Home page di Maria Lombardo

 

TUTTI I DIRITTI RISERVATI ! (C) SIAE 2010

 

                                                                      

                                                                                 CAPITOLO 2

   

IL REGNO DELLE DUE SICILIE

                                                

     ECONOMIA,INDUSTRIALIZZAZIONE, PRIMATI

 

 

 

Sotto la Real Casa di Borbone delle Due Sicilie , il Mezzogiorno ,un'area di agiata posizione climatica e geopolitica in quasi mezzo secolo nel 1800 raggiunse l'acme del proprio splendore economico ed amministrativo .

Dagli studi da me condotti sul periodo in questione ho potuto apprendere che è proprio vero che gli assassini storici della nostra economia risiedono al Nord ,giunti nelle nostre terre seguendo i distorti consigli della Massoneria Inglese ed assoldando il “ pirata dei due mondi “ Giuseppe Garibaldi ,i Savoia decapitarono l'astro nascente dell'economia Italica con la Spedizione dei Mille.

L'ingente decapitazione che il bel Reame subì porta ancora i segni tangibili nella nostra era. Francesco Nitti a soli cinquant'anni da questo tragico evento sostenne che il Regno delle Due Sicilie fu lo stato preunitario più ricco ed evoluto con un'ingente tesaurizzazione 443,3 milioni di lire in oro contro i 27 del Piemonte ,ultimo Stato della Penisola in bancarotta , retto da un Primo Ministro che non fu affatto quel grande statista che la storiografia ci ha proposto .Per dirla breve così ci informa il Nitti in “ Nord e Sud” :” La verità e che l'Italia Meridionale ha dato dal 1860 assai di più di ogni altra parte in rapporto alla sua ricchezza “.Tuttavia ,non fu solamente la palese ricchezza dello Stato ma le difficoltà che l'Inghilterra trovò inimicandosi la Sicilia ,la” solfatara dello Stato “.Secondo , gli studi di autorevoli studiosi l'introito principale era costituito allo zolfo di Sicilia “il 90 % della produzione mondiale” cifre da primato aggiunge l'economista di Melfi .

 

Il minerale materia d'importanza strategica era utilizzato per la messa in opera della polvere da sparo atto che i Reali ,affidarono alle maestranze Inglesi in un primo momento per poi decidere di affidare il monopolio ai Francesi . Da questa situazione si cominciò a pensare che perdendo il monopolio sullo zolfo gli Inglesi diminuissero il proprio prestigio.

La Sicilia non aveva comunque solo il prestigio delle zolfare era terra ricca produceva vino, olio ,bagli di vino tipo Marsala di proprietà della famiglia Florio ,la più potente e ricca discendenza palermitana ma d'origine calabrese. Sostengono le più importanti fonti storiche calabresi tra cui spicca il Caridi “che i Florio lasciarono Melicuccà di Seminara dopo il sisma del 1783 che devastò la  Calabria Ultra”. I Florio che esportavano fino al Pacifico i prodotti siculi accrebbero l'economia duosiciliana con la pesca e lavorazione del tonno , ancora, con la lavorazione del sale e degli agrumi prodotti di nicchia del Reame. Sebbene uno dei settori predominanti per merito delle condizioni climatiche fu l'agricoltura che unita all'industrializazzione divenne il vanto dello  Stato. Il nostro Sud non possedeva un'agricoltura ciclica e ripetitiva come si denunciò dopo l'Unità ,ma forte e tenace usando le caratteristiche prima descritte solo per alcune aree tipo le Calabrie penalizzate dalla orografia della Regione.

In alcune zone dello Stato si producevano ogni tipo di granaglie dal granone all'avena ,patate, legumi , ortaggi all'estremo Sud spiccò il Giardino Mediterraneo con gli agrumi . Ma senza ombra di dubbio questa fu anche terra per piante da suolo arido mandorlo, fico , ciliegio, vite, ulivi .Già nel 1844 i numerosi oleifici pugliesi ebbero così il marchio DOC direttamente  dalla Monarchia. Indubbiamente in tale sede è opportuno parlare dell'aspetto industriale del Paese piuttosto che di quello agricolo sussistenza dello Stato.

Il settore industriale fu il fiore all'occhiello Duosiciliano settore molto sostenuto dal Governo sia con politiche protezionistiche sia con ingenti capitali .L'industria del Reame trovò spesso il consenso straniero per gli investimenti. Per ovvi motivi ma quello più palese  e che il Regno delle Due Sicilie possedeva un'industria lungimirante e coerente il massimo per quel periodo.

I poli industriali furono di elevato impegno lavorativo ,la zona  più industriale fu la Campania in cui era dislocato l'asse Caserta- Salerno dove erano concentrate la massima parte delle industrie. Lo Stato era dotato di un impianto navale di altissima qualità noto alla storia come:Cantiere navale di Castellammare di Stabia in cui trovarono posto 1800 operai del napoletano ,in pochi decenni portarono alla luce molte delle navi di bandiera gigliata simbolo borbonico , che solcavano i sette mari.

