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Saluto alla bandiera sul
mare
Cittā di ferro, immobile sui flutti
la nave i fianchi poderosi adagia,
come dormente leonessa, conscia
della forte unghia.
Or nella nave, mentre il giorno muore,
s'ode il saluto delle trombe, e lento
cala il vessillo ammainato: intorno
densa č la ciurma.
Pur non un verbo, non un cenno.
Passa
l'ammainato tricolor vessillo :
con riverenza cinquecento capi
scopronsi immoti.
Oh, come parla quel
religioso
atteggiamento della folla muta!
Brillate, o sguardi : questo mare č nostro;
battete, o cuori!
Battete, o cuori : č il tricolor
che passa,
l'augusta insegna della patria santa;
č il tricolore per cui tanto corse
sangue d'eroi.
S'accende in cielo un popolo di
stelle,
e in mar di lumi elettrici s'accende,
come in risposta, la cittā di ferro.
O patria, salve!
ALFREDO BACCELLI
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59 O mio mare
O mio mare, o mio mare! o
sovrumana
voce, che m'empie d'infinito il cuore!
Spirito che le piante apre e risana
e fuor ne tragge ogni perverso umore!
Io t'invocai da presso e alla
lontana,
io mi trafusi in te per ore e ore :
alla gran vita tua, profonda e arcana,
chiesi per la mia vita altro vigore.
Rinchiusa adesso nella cerchia
afosa
d'una interna cittā, te invoco e penso
come il diletto suo d'esule sposa:
e tanto il desiderio č vivo e
intenso
che a pianger mi sorprende... O luminosa
visione! O mio mare, o mare immenso!
CONTESSA LARA
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