Il Santuario Madonna "Salute degli Infermi" |
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Scaldaferro, contrada dal nome curiosissimo, situata tra Bassano e Vicenza nel comune di Pozzoleone, al centro di una amena pianura ricca di acque sorgive, vicino al fiume Brenta. E' famosa per il grana padano, l'allevamento del bestiame e soprattutto per il santuario ed il presepio. |
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La chiesa sorge entro l'antica corte benedettina
chiamata "Fonzase" (dal latino "fondere") e poi Scaldaferro, toponimi
che segnalano la presenza di una fucina, dove si lavoravano già dal sec.
X gli utensili necessari alle opere di bonifica delle terre circostanti
il monastero. |
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Si tratta di un affresco, risalente secondo gli
studiosi alla seconda metà del XVII secolo, di paternità
ignota. Riconosciuta invece dalla devozione popolare la matrice
divina, venne subito eretto un capitello e un sacello con altare. Infatti, nonostante
l'insalubrità del luogo, fiancheggiato da una conca di acqua stagna,
molti fedeli accorsero a pregare la Vergine invocandone la protezione e
particolari grazie per gli ammalati. |
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Fu sempre il Dalla Costa, ormai Vescovo di Padova, a
benedire il giorno 8 settembre del 1923 il nuovo Santuario della Madonna
di Scaldaferro, notevolmente ampliato. Eretto a
parrocchia nel 1954, fu successivamente dotato di un ulteriore spazio
sacro: il Porticale. L'ex-stalla, sapientemente restaurata sotto la
direzione di don Giulio Dall'Olmo, ospita oggi le grandi cerimonie. |
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Venne dipinta, secondo la tradizione, nella seconda metà del '600, in una nicchia murata esternamente la fattoria di casa Mocenigo, come attesta l'iscrizione sulla parte inferiore del dipinto, che reca la data del 1665. Il restauro del 1984, l'ultimo compiuto, ne ha messo in luce la complessa vicenda artistica, dal momento che sono state scoperte, strato dopo strato, almeno cinque differenti figurazioni della Vergine. Tali trasformazioni si resero necessarie per l'effettiva salvaguardia dell'opera, esposta, in origine, alle intemperie e solo dal 1715 inserita nel tempietto ottagonale. |
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Tra la seconda metà del '700 e l'inizio dell' '800, vennero aggiunte ai lati della Madonna le figure di S. Antonio da Padova con giglio e libro, sulla sinistra, e S. Francesco d'Assisi con croce e libro, a destra, su di un paesaggio "trasparente" con profili di montagne sullo sfondo. inizio Ai due santi, nominati compatroni della parrocchia, furono dedicate, assieme alle Vergine, le campane del campanile adiacente alla chiesa. Sembra si possa ascrivere allo stesso periodo l'incoronazione della Vergine con un diadema in metallo, lavorato artisticamente da un artigiano locale, la cui decorazione era impreziosita di pietre dure, perle, e quattro stelle d'oro. |
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L'immagine della Madonna presenta delle caratteristiche singolari, ha le braccia appena abbozzate ed è senza mani. Maria è raffigurata con le caratteristiche delle donne del tempo: il volto di una semplice donna del popolo, che indossa con dignità e fierezza un ampio "grembiule', tipico delle mamme in attesa di un figlio. Mentre lo scettro è infilato nel grembiule stesso, quasi ad indicare che lei, più che regina, si sente madre, madre di Gesù e madre nostra. Vicina a tutti i suoi figli nelle vicende liete e dolorose della vita di ogni giorno. Migliaia di pellegrini, nel corso di questi tre secoli, hanno sostato davanti a quella immagine. Per offrire una preghiera devota, raccomandare una intenzione particolare, chiedere la guarigione di una persona cara. Trovare un po' di consolazione e conforto in "questa valle di lacrime", portare un fiore. E lei, come madre amorosa, ha sempre accolto, e continua ancora oggi, ad accogliere tutti, prendendo ciascuno per mano per portarlo a Gesù. La missione di Maria, infatti,è sempre stata una sola: dare Gesù al mondo e il mondo a Gesù. Lo ha fatto a Betlemme con i pastori, che per primi sono accorsi alla grotta, lo ha fatto con i magi, venuti da "lontano" per adorare il Signore, lo fa ancora oggi con quanti si rivolgono fiduciosi a lei. Di fattura popolare ritrae le sembianze di una popolana del tempo. Ha uno sguardo intenso e fisso su chi la guarda. Dal seno esce uno scettro. Pur essendo vestita di abiti semplici e popolani è abbellita di monili e incoronata come una regina. Indossa un grembiule ricamato tutt'intorno. La tradizione popolare abbinando grembiule e titolo di "Salute degli Infermi" invoca Maria con il titolo di "bella infermiera". Ma c'è una lettura, diciamo più teologica dell'immagine. Guardando con attenzione il seno risulta essere quello di una donna in attesa e lo scettro che vi riposa sopra indica che Maria è regina, o altrimenti trono, sede della grazia che è Gesù. Pertanto l'immagine rappresenta Maria che sta per dare al mondo Gesù. Maria perciò è salute degli infermi in quanto ci dona Gesù che ci libera dal male. La presenza della colomba, simbolo dello Spirito Santo, sopra la testa di Maria, confermerebbe questa lettura. inizio |
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Ti trovi di fronte ad uno dei presepi più interessanti della zona visitato ogni anno da moltissime persone, provenienti d'ogni dove. La sua fama non è legata solo alla grande varietà degli effetti scenici, ma innanzitutto all'importante ricerca storico biblica che, attraverso la ricostruzione del paesaggio p a 1 e s t i n e s e. Studiato con a t t e n t a osservazione sui "luoghi santi" stessi, permette di rivivere il cammino della nostra Fede sulle orme di Gesù. La bellezza del paesaggio, che ha circa duecento metri quadrati rievoca l'emozionante vicenda umano-divina di Gesù, così come ce l'hanno tramandata i Vangeli. |
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Quello, però, che consegniamo al tuo sguardo è soprattutto una testimonianza di fede, non quella di un singolo, ma di una comunità: attraverso l'antica rappresentazione semplice e popolare del presepio, ricordare al mondo, come gli angeli al pastori, che "oggi vi è nato un Salvatore...", Cristo Signore. Testimonianza comunitaria perché alla sua realizzazione vi lavorano in tanti da molti anni a questa parte. Alcuni sono già ritornati alla casa del padre, come il parroco ideatore, don Giulio Dall'Olmo, a cui va la nostra grata memoria; altri, per diversi mesi all'anno, di giorno e di notte, nelle ore libere dal 1avoro con fedeltà e passione progettano ed eseguono le migliorie che di anno in anno sembrano più opportune... In vari modi si può dire che tutte le cinquecento persone della nostra contrada hanno collaborato alla sua preparazione. Oggi, conservarlo e migliorarlo è per noi un atto d'amore verso il Signore e verso quanti ci onorano della loro visita. A rendere questo presepio ancora più caro a tutti noi è la verosimiglianza tra la sua nascita e la "nascita" di Gesù. Maria e Giuseppe, raccontano i Vangeli, non trovando posto nell'albergo, si rifugiarono in una stalla, dove Maria diede alla luce Gesù e, avvoltolo in fasce lo depose in una mangiatoia. Ora è proprio sul muro di una stalla che una mano devota nel 1665 dipinse qui a Scaldaferro l'immagine di Maria, che ancora oggi possiamo venerare nel santuario sorto sullo stesso posto, a pochi metri da qui, dedicato a "Maria salute degli infermi piccolo gioiello che ti invitiamo a visitare uscendo dal presepio. La "stalla" rappresenta un po' il simbolo di questa realtà locale, soprattutto, per le generazioni passate. Ricorda infatti le fatiche quotidiane, il luogo di incontro della famiglia e degli amici nelle lunghe e fredde serate di inverno per fare "filò", per conversare, giocare, "cantare il rosario"... Oggi tutta la fattoria racchiude uno "spazio sacro: là dove viveva una "chiesa domestica" è nata la "chiesa della comunità cristiana" di Scaldaferro. |
Attività | Per informazioni presso la rettoria del Santuario (0444/462251 |
Orari SS. Messe |
SS. Messe: giorni feriali ore 7,30 - 15 giorni festivi ore 7,30 - 10 - 15 (festiva del sabato ore 19,30) |
Lectio Divina | Ogni mercoledì alle ore 15 e alle ore 20,30 |
Il Presepe | Tutti i giorni dal 25-XII al 2-II-2003; orario 9-12 / 15-18 (telefonare per appuntamento gruppi). (0444/462251 |
Il commercio equo-solidale | riunione partecipanti il venerdì ore 20,30 |