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                                                                                 CAPITOLO 1

   

IL REGNO DELLE DUE SICILIE

 

 

         POSIZIONE GEOGRAFICA , POLITICA DALLA RESTAURAZIONE A FINE REGNO .

 

 

Nato come Unità statale già nel lontano 1130 seppur sotto svariate dinastie , tuttavia ,il nome di Regno Delle Due Sicilie , venne concesso da Ferdinando I di Borbone nel 1816.

Il Sovrano Restaurato dopo il Congresso di Vienna unì le due corone del Regno di Napoli la parte continentale dello Stato ed il Regno di Sicilia la parte più tumultuosa del Regno , creando una nuova entità statale : il Regno delle Due Sicilie. Il nuovo Paese seppur con le dovute problematiche dovute al rientro della Real Casa di Borbone permise a Ferdinando di governare un vasto territorio , la nuova entità statale comprendeva le odierne regioni di : Abruzzo , Molise , Basilicata , Calabria , Campania , Puglia ,Sicilia , più parti del Lazio meridionale ,Cassino , Sora , la provincia di Rieti , Velino esclusa Benevento enclave Pontificia .

Il Borbone per dare un’ idea chiara tipica dei Sovrani illuminati dispose nuovamente che i possedimenti duosiciliani fossero identificati secondo una suddivisione secolare , in Reali Domini al di qua del faro ( parte continentale) e Reali Domini al di là del faro ( la Sicilia) facendo riferimento al faro di Messina. Con Capitale la città di Napoli si estendeva su un territorio di 102.000 km quadri con 10.000.000 di abitanti nel 1859 . Asceso al nuovo Regno , Ferdinando I , subito dopo il Congresso di Vienna stipulò  come primo passo  il trattato di Casalanza il 20 maggio del 1815.

 

 

 

Traccia di questo evento lo riscontriamo in un articolo dell’epoca e apparso sul Giornale delle Due Sicilie  , così il cronista ci informa : “ alle ore 8 del 20 maggio 1815 si riunirono in capo delle due fazioni Bianchi e Carrascosa con il ministro inglese Lord Burghesh ed i plenipotenziati di Sua Maestà britannica Neippering e Colletta , con lo scopo di porre fine al decennio napoleonico a Napoli “. Il nuovo paese affidato così alle sorti del nuovo Re veniva così sintetizzato da Ferdinando sostenendo che “ il suo Regno era protetto dall’acqua salata e dall’acqua benedetta “.

I primi anni di governo furono troppo tumultuosi per Ferdinando , il quale dovette fronteggiare le continue rivolte siciliane che chiedevano di mantenere gli antichi privilegi .

La prima grande difficoltà che si presentò fu l’insurrezione dell’Isola del 1820 la Sicilia memore degli antichi privilegi aspirava ad una Costituzione . L’Isola , tuttavia , con a capo le città di Palermo ,Catania e Messina capitolarono sotto “ i colpi della repressione borbonica” . Ma il primo luglio del 1820 subito dopo questo primo evento , si sparse la notizia in tutto il Regno delle Due Sicilie che la Madre Patria Spagnola aveva ripristinato la Costituzione di Cadice , su questa scia si pone questa volta la rivolta della città di Nola sempre in quello stesso anno .

Il moto di stampo carbonaro fu capeggiato da Morelli e Silvati e vide spiccare il calabrese Generale Guglielmo Pepe originario di Catanzaro ( Calabria Ulteriore) . I modelli di “libertà “ e “giustizia “ a cui si ispirarono furono descritti ed incarnati da Luigi Menechini : “ Luigi Menechini di occhiali e abito talare ,armato di schioppo , montante un cavallo bianco andava gridando (…) Viva paesani rallegratevi , la rivolta fallì perché il popolo non aderì sintomo chiaro che i Napoletani gradivano la Casa Regnante.

 

L’operato del Borbone che non intervenne militarmente per salvare altro sangue fraterno , indispettì apertamente il Cancelliere di Metternich  perché il Sovrano violò uno dei Codici basilari della Santa Alleanza . Ferdinando fu convocato a Lubiana per essere stato poco duro e riportato all’ordine dagli Stati Europei tornò a Napoli  . La situazione crollò quasi del tutto fiaccando il morale dell’esercito borbonico ,quando , al fine di accontentare il Metternich con un proclama il Re esortava i soldati a non combattere coloro che venivano a ripristinare l’ordine nel Regno . Tuttavia , il rientro di sua Maestà in Patria non fu molto felice il Re fu costretto a revocare la Costituzione precedentemente concessa il 23 maggio 1821 e inaugurando un periodo di repressioni e violenze seppur moderate.

