 x 400 |
Effettoserra | a cura di Paola Ballerini Associazione Culturale Grafio - Prato |
Cadono dall´alto e avvolgono tutt´intorno lo spazio i grandi teli di PVC a formare una barriera protettiva, un vivaio incontaminato dove sotto una luce azzurra al neon crescono e si riproducono esseri anomali e inquietanti: grossi semi, larve in vetroresina sospese al suolo anch´esso ricoperto da fibra di vetro.
Un mondo di scorie si riproduce ai margini della metropoli, silenzioso si espande, ricrea un´altra natura che, minacciosa, pare sostituirsi a quella organica: conquista gli spazi nelle periferie in abbandono contaminate dai rifiuti tossici dai residui radioattivi dei grandi cantieri petrolchimici e industriali, come un veleno che accompagna l´immagine splendente dello sviluppo; prolifera sotto la luce livida dei neon in cloni artificiali dalla forma vegetale o animale, cullati dal rumore di sotto fondo del traffico urbano simile alla risacca del mare.
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Il contrasto fra il significante e il significato si evidenzia immediatamente nell´opera di Andrea Marini esposta nella sede dell´associazione culturale GRAFIO di Prato.
L'espressione dell´idea è pura , diafana, nitida e pulita, quasi lontana da ogni realtà conosciuta, separata dall´osservatore da uno schermo trasparente di teli in PVC, a formare una serrache racchiude l´installazione in una parte delimitata all´interno dello spazio espositivo.
Il concetto, l´idea da cui nasce è decisamente più inquietante: nel laboratorio asettico si riproducono larve in vetroresina, opalescenti e mostruose. Forme che assomigliano a grosse spore in letargo apparente, pronte a schiudersi alla fredda luce azzurrina dei neon. L´opera ci conduce verso scenari fantascientifici di metropoli devastate da scorie radioattive e popolate da strane larve che si riproducono a spese dell´umanità assediata da cui traggono spirito vitale. Il diaframma che ci separa da questi replicanti dà un senso di protezione e di distacco da un´ipotesi di realtà con cui non vorremmo avere a che fare. Le forme di Andrea Marini pendono dal soffitto, sorrette da impercettibili fili, a diverse altezze da terra, fitte, in vari stadi evolutivi. Invadono lo spazio come ultracorpi e accumulano energia da un mondo di scorie che si riproduce ai margini delle metropoli, silenzioso si espande, e ricrea un´altra natura che, minacciosa, pare sostituirsi a quella organica.... Così si esprime Paola Ballerini nella presentazione della mostra.
Nell´ambiente si diffonde un elaborato sonoro che riproduce il rumore del traffico urbano con ritmo e richiamo evocativo alla risacca marina. Proprio il sonoro riunifica il contrasto fra idea e elaborazione, dando all´opera una contestualità complessa ma ben articolata. L´artista dimostra ancora una volta sapienza nell´uso della materia e capacità non comune di forgiare il vetroresina con precisione e competenza. Riesce così a costruire figurazioni belle, nette semplici, quasi fredde, ma dense di significato ............ Da non perdere.
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L´evanescenza embrionale di Andrea Marini, presente al Grafio con il progetto "EFFETTOSERRA", allude a un ambiente di civiltà da costituirsi, di inquietudine soffocata da l´invasione di protuberanze ambigue: innocue e nocive che attirano la presenza formale da evolversi. L´oggetto è fecondato in un habitat fatiscente, indice di un clima generativo, affetto da biologie sfalzate ......
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