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Domenico
Tarsitani, un grande medico del Regno delle Due Sicilie.
Nacque a Cittanova provincia di Reggio Calabria, cittadina che si trova quasi
ai piedi dell'Aspromonte, il 18 agosto 1817 a pochi anni di distanza del ritorno
del legittimo Re sul trono delle Due Sicilie da Francesco Antonio, avvocato e da
Gironima Giovinazzo . Nel... 1834, si recò a Napoli per intraprendere gli studi
Filosofici e Matematici in quanto propedeutici allo studio della medicina,
disciplina verso cui si sentiva naturalmente inclinato e le sue future scoperte
ne sono testimonianza. Il 4 novembre 1835, a 18 anni, entrò nel Collegio Medico
Cerusico Napoletano, scuola di medicina annessa all'ospedale degli incurabili.
Nello stesso anno, fu bandito un concorso a cui partecipò con un sussidio , un
sussidio per lo studio da conferirsi al candidato che fosse risultato primo
nelle lettere latine ed italiane;un vero primato Calabrese!. Tarsitani, molto
istruito, vinse il premio e ciò gli valse d'incitamento a proseguire gli studi
medici con lode e profitto portando lustro alla terra di Calabria Ultra. Divenne
un punto di riferimento per i compagni e acquistò simpatia agli occhi dei
professori che tessevano con solerzia le sue innate doti di giovane medico.
Terminata la laurea in Medicina e Chirurgia, iniziò un periodo di praticantato
nella Clinica Civile, e successivamente presso l'Ospedale degli Incurabili, dove
ebbe come maestri tre grandi luminari della Clinica napoletana: i Professori
Ronchi, Postiglione e Petrunti uomini di fama e zelo lavorativo nel contesto
Duosiciliano. Si trasferì a Parigi dove proseguì gli studi a Parigi, per fare un
corso di specializzazione all'università della Sorbona e vi rimase per quattro
anni, dividendosi tra gli studi universitari e la pratica nei grandi ospedali
Parigini. Era talmente dedito allo studio e alla ricerca scientifica da meritare
la stima dei principali professori di Medicina e Chirurgia. Il celebre Chirurgo
Alfred Velpeau scrisse per lui parole di commiato e stima. La tendenza alla
ricerca lo portò ad avvicinarsi all'ostetricia, nella Clinica Ostetrica e
nell'Ospizio di Maternità fece una serie di scoperte che vennero pubblicate a
Napoli sul giornale "Il Lucifero” un vero colpo magistrale per quei tempi che
ispirano tutt'oggi i nostri medici moderni . Volendo rendere meno dannose alcune
manovre ostetriche, iniziò a correggere alcuni difetti del più antico strumento
di ostetricia, il forcipe, che veniva utilizzato in molti casi per salvare la
vita sia della madre che del bambino. Dopo una lunga serie di tentativi, durati
oltre 10 mesi, utilizzando metalli che poteva modellare molto facilmente, riuscì
a immaginare un «Nuovo forcipe a doppio perno», per risolvere proprio in modo
pratico questo problema, vale a dire «d'evitare, senza alcuno inviluppo
meccanico, lo scrociamento vizioso delle branche, in tutti i casi di parti, nei
quali questa manovra si pericolosa alla madre ed al feto era stata in sino ad
oggi inevitabile». La sua fama varcò i confini del Regno di Napoli ed in tutta
Europa si parlava di Tarsitani . Tutte le grandi riviste scientifiche furono
unanimi nel riconoscere la superiorità del forcipe a doppio perno, tanto che
tutte le grande aziende di strumenti chirurgici non riuscivano a vendere il
forcipe antico che avevano in commercio, perché tutti i chirurghi ed ostetrici
richiedevano il forcipe Tarsitani. Un figlio di Calabria stava per essere
riconosciuto sugli altari della gloria scentifica. All'apice della sua fama a
Parigi, Tarsitani insegnava ostetricia alla Sorbona dove aveva un gran numero di
pazienti, ma la morte del fratello più grande Ferdinando, lo costrinse, a
tornare a Napoli dove fondò una scuola di Ostetricia secondo i fondamenti della
Scienza Moderna, modellandola su quella delle altre università straniere.
Fornito di tutti gli ultimi strumenti ginecologici ed ostetrici nonché di una
ricca collezione di preparati Anatomici, continuò le sue ricerche in ambito
ginecologico e sulle ascoltazioni ostetriche che sono state riportate in una
importante memoria letta al Settimo Congresso degli scienziati Italiani, dal
titolo: Sperimenti di Ascoltazione, fatti sulle donne incinte, ripetuti sopra i
ruminanti, ed in particolare sulle vacche pregnanti, per conoscere la sede del
Soffio uterino. Al congresso illustrò anche le sue osservazioni sulla Miotonia
rachidiana chi vuol capire capisca. Gli scienziati presenti accolsero molto bene
le ricerche di Tarsitani e lo incoraggiarono a proseguire negli studi ostetrici.
Riformato il Collegio Medico-Chirurgico nel 1860, fu nominato Professore
ordinario di ostetricia, e più tardi dopo un concorso per titoli, venne assunto
con decreto Reale nel 1867, come Professore ordinario di ostetricia e Direttore
della Clinica Ostetrica dell'Università di Napoli. Dopo una vita attenta ai
progressi della clinica ostetrica, muore a Torre del Greco il 9 marzo 1873
all'età di 56 anni . La notizia della sua morte fu appresa con autentico dolore
da tutto il mondo accademico. Le sue ceneri vennero trasportate, dopo due anni,
dal cimitero di Torre del Greco a quello di Cimitero di Poggioreale a Napoli e
racchiuse in una tomba eretta nel Recinto degli Uomini Illustri. Sulla lapide si
trova una iscrizione, dettata da Paolo Emilio Imbriani, dove si ricordano i
meriti scientifici del Professore. La Lapide recita cosi:
« A DOMENICO TARSITANI cavaliere Mauriziano,
Professore di Clinica Ostetrica nell'ateneo Napolitano,
spento anzitempo il 9 marzo 1873 per indomabile amore dell'Arte sua in cui fu
scopritore,
La moglie e la figlia inconsolabili posero questa pietra »
Domenico Tarsitani, prima di morire, raccomandò alla moglie ed alla figlia gli
studiosi napoletani. Queste privandosi di una rendita, costruirono un fondo per
un assistente alla Clinica Ostetrica, nella quale il Dottor Tarsitani aveva
lasciato orme indelebili nel cammino del suo insegnamento medico –
Maria Lombardo
Consigliere Commissione cultura Comitati Due Sicilie.
Centro Studi e Ricerche
Comitati Due Sicilie.