Il primo di novembre del 1831 il trono Duosiciliano rimane vacante  a causa della morte di Ferdinando ed al  suo posto ascese il giovane Francesco I anche il nuovo Re dimostrò di possedere, tutte le qualità tipiche dei Sovrani illuminati . Situazione che permise al giovane Borbone di raggiungere l’acme dello splendore economico e politico fino al 1848 ,senza numerose difficoltà . L’anno 1848 fu ,comunque , un anno particolare il Re si trovò a fronteggiare le scosse della Rivoluzione indipendentista siciliana del’48 l’evento viene descritto da Giuseppe Scianò :” l’anno della rivoluzione ebbe inizio il 12 gennaio 1848 , Palermo insorse contro il Re ed in breve le reali truppe vennero condotte in Sicilia centrale fino a Messina “. Sulla stessa scia si confermò anche Napoli seguendo gli eventi del 1830-’31 .

 

La situazione si catapultò al Nord , anche la Pianura Padana chiedeva la libertà dallo straniero austriaco , il Nord insorse ed al nostro Re fu chiesto di inviare un notevole corpo di spedizione ( 1600) uomini .  Francesco  invia l’Esercito Regio ma giunto in prossimità del Po , Sua Maestà  richiama i soldati in Patria .

In virtù dei legami tra i Borboni e la Chiesa che professavano la religione cattolica , il Re in favore dell’allocuzione ecclesiastica in cui ripudiava la guerra coinvolse il Regno delle Due Sicilie . L’estro concesso al Re di cambiare la casacca in corsa , incendiò ancora una volta gli animi degli isolani con il pretesto che il Borbone fece sciogliere il parlamento siciliano presieduto da Ruggero Settimo . Sebbene il gesto non fu gradito dal popolo ancora una volta le tre città della Sicilia si sollevarono , così Palermo, Catania e la cittadina della Stretto Messina furono ricongiunte all’ordine sotto i colpi leggeri di cannone Reali ,situazione che valse al Re la nomea di “ Re Bomba” . In quello stesso anno anche le lande Nordiste erano in fermento per i motivi sopra indicati ed in quello stesso anno ,1848 , Vittorio Emanuele bombardò e distrusse il capoluogo ligure Genova ,per annetterla al suo Regno si conquistò l’epiteto di “ Re Galantuomo “.

Sempre in quello stesso biennio 1848-’49 si verificò al Sud un periodo di congiuttura economica  , la Sicilia non ancora stufa di continue rivolte popolari si risollevò nuovamente .Palermo capeggiata dal Generale La Masa  , scacciò le truppe Reali che si postarono a Messina , promulgando un comitato affidato alle sorti del Settimo . Il comitato ebbe breve vita tra ottimismo e disillusione si venne a creare una frattura insanabile tra Siciliani e Napoletani .

La situazione cominciò ad essere problematica secondo i consigli che il  governo borbonico concedeva al Re , il 15 maggio infatti si scioglie la camera del governo borbonico portando ad arresti e fucilazioni . Tra i tanti scritti su quel periodo sono degni di nota gli scritti di Luigi Settembrini tra cui spicca lo scritto la “ Rivolta del popolo delle Due Sicilie” in cui così riporta:” Sbarramenti delle vie cittadine ,specie quelle prossime alla Regia , con barricate da cui partirono fucilate in direzione dei reparti schierati “ . La morte del Re avvenuta a Napoli il 22 maggio 1859 ,quando , il Paese era infervorato da un grandissimo sviluppo economico ed industriale di elevato valore storico , lasciò il posto al giovanissimo Francesco II di carattere troppo mite governò fino al 1861 . Il 1861 l’anno in cui ,con la conquista della massima parte del Regno ad opera del Nizzardo massone Giuseppe Garibaldi con la Spedizione dei mille si decapitò per sempre un Glorioso Sud .

Senza dubbio è doveroso dire quanto l’evento storico definito Risorgimento sia stato una vera azione criminale, ma a cui si collega la credenza alla versione romantica del fenomeno solo per amor di Patria . La realtà dei fatti trova esempio già prima del 1859 ,quando , sia in Inghilterra sia al Nord della Penisola Italica si avvertivano i primi fermenti criminali con l’Inglese “ found of  Garibaldi “ ed a Torino con  la “ sottoscrizione di un milione di fucili “ situazione che determinò l’inizio di quell ’azione scellerata definita  : Impresa dei mille “ .

