di giorgio marinelli

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Ultimo aggiornamento: 31-12-06.

 

 

 

 

 

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n.

 

 

 

 

 

ASSETTO GEOLOGICO

 

Quanto segue è direttamente consequenziale al capitolo sull'orogenesi appenninica, con la differenza che, mentre quello ne proiettava il film dell'evoluzione, questo sviluppa la foto istantanea della situazione attuale del territorio ottenuta montando sull'obiettivo il filtro che lascia passare solo gli aspetti di interesse geologico. Fiumi di parole non risulterebbero funzionali a dare contorni a questa immagine, giova piuttosto presentare la carta geologica del territorio, corredata di legenda e magari introdotta da qualche parola di spiegazione. Scarso significato assumerebbe tuttavia la consultazione di queste pagine senza aver preventivamente letto il capitolo sulla evoluzione del territorio. Non interpretare questo alla luce di quello significherebbe porsi nell'atteggiamento dì chi crede a un atto creativo iniziale che ci avrebbe consegnato il mondo tutto insieme così come oggi lo vediamo, mentre tutti i fenomeni ci parlano di continue trasformazioni succedutesi con dinamica consequenzialità in tempi inimmaginabilmente lunghi. Nell'osservare ogni meraviglia del nostro ambiente dobbiamo sempre ricordare che la natura ha avuto tanto tempo per dare modo alle trasformazioni e innumerevoli circostanze per fornire opportunità al caso.

La carta geologica

Nella cartina geologica che segue vengono citate e contraddistinte da superfici colorate e numerate le formazioni rocciose che costituiscono l'Alto Tevere. Discriminare tra i diversi tipi di rocce può risultare però difficile a chi non abbia dimestichezza con la geologia. Immagino infatti che a molti il territorio tenda ad apparire piuttosto omogeneo e che tutt'al più venga percepita la differenza, invero evidente, tra il paesaggio altotiberino e quello molto più aspro del vicino Monte Nerone.

L'Alto Tevere può senza dubbio apparire uniforme a chi non osservi con occhio indagatore i diversi substrati. I campi coltivati in effetti si somigliano tutti e il terreno dei boschi appare ovunque simile a sé stesso. Anche le pendenze dei versanti tendono ad assumere valori comparabili. Bisogna tener conto che le formazioni rocciose, solide o incoerenti, costituenti la pianura, la collina e la montagna altotiberina sono normalmente coperte da uno strato di ciottoli, terra e humus generato dal disfacimento della roccia madre ad opera di agenti atmosferici e prodotto da piante e, secondariamente, da animali che ciclicamente vi affermano la propria esistenza biologica. Si tratta di quello strato tanto importante per la vita del pianeta che viene denominato suolo. Quando si dice che stiamo attraversando una collina marnoso-arenacea, ad esempio, non si potrà trovare conferma di ciò guardando campi e boschi, dove il suolo maschera la roccia originaria, ma occorrerà osservare ambiti denudati dall'erosione, incisi dai fiumi o sezionati da tagli artificiali effettuati, ad esempio, nel tracciare strade di mezzacosta. In questi spazi la roccia viene messa a nudo e mostra le sue stratificazioni di lontana origine marina che possono raccontare storie davvero interessanti a chi abbia imparato a interpretarne il linguaggio. Esaminando campioni di roccia, anche con una semplice lente, se ne possono determinare le caratteristiche chimico-fisiche che ne determinano la specie petrografica e lo specialista può classificare quei microfossili che possono fungere da guida per datare con sicurezza gli strati sedimentari,

A noi per ora è sufficiente afferrare nelle grandi linee il significato del colore che assegna alle varie aree del nostro territorio una origine, una età e peculiari caratteristiche strutturali. Una conoscenza, pur sommaria, che passi anche per le rocce, può aiutare a riempire di significati le nostre passeggiate e ci può far vedere sotto una nuova luce il familiare profilo delle nostre colline.

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