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La strage di Nola: 21 luglio 1861.....200”briganti” perirono.

 

Perpetrando le mie personali ricerche ho letto dopo essermi soffermata sulle vari stragi di “briganti” compiute nell'ex Regno delle Due Sicilie, che anche la città di Nola fu teatro, di una delle pagine dimenticate scritte con lettere di sangue e compiute dallo Stato Italiano. Una strage dimenticata volutamente insabbiata dove in una calda domenica di fine luglio persero la vita 200 persone per mano di Pinelli. Eccola dunque la storia dimenticata, una delle tante, una storia emersa dal nulla grazie alle pagine del Margolfo. Il Nolano ha pagato in termine di vite umane e sociale un tributo molto alto. La storia che andrò a raccontare è stata cancellata anche dalla memoria della città perciò il lavoro che sto portando avanti è tratto dalle Memorie di un bersagliere scritta da Margolfo unica fonte attendibile in merito. Inizierò così a delucidare lo sfondo storico siamo nel 1861 la resistenza meridionale era avanzata a dismisura, portando i loro santuari sulle alture appenniniche, a spingerli fu la calata a tradimento delle truppe  Savojarde convinte a conquistare la terra dei Borbone. I settentrionali con fare perentorio dovevano sedare i bollenti spiriti dei meridionali che pagarono un grosso dazio in sangue. Tutto viene insabbiato persino i pesanti rastrellamenti compiuti in Terra di Lavoro. L'Agro Nolano è in subbuglio in quell'estate del '61 molte bande spadroneggiano tra cui quella di La Gala che entrò nella mitologia brigantesca. Il rigurgito rivoluzionario produsse morte e sangue e numerose stragi che interessarono non solo l'Agro ma tutta la Terra di Lavoro. E' domenica una soleggiata domenica di luglio il Pinelli col soprannome di spietato viene incaricato di “ nettare quelle terre dai briganti”, la Colonna Mobile di Nola guidata dal Pinelli si sposta ogni dove nell'Agro cercando di impaurire soprattutto la banda La Gala, la temeraria banda. Cosa accadde veramente lo racconta Carlo Margolfo bersagliere lombardo nel suo famoso diario:”Domenica giorno 21 partimmo, (…) ed eravamo diretti in Avellino. Giunti in Avellino dove ci attendeva Pinelli (…) partimmo per Nola.” Il Pinelli si  complimentò delle caccia fatta e di aver catturato 200 persone di cui non si conosceva nulla nemmeno il nome:” ma si conosceva la sorte assegnata”. Per il malvagio generale quella domenica fu di “caccia” non si sa il motivo per cui quella povera gente fu rastrellata, ma si conosce bene la fucilazione avvenuta in piena piazza a Nola, ma una cosa è certa che in pochi anni il distertto nolano passa da 123 mila unità a 86 mila persone. Una vera e propria “ soluzione finale” in nome dell'Italia. I 200 furono fucilati in forma sommaria senza accusa per opera di Pinelli. Ci racconta ancora il Margolfo che tra i 200 vi era il figlio di un sindaco non si sa di quale località, riporterò fedelmente le parole del Margolfo uscite dalla bocca del Pinelli:” Dunque sei figlio di un sindaco quindi un galantuomo!...quindi andate da questa parte”, e dopo una trentina di passi lo fucilò alle spalle lontano dallo sventurato gruppo.

 

 

 

Maria Lombardo

Consigliere Commissione Cultura Comitati Due Sicilie

Centro Studi e Ricerche

Comitati Due Sicilie.

 

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