Siamo al periodo del Congresso di Plombirès , 1859 ,  l’Europa guarda con ammirazione allo splendore DuoSiciliano , tanti i documenti che tendono ad attestare che il Risorgimento ed il fenomeno dei Fratelli d’Italia fu veramente un’atto di scellerata pazzia studiato a tavolino a Plombierès . Dove in quell’occasione Napoleone III vietò ai Savoia di schierarsi contro l’Austria e Roma ,mentre sostenne che l’obbiettivo fondamentale fosse il Regno del Sud .

In quel 1859 il Regno delle Due Sicilie rappresentava la chiave di violino per molti motivi ,tra cui sono degni di nota la giovane età del Monarca , i rapporti internazionali con l’Inghilterra che si fecero tesi a causa della rotta dello zolfo si inimicò la Sicilia. Ed ancora punto non meno importante il volta faccia del Governo che voleva offrire la rotta dello zolfo alle maestranze francesi . Organizzato questo primo punto a distanza di un anno nel 1860 e senza nessun casus belli ma armati della popolarità dell’Eroe dei due mondi e con i sotterfugi del primo Ministro Sabaudo Camillo Benso conte di Cavour , si diede inizio alla distruzione del Sud.

Sulla carte il Mezzogiorno fu lo stato più esteso e più potente della Penisola Italica , poteva contare sull’esercito più grande 93.000 uomini con 4 reggimenti una grande flotta di istanza nel Mediterraneo alle cui dipendenze vi erano 11 fregate , 5 corvette , 6 brigantini e 3 vaporiere ,ma molto infedele una delle cause che portarono alla vittoria Garibaldina .

La corruzione dell’esercito fu una delle più grandi nefandezze a carico Savoiardo ,che sfruttarono la corruzione dei generali Borbonici settari ed infedeli  accettarono  il denaro Inglese per voltare faccia al Re Borbone.

 Lo stesso Tomasi di Lampedusa nel suo “ Gattopardo “ nel 1859 già denunciò alcuni aspetti dell’infedeltà dell’Esercito ma non fu capito .

Gli emissari del Cavour oltre alla moneta sonante che incantò i militari ,vantava l’occasione di un posto di spicco nel futuro esercito Unitario , campioni di tale doppiogiochismo fu tra molti e molti nomi il Gen. Anguissora che ordì di concedere la nave “ Veloce” al Regno di Sardegna . Senza ombra di dubbio il tropeano Napoleone Scrugli che per un lauto compenso passò da Napoli a Torino . Su questa situazione lo stesso Cavour dichiarò : “ Non hanno saputo servire il proprio Re , ne la Patria , hanno approfittato degli eventi (….) neanche con la nuova casacca diedero protezione “ .  La situazione partita con lo scopo di tradire il Re Borbone fu centrata nel miglior dei modi l’unica stoltezza della Real Casa di Borbone fu di non attuare fucilazioni contro gli infedeli ma tutto questo per amor di sangue fraterno .

In quei primi mesi di primavera di quel maledetto 1860 i Piemontesi si affrettarono ad assoldare due piroscafi il Piemonte ed il Lombardo , e ad assoldare un’orda di avanzi di galera con lo scopo di fare guadagno dei propri e veri mercenari . Organizzata la Spedizione nei minimi particolari il Nizzardo a maggio salpò da Quarto ed in poco tempo facendo spola a Telamone , dove i veri rivoluzionari si fecero lasciare , perché si fece luce sulla missione Garibaldi toccò le acque borboniche scortato dall’Inghilterra.

I Garibaldini puntando sulla Sicilia la polveriera dello Stato , usufruendo della situazione che l’Isola rimase sempre zona calda e soprattutto in virtù del fatto che l’Esercito Reale  di istanza venne spostato da Marsala a Palermo Insenghi ci scrive:” Eppur intorno al ’60 ci furono in quelle zone diverse rivolte di plebe ma non

Erano che insurrezioni di cafoni e analfabeti che sognano la loro rivoluzione , la spartizione delle terre , non l’Unità che per loro era un’evento privo di senso “ . In questo contesto  l’11 maggio con  i suoi Lanzichenecchi il Generalissimo sbarca con estrema facilità a Marsala, scortato dalle due navi inglesi Argus ed Intrepid che si ancorarono davanti i due bagli di vino che ivi possedevano : Ingham e Whoodhouse .Anche questa situazione venne studiata a tavolino con molta cura ,infatti , gli operai inglesi indossavano una sorta di divisa rossa che avrebbe permesso ai Garibaldini di sembrare di un numero superiore ,la mente britannica armò il braccio piemontese .