Esisteva l'opificio di Pietrarsa il più bel e grande polo metalmeccanico , che lavorando tutte le leghe producevano ogni tipo di merce : forbici , lame ,pentolame e via discorrendo tra cui spiccavano i cannoni le strade ferrate ed i primi ponti a campata vanto dell'ingegneria borbonica .In virtù di tale  polo la Monarchia dispose la nascita della “ scuola macchinisti” visto che in quegli anni crearono la prima locomotiva a vapore con lo scopo di utilizzare la manodopera napoletana sostituendo le maestranze inglesi colpo di genio dei Reali .Esisteva soprattutto in Calabria Ultra in un contesto di grande industrializzazione il polo siderurgico di Mongiana e la fonderia di Ferdinandea nel cuore delle Serre Calabresi con annessa fabbrica d'armi fece della Calabria la prima Provincia industrializzata del Regno e d'Italia prima dell' Unità ,poi come da copione queste zone smetteranno di produrre.

La Calabria stessa fu zona cara ai Monarchi i quali in virtù della presenza di una fitta vegetazione montana collocarono qui la loro tenuta di caccia, visitando spesso queste industrie. Disposero dopo attente valutazioni che la fabbrica d'armi calabrese producesse il fucile “modello Mongiana” che l'Esercito Reale usò per le campagne militari . Per dovere di particolari i circa 2700-800 operai dell'opificio calabrese furono cullati dal Governo Napoletano ,che al fine di incrementare la fusione “ dell'acciaio dei Borboni “disposero la costruzione di case popolari adiacenti alle industrie. Tuttavia , dai dati da me rinvenuti nella vasta bibliografia del periodo , la situazione del Sud ,si sintetizza soprattutto nelle intense pagine del Pappalardo il “ Sud non fu affatto negazione di Dio “ così lo stesso annota:” La rappresentazione di un Sud come blocco di arretratezza non trova fondamento sul piano storico” .Spiccava nel contesto anche l'industria tessile nel solo opificio di S. Leucio producendo una seta di ottima fattura tutte le donne delle cortii europee indossavano capi cuciti con la seta Napoletana.

Ferdinando I tenne molto a S.Leucio le cronache del tempo ci lasciano scritto questo :” Ferdinando IV ,stilò di suo pugno ,uno Statuto per una società di eguali per ambo i sessi .La vita era disciplinata e dura ma libera da ogni intenzioni ,l'abbigliamento era semplice e pratico (…) si schiudeva il segreto di S.Leucio”.Si affiancava così la produzione di Potenza di cotone e lana .Non mancava l'industria della carta , del vetro e della chimica e dulcis in fundo l'industria della pasta possedeva circa 100 pastifici tra Napoli e le Calabrie , ed i famosi saponi Bevacqua di ottima fattura. Il sapone di tipo Marsiglia specialmente ,fu un prodotto molto usato dai Napoletani ,mentre nelle lande del Nord si soffriva di pellagra. Alla luce di queste mie intense ricerche ho potuto scoprire quanto il Reame fosse avanzato rispetto agli eventi europei , con gran stupore ho potuto apprendere che il Regno delle Due Sicilie godeva di un'industrializzazione più esposta rispetto a quella Inglese e Francese.

Lento risultava essere invece il Piemonte e tutta la Pianura Padana catapultando al Sud questa arretratezza definita” borbonica” con un capillare lavaggio di cervelli .In virtù di quanto appena detto anche Pino Aprile annota nei Terroni :”la burocrazia borbonica ,inefficiente non c'era ma maniacale organizzazione”. La burocrazia del Mezzogiorno fu tipico esempio di una lungimirante filosofia illuminista applicata e che aumentò il prestigio della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie. Tuttavia tra il 1816 ed il 1861 ,ma possiamo ancora risalire al periodo della scissione delle due corone nel'700 , il sistema giudiziario DuoSiciliano fu riconosciuto come il più avanzato dell'Italia dell'Italia preunitaria. Il suo codice penale fu nel lontano 1819 il più moderno e più liberale d'Europa. Il codice prevedeva che i suoi magistrati fossero  reperiti per concorso. In questo contesto si collocarono le parole di

Paolo Mencacci che annotava questo :” A  giudicar i codici odierni che ritengono la pena di morte una barbarie, il Regno delle Due Sicilie , è uno Stato modello “.Ferdinando II nel 1836 abolì persino la pena ai lavori forzati ,mentre i Savoia fucilavano i propri dissidenti. I Reali Borbone nel XIX secolo riuscirono a donare ai propri sudditi, un Paese all'avanguardia malgrado la “ vulgata “ risorgimentale che si andava preparando per il Sud.

 Il territorio borbonico divenne in circa mezzo secolo un'area di primati di elevato valore il primo e senza dubbio più importante fu quello del 1856 ,quando l'industria borbonica ricevette al salone internazionale di Parigi il premio come III paese industrializzato al mondo e I in Italia parole che non richiedono commento. Vantava ancora di essere il primo Stato con la prima ferrovia al mondo la tratta Napoli – Portici . La messa in opera dei primi ponti di ferro tipico quello dell'Angitola sito in Calabria Ultra su progetto del Palmieri fu approvato con Decreto Regio nel 1841 con un costo di 52.000 ducati impiantato in soli 5 anni orgoglio delle maestranze del Sud. Il successo DuoSiciliano ,è dovuto soprattutto,alle scuole di alto livello che il Nord non conobbe fino al 1863 nella sola città di Milano il primo laureato in ingegneria fu nel 1870 .

