L’ALTO TEVERE
....immaginati un immenso anfiteatro
quale appunto può far la natura...
....Tu non crederai di veder terre,
ma un paese dipinto con artificioso
pennello...
Plinio
La Torre Civica di Città di Castello si lascia conquistare a
prezzo di un pesante ansimare sui suoi ripidi e consunti gradini. Ma dopo
aver respirato le claustrofobiche atmosfere delle anguste celle segnate dai
toccanti epigrammi lasciati nel corso dei secoli dagli infelici prigionieri
che vi furono rinchiusi, una ultima rampa eleva il visitatore verso la
vastità degli azzurri spazi infiniti, che le verdi gibbosità appenniniche
tentano di circoscrivere in guisa di gigantesco anfiteatro. L'intricata
teoria dei tetti che si estende sotto la severa e quadrangolare verticalità
della torre copre il nucleo storico della città, vero baricentro geografico
e demografico dell'Alto Tevere. Una esigenza didattica ci impone talvolta
di aggiungere l'aggettivo "Umbro" a tale denominazione geografica
e di delimitare quei confini amministrativi che, non l'obiettivo della
nostra macchina fotografica, non il volo degli uccelli nel cielo, né il
nostro passo quando gli itinerari ci conducono per boschi e montagne,
sanno, né vogliono, riconoscere. Le terre toscane e romagnole sfumano
infatti con un morbido gradiente di morfologie e cromatismi in quelle
dell'Alto Tevere Umbro e solo uno spartiacque di modeste altitudini le
divide da quelle marchigiane. Da nessun altro punto di osservazione
tuttavia si percepisce altrettanto bene, spaziando per i 360°
dell'orizzonte, la logica geografica connessa all'unità comprensoriale che
ci apprestiamo a descrivere. Quasi perso a settentrione nella pianura larga
e piatta di San Giustino, più
individuabile a mezzogiorno nella valle che si fa più stretta e articolata
verso Umbertide, e' proprio il Tevere a consegnargli tale caratterizzazione
territoriale che, nel divenire dei tempi, si è fatta anche identita'
storica e culturale.
◄Torna
al Sommario
|