La disfatta del Sud fu veramente l'atto più abominevole che il Mezzogiorno potesse vivere ad opera dei “ fratelli d'Italia “ verità taciute anche dagli storici dice cosi Danis Mack Smith ne “ I Re d'Italia” :” la documentazione che possediamo è tendenziosa e comunque inadeguata ...gli storici hanno dovuto essere reticenti ed in alcuni casi restare soggetti a censure ed imposte o autocensura”.Tuttavia , il Nizzardo con una lunga carrellata di “insuccessi “ assunse la dittatura dell'Isola deludendo il popolo nelle aspettative , l'aiuto inglese fu provvidenziale ed i Garibaldini batterono i borboni in tutta la Sicilia.

A Salemi il 14 maggio 1860 contro quattro mila borboni numeri da primati ,cosi a Calatafimi ed a Bronte il 4 agosto Nino Bixio represse duramente i poveri contadini ,iniziando a guardare con diffidenza le camicie rosse ,chiedevano le terre e da salvatori divennero aguzzini .

 “ Iniziò la missione maledetta dei garibaldini “. Anche l'Insenghi descriva tali atti con tali parole ricordando quel '60 :” le diverse rivolte della plebe non erano che insurrezioni di cafoni ,analfabeti , che sognavano la loro rivoluzione (….) la spartizione delle terre non l'Unità che per loro era un'evento privo di senso “.

Tutti gli incontri tra le due fazioni per ragion di causa si dimostrarono favorevoli al Borbone ma per i motivi di palese corruzione dei generali duosiciliani furono dei fiaschi famoso il caso del generale Landi corrotto dai massoni piemontesi , un garibaldini scrive ai posteri :” E quando pensavamo di aver perso improvvisamente ci accorgemmo di aver vinto guardammo la lunga fila ritirarsi a Calatafimi “ .L' esercito di Ferdinando II portò più volte alla vittoria i Garibaldini persino a Palermo conquistò la città in men che non si dica tra il 27 ed il 30 maggio '60, ivi usò atti di estrema pirateria e saccheggiò la tesoreria del Regno il Banco di Sicilia .Il Nizzardo portò via con se lasciando una ricevuta “per spese di guerra” lingotti d'oro , monete oro e argento banconote, e numerose polizze uno dei primati dello Stato.

La sola Sicilia aveva infatti un bilancio di 35 milioni contro i 7 del Piemonte.

Lasciata la Sicilia ai suoi sicari , il Generalissimo sempre scortato dalle navi Inglesi passa lo Stretto di Messina e sbarca a Melito Porto Salvo,senza problemi la Marina Borbonica dichiara di non aver visto nulla ovvio sintomo di corruzione. Lo stesso Garibaldi nel suo Memoriale afferma il contrario ,giunto a Reggio il Capoluogo della Calabria Ultra avendo saputo che un nutrito corpo di spedizioni dell'Esercito Regio stava giungendo per evitare lo scontro passò sull'Aspromonte.

Il 28 agosto del 1862 giunse a Gambarie ed al seguito giunsero 3500 borbonici guidati da Pallavicini ed in quel luogo che passò alla storia come battaglia dell'Aspromonte Garibaldi venne ferito dal tenente Ferrari e poi arrestato.

La corruzione borbonica fu palese anche in Calabria ricordiamo Filetto dove le truppe borboniche   per amor di Patria fucilarono il gen Brigantini  che il giorno prima dichiarò resa .Ancora il 27 agosto il gen.Ghio anch'esso corrotto ritirava le truppe dalla piazza di Monteleone(Vibo Valentia) per permettere al Nizzardo di completare l'opera di conquista. Le Due Sicilie furono smembrate dal generalissimo lo stesso dice dopo la cacciata di Ferdinando da Napoli :” Quando i posteri esamineranno gli atti del governo durante il Risorgimento troveranno cose da cloaca”. Continua Garibaldi nel 1868 a scrivere in una lettera ad Adilardi Cairoli :” gli oltraggi subiti dalle genti del Sud sono incommensurabili ,sono convinto di aver fatto male nonostante ciò non rifarei oggi le vie dell'Italia Meridionale temendo di essere preso a sassate avendo colà caggionato solo squallore e dolore”.

 

 

 

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