ASSETTO
GEOLOGICO
Quanto segue è direttamente consequenziale al capitolo
sull'orogenesi appenninica, con la differenza che, mentre quello ne proiettava
il film dell'evoluzione, questo sviluppa la foto istantanea della
situazione attuale del territorio ottenuta montando sull'obiettivo il
filtro che lascia passare solo gli aspetti di interesse geologico. Fiumi di
parole non risulterebbero funzionali a dare contorni a questa immagine,
giova piuttosto presentare la carta geologica del territorio, corredata di
legenda e magari introdotta da qualche parola di spiegazione. Scarso
significato assumerebbe tuttavia la consultazione di queste pagine senza aver
preventivamente letto il capitolo sulla evoluzione del territorio. Non
interpretare questo alla luce di quello significherebbe porsi
nell'atteggiamento dì chi crede a un atto creativo iniziale che ci avrebbe
consegnato il mondo tutto insieme così come oggi lo vediamo, mentre tutti i
fenomeni ci parlano di continue trasformazioni succedutesi con dinamica
consequenzialità in tempi inimmaginabilmente lunghi. Nell'osservare ogni
meraviglia del nostro ambiente dobbiamo sempre ricordare che la natura ha
avuto tanto tempo per dare modo alle trasformazioni e innumerevoli
circostanze per fornire opportunità al caso.
La carta geologica
Nella cartina geologica che segue vengono citate e
contraddistinte da superfici colorate e numerate le formazioni rocciose che
costituiscono l'Alto Tevere. Discriminare tra i diversi tipi di rocce può
risultare però difficile a chi non abbia dimestichezza con la geologia.
Immagino infatti che a molti il territorio tenda ad apparire piuttosto
omogeneo e che tutt'al più venga percepita la differenza, invero evidente,
tra il paesaggio altotiberino e quello molto più aspro del vicino Monte
Nerone.
L'Alto Tevere può senza dubbio apparire uniforme a chi non
osservi con occhio indagatore i diversi substrati. I campi coltivati in
effetti si somigliano tutti e il terreno dei boschi appare ovunque simile a
sé stesso. Anche le pendenze dei versanti tendono ad assumere valori
comparabili. Bisogna tener conto che le formazioni rocciose, solide o
incoerenti, costituenti la pianura, la collina e la montagna altotiberina
sono normalmente coperte da uno strato di ciottoli, terra e humus generato
dal disfacimento della roccia madre ad opera di agenti atmosferici e
prodotto da piante e, secondariamente, da animali che ciclicamente vi
affermano la propria esistenza biologica. Si tratta di quello strato tanto
importante per la vita del pianeta che viene denominato suolo. Quando si
dice che stiamo attraversando una collina marnoso-arenacea, ad esempio, non
si potrà trovare conferma di ciò guardando campi e boschi, dove il suolo
maschera la roccia originaria, ma occorrerà osservare ambiti denudati
dall'erosione, incisi dai fiumi o sezionati da tagli artificiali
effettuati, ad esempio, nel tracciare strade di mezzacosta. In questi spazi
la roccia viene messa a nudo e mostra le sue stratificazioni di lontana
origine marina che possono raccontare storie davvero interessanti a chi
abbia imparato a interpretarne il linguaggio. Esaminando campioni di
roccia, anche con una semplice lente, se ne possono determinare le
caratteristiche chimico-fisiche che ne determinano la specie petrografica e
lo specialista può classificare quei microfossili che possono fungere da
guida per datare con sicurezza gli strati sedimentari,
A noi per ora è sufficiente afferrare nelle grandi linee il
significato del colore che assegna alle varie aree del nostro territorio
una origine, una età e peculiari caratteristiche strutturali. Una
conoscenza, pur sommaria, che passi anche per le rocce, può aiutare a
riempire di significati le nostre passeggiate e ci può far vedere sotto una
nuova luce il familiare profilo delle nostre colline.
◄Torna al Sommario
|