La Capitale Napoli divenne in quegli anni la prima città d'Europa illuminata a gas ,sempre, nella città venne impiantato il primo sismografo voluto sempre dal Palmieri. A Pietrarsa si utilizzarono i primi fari lenticolari ,a Castellammare di Stabia si creò il primo sottomarino , mentre a Capodimonte ci fu l'illuminazione elettrica. Si impiantò in quell'arco di tempo la prima locomotiva a vapore , e tutto questo ,nei primi anni di trono borbonico.

Il Reame contava il minor tasso di sconto il 5% ,inoltre, sviluppò e creò i primi assegni bancari .Ma facciamo un passo indietro già nel 1754 lo Stato Duosiciliano possedeva la prima cattedra di Economia,affidata al Genovesi che condusse il Paese a possedere la miglior finanza pubblica. I Borboni possedevano la prima flotta mercantile al mondo con le navi a vapore , ed anche navi da crociera la prima fu la Francesco I .Creò ed utilizzò il primo sistema pensionistico vanto del Governo .Ma torniamo a Napoli nella sola Capitale esistevano 113 tipografie tutte le pubblicazioni provenivano dal Sud ,la Monarchia non represse mai la libertà di voce.

 Si dimostrò ancora di una competenza unica nella manifattura di circa 700.000 guanti per tutto il mondo. Il Regno delle Due Sicilie annoverò soprattutto ,la stipulazione del primo codice marittimo militare e nello stesso periodo fondò il primo corpo dei pompieri di istanza a Napoli e ancor di più del collegio militare della Nunziatella . La lungimiranza Borbonica e l'efficienza dello Stato venne dimostrata quando , vennero edificate le prime case popolari con annesso Piano Regolatore della Capitale primati indiscutibili . Indubbiamente bisogna menzionare che i Sovrani , fondarono nella zona di Poggioreale il primo cimitero per i  poveri in tutto 366 fosse.

Ancora è degno di nota la prima cattedra di Psichiatria si parlò per la prima volta di igiene mentale , infine , di Ostetricia ed il Gabinetto di Fisica del Re sulla stessa lunghezza d'onda si pone il primo osservatorio sismico sul Vesuvio . Di singolare efficienza il Reame vantava la prima officina per trattare i papiri ,la prima agenzia turistica ed i primi scavi di Pompei ed Ercolano .Si fondò la prima cattedra di Astronomia e la prima efficiente Accademia di Architettura . Tuttavia, il numero più sorprendente riguarda il maggior numero di medici per  abitante in queste zone non esisteva mortalità infantile.

Nel Regno delle Due Sicilie la sanità pubblica fu gratuita come l'istruzione e la Monarchia in più occasioni istituì la Profilassi anti-tubercolare salvando molti sudditi. La realtà borbonica di estrema espressione di modernità , creò nella Capitale il primo Orto Botanico . Di sostanziale importanza risulta essere il primo periodico di psichiatria “ Morotrofio di Aversa” .

Ma i primati Duosiciliani galoppano spingendo lo Stato in grandi postazioni fu il primo Stato a possedere una famosa scuola di ballo adiacente al primo Teatro in Italia il S.Carlo edificato in 270 giorni .Non può essere dimenticata la prima scuola di pittura a Posillipo da cui uscì il Gigante che affrescò i palazzi reali .

L'arrivo Nordista per mano Garibaldina, conoscendo tutte queste ricchezze e tutti questi primati che fecero del Sud una terra unica ,florida ,la condussero in men che non si dica  in soli una manciata di anni ad una terra povera, misera e senza economia . I Savoiardi al fine di completare quest'opera nefasta dipinsero Napoli come città degradata ,la cui provincia fu malfamata con 16000 detenuti in carceri simili a Lager. Iniziò per i Napoletani l'età dei paradossi , la gente onesta mescolata ai malfattori le menti  napoletane messe a tacere ,le scuole Duosiciliane chiuse per oltre 15 anni. I sudditi attaccati da zecche pidocchi che imperavano su di loro i Borboni insegna la storia furono la prima casa Reale a promuovere l'igiene personale. Il nostro Sud era diventato un'inferno si rimpiansero i Borbone.

I Piemontesi campioni di un'incapacità genetica catapultarono il degrado e l'inefficienza al Sud, le nostre Regioni furono terra d'immigrazione sotto la Real Casa di Borbone ,le maestranze europee puntarono spesso sulla qualità della nostra terra. Tuttavia fu con l'Unità che la situazione si ingarbugliò ,il Meridione, dovette fare i conti con un triste e sconosciuto fenomeno l'emigrazione nel 1867, dall' ex Regno delle Due Sicilie, emigrarono circa 227.658 meridionali il 30% della popolazione in circa 30 anni.

 

 

 

 

        

 

 

Home della Sezione

Home

 

 

Web Master (C) 2010 Raffaele Fameli