I TERREMOTI
La estrema complessità dei fattori in gioco vieta un approccio deterministico alla spiegazione e previsione dei
fenomeni sismici, tuttavia conseguentemente a cognizioni geofisiche
acquisite negli ultimi decenni, possiamo abbandonare l'atteggiamento di passiva
accettazione del misterioso "castigo divino" proveniente dalle
viscere della terra e inserire i terremoti nel logico e razionale quadro
delle fenomenologie connesse con una crosta terrestre frazionata in piccole
e grandi placche in movimento. Gli scorrimenti lungo le fratture che
separano le placche non avvengono in maniera continua, ma a scatti, in
coincidenza del superamento da parte di grandi masse rocciose della
possibilità di assorbire elasticamente le tremende tensioni cui sono
sottoposte. L'improvvisa esplosione di energia si manifesta appunto col
propagarsi delle onde e con l'improvviso scorrimento dei bordi di una
faglia.
lì nostro territorio si trova in pieno marasma tettonico. La zolla
africana e quella euro-asiatica, sollecitate dall'apertura degli oceani
circostanti, sono in corso di reciproco avvicinamento. Una piccola porzione
della zolla africana si è addirittura infilata a centinaia di chilometri di
profondità sotto l'Italia centrale ed esercita pressione compressiva sui sistemi europei trans-adriatici.
Nel suo movimento verso Nord-Est questa microplacca tende a trasportare
anche il nostro Appennino umbro-marchigiano e questo spiegherebbe le
attuali forze distensive di allargamento dell'area tirrenica all'interno di
un quadro generale compressivo che riguarda tutto
il fronte mediterraneo.
Ogni altotiberino ha avuto modo
durante la sua vita di avvertire scosse più o meno violente, mentre
documenti storici testimoniano della grande attività sismica, anche
catastrofica, manifestatasi nel corso dei secoli. Dal diario del Graziani: "1353. A di 2 dicembre nella terra del Borgo de Sansepolcro e nella Cità de Castelo furono li magiori terramuoti che già mai fussero,
per li quali cadde la maggior parte de la terra et
caddero dei casseri che ce stavan in essa terra:
ce morirono per essa cagione più de tre milia
persone". E secondo la cronaca del Laurenzi del 1389. "16
ottobre, di sabbato. Cominciorno
li terremoti a Città di Castello con tutto il paese. Il dì della festa di
S. Luca adì 18 ottobre a hora di compieta venne
un terremoto si grande alla città per cui caddero molte case et molte ne rimasoro
magagnate. . ." E cosi il Cerboni parlando del 26aprile
1458: "Ci fu a Tlferno un grandissimo
terremoto verso il mezzogiorno; caddero a terra tre fortilizi e circa 400
case, 441 merli delle mura e quasi tutte le altre case furono spaccate o
gonfiate... " Si ha notizia di numerose scosse in quei secoli, ma
il '700 sembra essere stato il secolo dei terremoti. Dopo i violenti
sussulti del 1725, 1741 e 1752 che non causarono gravi danni, il 13 giugno
1781 vi fu un tremendo sisma con epicentro M. Nerone, ma più nefasto per
l'Alto Tevere fu quello del 30 settembre 1789. A Città di Castello
crollarono, tra l'altro, la cupola del duomo, il tetto di S. Domenico e
parte del campanile di S. Francesco. Le cronache riportano notizia di altri
terremoti nell'800 senza vittime, mentre l'ultimo grande evento sismico si
ebbe il 26 aprile del 1917, con distruzioni e vittime, a Citerna, Monterchi e Lippiano.
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