Le
poesie di Alberto Barina
Con molto piacere voglio dedicare un piccolo spazio ad un mio giovane fan: Alberto
Barina.
Alberto, oltre ad essere un mio affezionato estimatore (è lui che ha ideato e creato assieme ad Ugo
Ficini e Corrado Gagliardi questo mio sito), è un ragazzo che coltiva l'hobby meraviglioso della
poesia. Sono rimasta colpita dal suo modo di scrivere e dalla sua grande sensibilità. Alberto mi ha
aperto il suo cuore offrendomi il lusso di scoprire le sue poesie. Lui rappresenta quella fetta di
gioventù bella, sana, carica di entusiasmo e di ideali; quella gioventù che non si legge sui giornali,
bypassata dalla società malata che ci propinano le cronache quotidiane. Ma Alberto fa parte di una
società che esiste, e mi piace pensare che come lui ci siano tanti ragazzi carichi di positività e di
cose da fare, da dire, da esprimere…
Ecco questo spazio è dedicato a lui e a quanti di voi hanno ancora la forza di credere che con una
poesia, con una preghiera, con una canzone si possa regalare amore.
E' quanto cerco di fare io, in sordina, con le mie canzoni da una vita, e se ciò che ne scaturisce sono
ragazzi come Alberto, bene, ho raggiunto il mio scopo!!!
Grazie
Con Candore
Marina Barone
GLI UOMINI A FARFALLA
Li vedi in questi corridoi,
mentre rilasciano sorrisi bianchi
che già sembrano antichi;
volti scavati fino all'iride degli occhi.
È il male che parla, che ha appetito,
che macera dentro come foglie
e percuote nidi di ruggine
nel suo strenuo letargo.
Sono uomini come farfalle,
volano di parola in parola
…le parole degli altri…
di silenzio in silenzio;
nutrendosi del nettare di fiori di vetro,
che come spranghe di ferro,
rilasciano speranze
di primavere calde e sdentate nel sangue.
Uomini a scomparsa dietro paraventi di buio,
che non contano più
gli anni, i capelli, le forze che pèrdono.
Uomini incerti nell'essere crisalide
o in un riflesso d'ali,
possibilmente guerriere,
per la punica lotta
tra l'eco sordo di un tunnel
ed un centimetro di luce.
Gli uomini a farfalla
li vedi in queste camere di vita a smarrire,
aggrappati ad una chemioterapia
che ne prosciughi anche l'anima.
IL PANE E L'ACQUA
(Dedicata a mia madre)
…Conosco le ombre degli alberi
che hanno ubbidito all'inverno…
…E nelle mie membra
si spezza il profumo di pane
della tua voce,
pietanza per il mio tempo
azzimo della tua assenza.
Sono sensibile al mondo,
a questo buio raffermo e vero,
al germe di tutte le cose
rimaste da dire.
Tu sai le storie degli occhi,
che come stelle si preparano all'imbrunire.
Ti stringo in questo sogno
e sei acqua che risale alle mani,
attesa per la stagione delle piogge
del mio esistere.
Lascerò passare i ricordi
come foci a delta,
incarnati nel mio sangue.
Così ho fame,
ho sete
dei fiori,
che schiudono il tuo silenzio
di foglie secche e brina.
L'ANNO SENZA FRAGOLE
Chissà se insegneremo ai nostri figli
il mestiere difficile e solenne dell'amore,
se li aiuteremo con le nostre mani
a disegnare un sogno.
È l'anno senza fragole,
degli abbracci vuoti…di memoria
e d'amore,
come i cieli d'Africa
immensi ed armati di madri magre
e bambini dagli occhi grandi,
che non hanno porti, né stazioni
e non rispondono mai
all'appello di questo mondo.
È l'anno senza fragole,
e di un Natale
che non si ricorda di essere mai stato Natale;
siamo fatti di poesie senza silenzi,
senza ascolti;
abbiamo assolto anche le nostre ombre.
Chissà se insegneremo ai nostri figli
il mestiere difficile di una stella.
DALLE TUE MANI
(Le mani di mia Madre)
Dalle tue mani
ho conosciuto povertà di carezze,
ma come vele maestre
sono state rifugio
per i miei passi curiosi
di capire il mare.
Hanno cucito,
rammendato i miei giorni.
Nel tuo palmo
ho letto una storia concentrica, ruvida.
Pugno chiuso.
Alburni di un tronco
spezzato dal vento.
Dalle tue mani
porto alla bocca il silenzio,
i ricordi.
Esili stelle a cinque punte
che continuamente appendo
alle mie costellazioni.
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Questa pagina è stata aggiornata il 07/01/05
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